Ilaria Capua, ricercatrice italiana famosa per i suoi studi sul virus dell’aviaria, è stata prosciolta da ogni accusa (in quanto “il fatto non sussiste”) nelle indagini avviate dalla magistratura di Roma su un presunto traffico illegale di virus. “E’ con autentica gioia e grande soddisfazione che accolgo la notizia del proscioglimento di Ilaria Capua – ha commentato Elena Donazzan, assessore all’Istruzione e alla Formazione della Regione Veneto, alla quale la notizia è stata comunicata direttamente dalla ricercatrice padovana ora negli Stati Uniti – La magistratura inquirente ha ritenuto che il fatto non sussista, restituendo quindi piena onorabilità ad una virologa che ha reso grande il nome dell’Italia nel mondo scientifico internazionale”. Tuttavia, avverte Donazzan, “l’esultanza di questo momento non lenisce il rimpianto per non essere riusciti a trattenere nel nostro paese questo talento della nostra ricerca, che con il suo lavoro ha consentito di scoprire e di mettere a punto il vaccino contro l’influenza aviaria”.
Capua si è infatti recentemente (a metà giugno) trasferita in Florida per guidare un nuovo centro di ricerca.
Ilaria Capua alla Innovation Week di giugno
STRATEGIA “DIVA” E VIRUS H5N1
Laureata in medicina veterinaria presso l’Università di Perugia, dopo un dottorato di ricerca presso l’Università di Padova, Capua ha dedicato gran parte della sua carriera professionale alla virologia, formandosi su tematiche specifiche in diversi laboratori esteri. Nel 2000 ha sviluppato la strategia “DIVA” (Differentiating Vaccinated from Infected Animals), la prima che ha consentito di eradicare con successo un’epidemia di influenza aviaria (oggi raccomandata come metodica di controllo dall’Unione Europea, dall’OIE e dalla FAO) e nel 2006 ha dato vita ad un dibattito internazionale sulla condivisione interdisciplinare dei dati genetici a fronte della minaccia epidemica causata dal virus “aviario” H5N1 usando piattaforme digitali ad accesso libero.
Questa presa di posizione ha portato a cambiare la politica delle organizzazioni internazionali in materia di trasparenza dei dati con il risultato di ottimizzare le strategie per affrontare minacce globali come le pandemie. Tra i premi ricevuti, nel 2007 lo Scientific American 50, mentre nel 2008 è stata inclusa fra le “Revolutionary Minds” dalla rivista americana Seed per il suo ruolo di leadership nella politica della scienza. Nel 2011 è stata la prima donna a vincere il Penn Vet World Leadership Award, il più prestigioso premio nel settore della medicina veterinaria.
L’INTERVENTO A INNOVATION WEEK
Proprio in occasione dell’Edison Innovation Week, a inizio giugno scorso, la Capua aveva tenuto la sua ultima lezione in Italia con la quale anticipava il suo libro, “L’Abbecedario di Montecitorio.
La Camera dei Deputati in un surreale dizionario dalla A alla Z”, (edito da In Edibus), nel quale Capua (in Parlamento da 3 anni) ricostruisce alcune delle stranezze della Camera dei Deputati (dalle avances alla zuffa, dall’ostruzionismo ai fantasmi, dalla buvette al Transatlantico). Ma soprattutto durante l’intervento alla IW16 dal titolo “Ciao Italia, diario di un rifugiato scientifico”, la ricercatrice ricostruiva la lunga gavetta per arrivare al successo, e poi la vicenda giudiziaria che l’ha coinvolta nel 2014, con l’accusa (sempre da lei respinta con forza) di presunto traffico illecito di virus. Fino alla conclusione, positiva, di oggi. Con il proscioglimento.
Ecco l’intervento integrale di Ilaria Capua all’Innovation Week di giugno