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Ineffabile perfezione. 50 anni di fotografia giapponese

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Per raccontare mezzo secolo di storia della fotografia giapponese, arrivano a Lugano oltre duecento immagini dei maggiori autori della seconda metà dell’Ottocento. Sono tratte da una ricca collezione privata, costituita con pazienza e passione da un cultore d’arte italiano, considerata la più importante raccolta del genere esistente al mondo, superiore persino a quella conservata all’Università di Nagasaki.

Ineffabile perfezione“, ospitata dalle sale di Villa Ciani, presenta fino al 27 febbraio 2011 alcuni capolavori di uno dei capitoli più significativi della storia della fotografia, i cinque decenni che vanno dal 1860 al 1910. Abbandonando un isolamento che durava da trecento anni, proprio in quel periodo il Giappone inizia ad aprirsi all’America e all’Europa, giungendo ad influenzare, con le diverse espressioni della sua creatività, il gusto occidentale.

Il percorso espositivo, organizzato per sezioni, accompagna il visitatore a scoprire la rappresentazione del paesaggio, il rapporto tra la fotografia e le stampe tradizionali, l’opera di grandi interpreti come Kusakabe Kimbei, considerato uno dei maestri nel realizzare sofisticate stampe all’albumina acquarellate a mano.

L’esposizione è completata dalla presenza di una cinquantina di opere d’arte e di raffinati oggetti provenienti da prestigiose collezioni private, tra cui alcune preziose sculture di carattere religioso, una magnifica armatura di samurai del XV secolo, una accurata selezione di raffinati abiti maschili e femminili e una scelta di straordinarie maschere del teatro No.

Ma “Ineffabile perfezione” è solo una parte di un evento più articolato, dedicato alla cultura del Giappone. “Nippon.Tra mito e realtà: arte e cultura nel Paese del Sol levante” è un’iniziativa unica, che coinvolge, per concludersi a fine febbraio, l’intera città.

Comprende ben quattro mostre e tanti diversi appuntamenti, incontri, spettacoli teatrali, in un itinerario che indaga gli aspetti più interessanti dell’arte giapponese, dalle antiche tradizioni fino alle forme artistiche contemporanee. La rassegna rappresenta inoltre una tappa significativa di un percorso più ampio, che porterà la città di Lugano ad inaugurare nel 2013 un nuovo centro culturale, il LAC – Lugano Arti Contemporanee.

Il percorso dedicato alla fotografia si completa e giunge fino ai giorni nostri con l’esposizione “ARAKI Love and Death”, in programma al Museo d’Arte. Protagoniste della retrospettiva, una delle pochissime organizzate da un museo europeo, le immagini di Nobuyoshi Araki, artista celebrato ma anche molto controverso per i soggetti dei suoi scatti.

In mostra anche una serie di immagini inedite, realizzate dal fotografo giapponese nelle settimane immediatamente precedenti la mostra ed esposte a Lugano in assoluta anteprima.

“GUTAI. Dipingere con il tempo e lo spazio”, allestita al Museo Cantonale d’Arte e nel Parco di Villa Ciani, ripercorre le vicende del movimento artistico giapponese Gutai. Costituitosi nel 1954 ad Osaka su iniziativa del pittore Jiro Yoshihara, insieme a Akira Kanayma, Saburo Murakami, Kazuo Shiraga e Shozo Shimamoto, il movimento ha anticipato fenomeni come Fluxus e l’arte concettuale, intrecciando rapporti anche con lo Spazialismo italiano. Nella sezione ospitata al Parco di Villa Ciani, verranno ricreate alcune delle più significative installazioni presentate in Giappone a metà degli anni Cinquanta.

In programma inoltre un’esposizione dedicata agli shunga, termine giapponese che significa letteralmente “immagini della primavera”, che definisce un genere di stampe che raggiunsero la massima fioritura nel periodo dello shogunato dei Tokugawa, tra il 1603 e il 1867, e che celebrano la concezione edonistica della vita del ceto borghese.

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Scritto da luxu

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