L’intelligenza artificiale emotiva sembrava un nuovo passo avanti per il benessere sul posto di lavoro, ma qualcuno potrebbe anche abusarne. Le aziende la possono usare per sorvegliare i dipendenti mentre lavorano?
Intelligenza artificiale: le aziende la usano per sorvegliare i dipendenti?
L’intelligenza artificiale emotiva è in grado di comprendere i movimenti facciali di una persona, per determinare quali sentimenti sta provando e trasformarli in dati quantificabili, come spiegato da Wired. Si tratta di una tecnologia decisamente inquietante, ma che può rivelarsi molto utile in alcuni contesti. Se usata all’interno di uno spazio di lavoro, per esempio, può aiutare l’azienda a conoscere lo stato emotivo dei propri dipendenti, in modo da intervenire per migliorare la loro produttività. Molti esperti in realtà la ritengono una scienza non esatta, ma ci sono sempre più società che stanno ricorrendo all’intelligenza artificiale per capire quali sono i dipendenti che meritano di rimanere e quelli che non lo meritano.
In questo modo eventuali licenziamenti potrebbero essere stabiliti dall’intelligenza artificiale.
Il lato oscuro è che spesso i dipendenti non sanno che le aziende hanno deciso di usare l’intelligenza artificiale emotiva per indagare i loro sentimenti. I dipendenti che ne erano al corrente si sono dimostrati particolarmente spaventati dal fatto che la tecnologia avrebbe potuto compromettere la loro posizione nel caso in cui non svolgessero al meglio il proprio lavoro. Per esempio l’intelligenza artificiale viene usata nei call center, per indagare le emozioni dei rappresentanti del servizio clienti e quelle degli utenti al telefono, così da fornire ai dipendenti feedback utili per adattare il proprio tono di voce a quello che l’algoritmo ritiene più corretto.
Intelligenza artificiale: la sedia con biosensori
Recentemente Framery, un’azienda attiva nella vendita di prodotti da ufficio, ha testato una sedia per gli uffici dotata di biosensori per misurare “la variabilità della frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e il nervosismo delle persone”, come ha affermato il fondatore Samu Hällfors. Si tratta di uno strumento che serve a determinare il sentimento generale di un ufficio, capire quando i dipendenti risultano più stressati e intervenire per consentire loro di lavorare in condizioni migliori. Ciò che non è ancora chiaro, come sottolineato da Wired, è come vengono trattati i dati personali, ed emozionali, dei dipendenti. Essendo che le emozioni non possono essere considerate come un dato biometrico univoco, l’uso dell’intelligenza artificiale emotiva sul luogo di lavoro non è regolamentato negli Stati Uniti. In Europa si sta lavorando ad un disegno di legge che probabilmente renderà illegale questa pratica.
Questo perché lo stato d’animo di una persona deve rimanere di sua proprietà e nessuno dovrebbe mai avere il diritto di indagarlo per usarlo contro di noi.