Pochi mesi fa non esistevano ricerche per posti di lavoro associati all’intelligenza artificiale, ma ora tutto è cambiato. È boom di offerte di lavoro e lo dimostrano i dati di LinkedIn, riportati da Forbes.
Intelligenza artificiale: è boom di offerte di lavoro
Qualche mese fa, almeno fino a maggio, la ricerca di “responsabile dell’intelligenza artificiale” non esisteva neanche. Ora le posizioni lavorative associate a questa nuova tecnologia sono molte di più e la richiesta continua ad aumentare. Secondo dati diffusi dal rapporto Future of Work di LinkedIn, come riportato da Forbes, la quota di annunci di lavoro a livello globale in cui vengono citati Gpt o ChatGPT è aumentata di 21 volte dal novembre 2022, quando OpenAI ha messo a disposizione di tutti il suo chatbot di intelligenza artificiale.
“Stiamo assistendo a un’evoluzione del mondo del lavoro più rapida rispetto al passato” ha commentato Karin Kimbrough, chief economist di LinkedIn. Tra le nuove qualifiche lavorative ci sono “chief AI officer”, “ingegnere dell’IA”, “responsabile dell’IA”, “specialista dell’IA”, “consulente per l’IA”, e “AI data scientist”. Secondo il rapporto, il numero di aziende statunitensi con un responsabile dell’intelligenza artificiale è quasi triplicato negli ultimi cinque anni.
Anche altri siti che raccolgono offerte di lavoro hanno notato e segnalato un boom di proposte che riguardano l’intelligenza artificiale. L’11 agosto, Indeed aveva 529 offerte per posti di questo genere, per un milione di annunci. Si tratta della quota più alta, con un aumento di cinque volte rispetto a novembre 2022. Se è vero che le assunzioni stanno rallentando, l’economista di Indeed, Cory Stahle, ha spiegato che la domanda di persone con competenze che riguardano l’intelligenza artificiale è ancora molto alta.
ZipRecruiter ha fatto sapere di aver registrato 1.309 offerte di lavoro legate all’intelligenza artificiale solo a luglio, contro le 21 dello stesso mese dello scorso anno.
Intelligenza artificiale: i lavori che potrebbero sparire e le nuove posizioni in crescita
Serviranno anni per capire se saranno più i posti di lavoro che l’intelligenza artificiale andrà a creare o quelli che eliminerà. Il rapporto di LinkedIn arriva dopo mesi di ricerche che hanno provato a calcolare quanti posti di lavoro verranno effettivamente cancellati da questa nuova tecnologia. Forbes ha riportato che Goldman Sachs ne ha stimati 300 milioni. Un sondaggio tra i datori di lavoro condotto al World Economic Forum, pubblicato in un report di maggio, ha svelato il pronostico che saranno 83 milioni entro il 2027, a fronte di 69 milioni di posti di lavoro creati, con una perdita di 14 milioni.
John Svikola, cofondatore della società di consulenza Gai Insights, da tempo consulente in materia di intelligenza artificiale, ha paragonato questo momento a quello che è accaduto quando, con l’introduzione delle auto a guida autonoma, si pensava che gli autisti sarebbero scomparsi, cosa che ovviamente non è mai accaduta.
Altre cariche che potrebbero diffondersi sono quelle di “esperto di etica” e “chief trust officer”. Le compagnie vogliono integrare sempre di più l’intelligenza artificiale nei loro sistemi, come spiegato dal fondatore della società di tecnologia e formazione sull’IA, Fusemachines, Sameer Maskey, per cui sarà importante riuscire a “dimostrare gli utenti finali di avere fatto tutto il possibile per rendere il sistema imparziale”. Il rapporto di LinkedIn di cui abbiamo parlato ha rilevato anche che gli studenti delle piattaforme stanno aggiungendo in modo molto rapido delle competenze legate all’intelligenza artificiale, per aumentare le loro possibilità. Un ritmo che è raddoppiato.