Confartigianato ha lanciato l’allarme. La nuova era dell’intelligenza artificiale potrebbe minacciare 8,4 milioni di lavoratori. I numeri sono davvero molto alti e il rischio sembra aumentare.
L’intelligenza artificiale minaccia 8,4 milioni di lavoratori: l’allarme di Confartigianato
La nuova era dell’intelligenza artificiale può aiutare chi è ben posizionato, ma causare anche forti danni a chi resta indietro. L’allarme è stato lanciato da Confartigianato, che nel suo ultimo rapporto ha stimato oltre un terzo degli occupati in Italia a rischio per l’impatto di questa tecnologia. Il numero uno di Nvidia, Jensen Huang, nelle stesse ore, stava esultando per i risultati incredibili ottenuti dalla sua azienda. “Una nuova era informatica è cominciata. Le aziende di tutto il mondo stanno passando dal calcolo generico al calcolo accelerato e all’intelligenza artificiale generativa” ha dichiarato.
Nvidia ha registrato tassi di crescita davvero sorprendenti. Nel secondo trimestre dell’anno i ricavi sono saliti a 13,5 miliardi, ovvero l’88% in più rispetto al primo trimestre, e il 101% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dall’inizio di quest’anno il titolo ha guadagnato a Wall Street quasi il 230% e i ricavi continuano a crescere. Un balzo avvenuto nonostante le restrizioni americane alle esportazioni dei chip più avanzati in Cina. Secondo Huang “la gara per adottare l’intelligenza artificiale generativa è iniziata”.
Eppure questa tecnologia potrebbe diventare una seria minaccia per i Paesi non ancora abbastanza attrezzati. La sua diffusione potrebbe mettere a rischio ben 8,4 milioni di lavoratori italiani, compresi quelli più qualificati. Secondo il rapporto di Confartigianato, il 36,2% della forza lavoro ne subirà l’impatto.
La regione più esposta a questi rischi è la Lombardia, con il 35,2% degli occupati assunti nel 2022 in bilico. A seguire troviamo il Lazio, con il 32%, mentre Piemonte e Valle d’Aosta sono insieme al terzo posto con il 27%. Anche altre grandi economie europee sono a rischio, come Germania e Francia, i cui lavoratori in bilico sono rispettivamente il 43% e il 41,4%, La media europea è del 39,5%.
Intelligenza artificiale, Confartigianato lancia l’allarme: le professioni a rischio e le nuove opportunità
Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate, soprattutto a contenuto intellettuale e amministrativo. Si parla dei tecnici dell’informazione, dei dirigenti amministrativi e commerciali, degli specialisti in scienze e ingegneria anche dei dirigenti della pubblica amministrazione.
A rischiare di meno sono le attività lavorative che hanno una componente manuale non standardizzata. L’intelligenza artificiale da rischio può anche trasformarsi in opportunità in alcune situazioni. Marco Granelli, presidente di Confartigianato, ha dichiarato che “non va temuta bensì governata dall’intelligenza artigiana”. Confartigianato evidenzia come l’intelligenza artificiale sia l’arma che le imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività in particolare, il 6,9% delle piccole aziende italiane usa robot nei propri processi, superando il 4,6% della media europea e doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi fa ricorso a sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nuovi investimenti nell’applicazione di questa tecnologia.