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Intervista a Michele Franzese, Event maker e Digital transformation manager, autore del libro Human Digital Events

Michele Franzese, Event maker, Digital transformation manager e CMO dell’agenzia creativa Scai Comunicazione, risponde alle domande di Think.it.

michele franzese

Michele Franzese, Event maker, Digital transformation manager e CMO dell’agenzia creativa Scai Comunicazione, ha da poco pubblicato un libro sul futuro degli eventi intitolato Human Digital Events. Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscere da vicino i cambiamenti complessi che sta attraversando il settore degli eventi.

D. Eventi fisici ed eventi digitali: basta lo strumento a renderli diversi?

R. Sarebbe semplice, ma non è così! Eventi fisici e digitali non sono né uguali né diversi. Un evento fisico, come priorità, prevede un pubblico in presenza, anche se in passato c’è già stato l’utilizzo di tecnologie per la condivisione da remoto. Per questo motivo la necessità di servirsi di una ripresa per comunicare con delle persone fisicamente distanti non è nata negli ultimi due anni. Con l’arrivo della pandemia, però, c’è stata sicuramente un’accelerazione. Un evento online, invece, presume la possibilità di connettere le persone grazie alla tecnologia, ma questo non significa semplicemente fare delle buone riprese video. Vuol dire instaurare e alimentare un’interazione reale con i partecipanti all’evento e trasmettere i contenuti dell’evento stesso in maniera innovativa.

D. La piattaforma può essere il segreto per realizzare un evento online di successo?

R. Purtroppo no. Sebbene le piattaforme disponibili siano davvero tantissime e assolutamente ben sviluppate, ad oggi non esiste ancora LA piattaforma perfetta per tutti gli eventi, semplicemente perché ogni evento è diverso dall’altro per esigenze, pubblico, obiettivi. Faccio alcuni esempi: ci sono eventi nei quali le aziende hanno necessità di mostrare i propri prodotti, eventi in cui il focus è tutto sull’intrattenimento, altri sono incentrati sulla formazione e altri ancora hanno intenti divulgativi. Insomma, la piattaforma va scelta in funzione della tipologia di evento da realizzare. Noi in Scai Comunicazione ne abbiamo testate diverse e sicuramente abbiamo le nostre preferite. Ad esempio nel libro Human Digital Events parliamo di Remo, che ci ha conquistati per la componente legata alla gamification che consente al pubblico di interagire simulando l’approccio fisico: i personaggi interagiscono con i loro avatar negli spazi, conversano seduti ai tavoli proprio come succederebbe nella realtà. Piattaforme a parte, però, sicuramente alcuni elementi sono imprescindibili per il successo di un evento e hanno tutti a che fare con la qualità: dell’audio, del video, dei contenuti, dei relatori.

D. Come stanno reagendo le aziende di fronte alle potenzialità offerte dal digitale e in particolare dal mondo degli eventi online?

R. Con evidente confusione, direi, perché l’offerta di tecnologia, informazioni e strumenti va spesso nella direzione opposta al reale utilizzo, agli obiettivi e alle possibilità dell’online. C’è sicuramente bisogno di fare chiarezza e di indirizzare, guidare le aziende nella ricerca degli strumenti migliori per le loro esigenze, perché non esistono strade uguali per tutti.

D. Ci sono stati dei settori che hanno faticato di più nell’andare online? E se sì, perché?

R. Le barriere all’ingresso esistono per molti settori, penso ad esempio a quelli che presuppongono la necessità di un approccio fisico al prodotto, ma anche semplicemente al freno dovuto ai costi, alti, di personalizzazione delle piattaforme. E poi c’è il freno della competizione. Per questo dal mio punto di vista il consiglio è sempre quello di avere un approccio all’online diverso, nuovo, dirompente.

D. Il consiglio che daresti a chi vuole organizzare oggi eventi online e ibridi?

R. Di partire dal format e dai contenuti, che rappresentano il cuore di un evento. Contenuti e format infatti hanno la capacità di mettere a fuoco l’obiettivo dell’evento e di guidare l’organizzazione dell’evento nella giusta direzione all’insegna della qualità del risultato finale. Infrastruttura, tecnologia e forma dell’evento sono una conseguenza. Ovviamente non va mai dimenticato che tutto ruota attorno all’esperienza del pubblico, che deve essere la migliore possibile.

D. Come si riesce a conservare la dimensione umana all’interno di un evento online o ibrido?

R. Con l’aiuto della tecnologia, anche se la differenza sostanziale è data sempre dall’approccio all’interazione. Oggi esistono tecnologie che offrono straordinarie e interessanti possibilità di coinvolgimento del pubblico, ma non bastano ancora. La vera sfida per la riuscita di un evento, che si tratti di un evento ibrido, fisico o digitale, è saper coinvolgere il pubblico. E quando parliamo di eventi online, la sfida è doppia, perché bisogna convincere i partecipanti su un doppio binario, quello della dimensione fisica e virtuale, cercando di ascoltare, capire le attese, intervenire per migliorare l’esperienza utente quando è necessario.

D. Come sarà il futuro degli eventi?

R. Assolutamente ancora da scrivere. Oggi la stessa definizione di evento sta cambiando, è già cambiata grazie al digitale. Nel futuro degli eventi, per la necessità di ridurre la partecipazione in presenza e grazie alla spinta tecnologica e alla sempre maggiore qualità raggiunta, servirà avere curiosità, innovare, interessarsi con occhio critico alle nuove tecnologie, sperimentare.

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Scritto da Redazione Think

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