Panakès Partners é una società gestione del risparmio, una SGR, che è stata creata nel 2015 da tre soci, Fabrizio Landi, Diana Saraceni e Alessio Beverina, per supportare le startup innovative e le PMI innovative nel settore del medical technology. Ovvero tutte quelle società, di cui si è parlato molto durante tutta la crisi Coronavirus che abbiamo vissuto intensamente e stiamo vivendo parzialmente, legate al mondo della diagnostica e dei device terapeutici per risolvere grossi problemi di salute. Alessio Beverina, Founder and Managing Partner, racconta a Think.it l’approccio della società e il ruolo fondamentale che ha avuto durante l’emergenza Coronavirus.
Come individuate i progetti da sostenere?
Panakès ha creato negli ultimi 5 anni un network e una nomea tale per cui i progetti arrivano sui nostri tavoli in maniera molto numerosa.
Una società come Panakès riceve in media 700/800 opportunità all’anno, più di due al giorno (sabato e domenica compresi), attravreso vari canali. In primis ci sono gli imprenditori, che hanno sentito parlare di noi e ci contattano in maniera diretta; in secondo luogo ci sono i nostri potenziali coinvestitori o colleghi nel mondo del Venture che ci contattano su alcune tematiche perchè sanno che sono di nostro interesse. In terzo luogo noi partecipiamo a conferenze legate al mondo delle startup del settore medicale o partecipiamo a eventi propri del settore, non necessariamente legati al mondo delle startup, tutti i seminari su una patologia specifica a cui siamo molto interessati.
A partire da queste 700/800 opportunità facciamo una selezione molto importante per poi riuscire a fare alla fine dell’anno 4 investimenti. Per cui il numero di startup selezionate, a torto o ragione (spero a ragione perchè vorrebbe dire che abbiamo delle performance successivamente importanti), è molto importante. Panakès, in Italia in particolare, partecipa a molti tavoli di lavoro, conferenze settoriali, tematiche legate a premi. In ultimo, noi facciamo degli studi settoriali. Per cui, indentificata una particolare problematica, andiamo a contattare in maniera proattiva le società che sviluppano (in Italia e in Europa) soluzioni che vogliono risolvere la stessa problematica. Questo ci permette di avere una visione di quello che succede su una particolare tematica/patologia sanitaria in un mercato come quello dell’Europa e scegliere la miglior tecnologia, il miglior team e la miglior proposta sul nostro tavolo.
Qual è il vostro approccio?
È molto semplice. Oggi come oggi noi abbiamo deciso di investire in un settore molto specifico che il team di Panakes, formato da ingegneri o biologi con esperienza nel settore medicale, conosce. Noi abbiamo una forte conoscenza del nostro settore, non ci occupiamo di digitalizzazione o di ecommerce che sono settori a noi sconosciuti. Ci focalizziamo solo sui settori che conosciamo. Questo ci permette di valutare se una proposta di investimento è interessante e, successivamente all’investimento, di supportare le società con le nostre competenze e le nostre conoscenze del settore e delle persone che si muovono nel settore, siano essi tutti i grandi gruppi industriali o potenziali clienti.
Dopo l’investimento noi supportiamo le nostre società non solo con l’investimento ma altresì con aiuti di diversa natura, dalla direzione strategica, alla definizione di uno studio clinico, alla strategia migliore da adottare dal punto di vista regolatorio, piuttosto che le assunzioni del personale aggiuntivo di cui si deve circondare il fondatore della società, fino all’uscita potenziale, portando in discussione direttamente ad alti livelli con i grandi gruppi industriali italiani ed esteri. È un approccio molto specifico, focalizzato su una tematica e quindi le nostre competenze emergono quando facciamo l’investimento.
Quanto queste realtà di startup nell’ambito medicale-sanitario sono fondamentali per innovare il mercato della cura?
Innanzitutto, l’emergenza da Covid, che ha avuto degli effetti umani, sociali e societari abbastanza devastanti ma ancora sconosciuti visto che si scoprirà tra qualche mese come l’economia andrà in porto, ha messo alla luce l’importanza della scienza e della medicina. È chiaro che l’attenzione dello Stato e dei politici nei confronti della ricerca e di quelle che sono le soluzioni fondamentali per lo sviluppo di soluzioni di diagnostica innovativa per identificare il Covid, piuttosto che di soluzioni per la cura del paziente, piuttosto che, speriamo rapidamente, del vaccino, sono entrati sotto la lente e l’attenzione di tutti.
Le startup, ricordando che in Italia il settore farmaceutico è un settore importantissimo che fattura una grande quantità di PIL (33 miliardi per la farmaceutica e 15 per il medical tech) hanno un impatto molto importante. Queste sono state molto resilienti e sono riuscite in molti casi a realizzare delle nuove tecnologie o soluzioni per risolvere alcuni problemi: si va dalla tecnologia di stampante 3D, è stata rinomata ed è apparsa su tutti i giornali, che permette di sviluppare una parte del respiratore, fino a tutta una serie di soluzioni intelligenti di diagnostica di tipo innovativo che permettono di rimpiazzare il tampone, che aveva un certo costo e una certa complessità di attuazione piuttosto che dei test sierologici, piuttosto che tutte le nuove società che stanno sviluppando un vaccino che sono al lavoro in maniera importante per poter portare a termini degli studi clinici che evidenzino che il vaccino funzioni.
È fondamentale che l’innovazione di queste startup o di questi laboratori di ricerca, venga portata sul mercato e ci sono stati molti esempi, anche nel mio protafoglio di Panakés, di soluzioni che non erano il focus principale della società ma che grazie al Coronavirus sono diventate tali. Ti faccio due esempi pratici. Una società di portafoglio Panakés basata in Puglia, che si chiama Echolight, ha sviluppato e commercializza, grazie al finanziamento di Panakes nel 2016, una soluzione non invasiva per diagnosticare l’osteoporosi. In parallelo durante il Covid la società ha applicato la sua soluzione tecnica, che non era altro che un sistema di ultrasound, invece che all’osteoporosi, all’analisi polmonare. Stanno quindi realizzando un clinical trial per mettere in evidenza che la soluzione, per nulla invasiva e dal costo molto basso, può essere una soluzione alternativa alla Tac, che è stata inizialmente usata come unica soluzione di imaging per verificre che il paziente aveva bisogno di essere intubato perchè i suoi polmoni erano danneggiati.
Fare una tac costa tanto, la soluzione è estremamente complessa da mettere in opera perchè bisogna metter il paziente sul lettino e mettere in pratica un sistema di pulizia estremamente complesso, per cui non se ne potevano fare tante. Una soluzione del genere può permettere in maniera molto rapida di verificare le condizioni del paziente, una volta che ha preso il virus, e di identificare lo stato di degradazione dei suoi polmoni. Questo è un caso che non è un pivot ma, a partire da una soluzione esistente, la società ha sviluppato qualcosa di innovativo per rispondere a una chiara problematica emergenziale che era quella del Covid.
Faccio un altro esempio: una delle nostre società basate in Inghilterra, che si chiama Alesi Surgical, ha sviluppato ua tecnologia che veniva utilizzata per eliminare il fumo durante la chirurgia laparoscopica, perchè quando taglia all’interno dell’addome il medico-chirurgo crea del fumo. Se un paziente contaminato dal virus era operato in laparoscopia, i fumi che uscivano normalmente dall’addome erano super contaminati dal virus e questo poteva contaminare di conseguenza tutto il personale medico e paramedico: infermieri, medici, chirurghi e anestesisti che erano intorno al paziente. Il fatto di utilizzare la soluzione di Alesi permette che il fumo, insieme ai i gas che si sono creati, rimangano all’interno del paziente, e che non contaminino il personale medico. Questa soluzione in questo momento sta avendo richieste importanti negli Stati Uniti perchè il medico vuole essere protetto. Questi sono due esempi dell’importanza dell’innovazione e delle startup.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
In primis, negli ultimi mesi Panakes non si è mai fermata, ha continuato ad operare. Tant’è vero che stiamo realizzando due nuovi investimenti proprio in questi giorni, sempre nel settore medicale non necessariamente legati al mondo Covid. Abbiamo lavorato molto durante il periodo di crisi, come credo tutti i miei colleghi che si occupano di investimenti, nella gestione delle nostre società per supportarle in questo periodo di incertezza e di crisi. Bisogna ricordare che il semplice fatto di non poter andare a vendere un device medicale in ospedale, perchè non si può mandare il commerciale a vendere, ha un impatto sulle nostre società del settore medicale.
Nonchè il fatto che, a causa del fatto che gli ospedali erano impegnati a fare altro (guarire e curare tutte le persone che ahimè sono state impattate dal Covid) tutti gli studi clinici che erano in corso negli ospedali italiani ed esteri si sono fermati. Abbiamo gestito negli ultimi 3-6 mesi le nostre partecipate per supportarle nel loro lavoro, abbiamo continuato a fare i nostri lavori di selezione e di diligence che porteranno, a meno che non succeda qualcosa di negativo negli ultimi giorni di negoziazione e di analisi del business finale, a nuovi investimenti e nei prossimi mesi continueremo le nostre attività di investimento. Chiaramente, come è stato messo in evidenza dal bisogno di soluzioni innovative, Panakes sta guardando molto seriamente la possibilità di allargare la sua finestra di investimento dal Medtech al Biotech. Nel futuro vedo Panakes come investitore anche nel settore del Biotech.
Aggiungerei un parametro interessante, ovvero che negli ultimi 3-6 mesi abbiamo lavorato molto, come Panakés, all’interno dell’associazione VC Hub che è l’associazione che raggruppa gli investitori e le startup nel settore dell’innovazione in Italia, per portare delle cose intelligenti all’interno dei vari Decreti Legge che sono stati emessi negli ultimi tre mesi dal governo, in modo tale che supportassero in maniera importante il mondo delle startup. Nel Decreto Rilancio c’è un buon pacchetto, migliorabile sempre, per il mondo delle startup e come membro di VC Hub e come segretario di VC Hub sono contento della cosa e sono altrettanto contento che in Italia, ci sia molta attenzione al mondo delle startup e dell’innovazone, perchè sono veramente il futuro del paese e possiamo trovare delle soluzioni, come quelle in campo medicale, che possono risolvere veri problemi come quello che abbiamo avuto negli ultimi tre mesi. Nell’ambito del life science VC Hub ha lanciato un tavolo di lavoro tra i suoi soci che sono nel mondo del life science per poter proporre da qui alla fine dell’anno delle cose concrete per migliorare il settore non dal punto di vista del grande gruppo farmaceutico ma dal punto di vista dell’investitore e della startup.