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Jeremy Heimans:Una casa dei movimenti per cambiare il mondo

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Qual è la chiave del successo per un movimento? Come si fa a coinvolgere masse di persone, che hanno a cuore una causa, e creare movimenti che riescano – concretamente – a cambiare qualcosa nel mondo?. Che valore ha la firma che mettiamo su una petizione online e come si finanziano i movimenti online?

Ebbene abbiamo pensato di chiederlo a qualcuno che ha una certa esperienza. Jeremy Heimans ha cominciato a creare movimenti ed a fare pressione sui politici in Australia già all’eta’ di otto anni. Partito bene, gli è andata sempre meglio: ha co-fondato Avaaz (che all’ultima conta segna 20 milioni di membri) , GetUp, ed è ora co-fondatore e CEO di Purpose , quella che lui chiama “la casa dei movimenti del 21esimo secolo”.

Lo incontriamo a Londra nella sede di Nesta, la principale “pompa dell’innovazione” inglese, per parlare dei “nuovi poteri”che grazie alla tecnologia stanno riuscendo ad imporsi sulle istituzioni politiche ed economiche tradizionali.

Pensiamo che da lui potremo imparare qualcosa e chissa’, magari avere anche qualche consiglio per il nostro mobilizzatore di masse nazionale per eccellenza, il leader del Movimento più nell’occhio del ciclone del momento: Beppe Grillo con il suo Movimento 5 Stelle.

Il co-fondatore di Avaaz parla del fenomeno in atto: “Nel mondo è in corso una battaglia epica tra “vecchi” e “nuovi poteri” – dice HeimansLe persone si stanno organizzando in molti modi per sfidare i poteri consolidati. Nel mondo dei Media ed in economia siamo all’ultima fase di questa trasformazione, ma anche in politica si sta delineando uno spostamento di poteri, dalle elite tradizionali ai cittadini”.

La Finlandia ad esempio si è dotata dello strumento dell’Open–Ministry , in Islanda i cittadini hanno contribuito a scrivere la Costituzione in crowdsourcing, per non parlare del sistema di petizioni online introdotto del governo britannico.

In Italia, si impone il nuovo M5S e l’ipotesi di un governo stabile si allontana…Glielo ricordiamo.

Beppe Grillo deve stabilire un equilibrio, mantenere viva l’integrità e l’autenticità del suo Movimento ma allo stesso tempo deve dargli una struttura più matura, che abbia credibilita’ anche sul piano politico” ci dice Jeremy.

Per struttura più matura, il co-fondatore di Avaaz intende un eco-sistema di persone di talento ed esperte che possano guidare il M5S insieme allo stesso Grillo.:”il suo movimento non potrà essere retto solo da un unico leader carismatico, deve essere un movimento in grado di contare su molti leader.

Il mio consiglio per Grillo è che formi una nuova generazione di esponenti del suo movimento, in modo che possa restare in piedi qualsiasi cosa possa succedere a lui”.

Secondo Heimans le fonti tradizionali di potere non devono essere completamente eclissate dalle nuove forme partecipative. Al contrario, i “vecchi leader “devono dispiegare le nuove fonti di potere che stanno emergendo”per questo ha messo in piedi l’imponente piattaforma tecnologica di Purpose. “Lavoriamo con le istituzioni consolidate per aiutarle ad adattarsi, a cambiare il proprio comportamento e le proprie ideologie alla luce di questo spostamento in atto verso le nuove forme di potere partecipato. Buona parte del nostro lavoro consiste nell’aprire la classe politica alla partecipazione di massa – dice Jeremyin posti come l’India, il Brasile, l’Africa Subsahariania via via che la crescita economica e la tecnologia democratizzano i processi bisogna chiedersi che tipo di democrazia possiamo ottenere? La partecipazione attiva delle classi emergenti e del popolo della rete possono portare ad un processo politico più vibrante”.

O destabilizzante, come in Italia.

La reazione a quello che è accaduto con Beppe Grillo in Italia spesso è del tipo: Oddio, questa situazione è “fuori controllo”. L’Italia ha bisogno di una democrazia funzionante ed è anche necessario che la mobilitazione di massa possa esprimersi politicamente – rimarca HeimansQuindi penso che la soluzione sia riuscire a combinare le istituzioni classiche con quelle che stanno emergendo. Se questo porta al caos le istituzioni tradizionali dovranno rendersi abbastanza robuste da affrontarlo”.

Grillo, ci segue?

Le masse portano benefici alla società, e profitti a chi le sa mobilitare… Purpose è un modello interessante, lavora sia come organizzazione profit (offrendo strategie digitali, marketing e comunicazione a grandi società e multinazionali) sia come no-profit, come una sorta di ibrido di quelle che negli Stati Uniti si chiamano B Corp o Benefit corporation.

Non vogliamo solo tirare sassi dall’esterno – spiega Jeremypensiamo che sia molto importante giocare un ruolo anche dall’interno delle grandi società, in diversi contesti e dove questo è appropriato. Stiamo molto attenti alle compagnie con cui lavoriamo; al momento Google, ad esempio. Ci sono poi momenti in cui, invece, facciamo campagne di mobilitazione contro grandi società attraverso le organizzazioni no profit che abbiamo creato e che si occupano di progetti specifici. Dunque la nostra struttura è organizzata, in parte, garantendo la separazione istituzionale delle nostre diverse funzioni tra profit e no-profit, ma soprattutto restando fedeli al nostro impegno ideologico che è quello di “sporcarci le mani” cercando di capire come cambiare l’economia e non facendo “i puri”, facendo anti-politica di chi critica e basta”.

Chiarita subito la strategia di business (e ideologica) di Purpose, possiamo concentrarci sui benefici effettivi di questi “movimenti del 21esimo secolo” e capire il meccanismo per cui, ad esempio, la firma che mettiamo su una petizione online puo’ finire col colpire davvero l’occhio dei potenti.

Il primo vantaggio della partecipazione di massa sono le “proporzioni”- spiega Jeremy: “Avaaz ha 20 milioni di membri nel mondo. Si usa la tecnica delle petizioni online come gradino di ingresso a forme di politicizzazione e di coinvolgimento più profonde che poi possono creare un cambiamento. Dobbiamo pur iniziare da qualcosa. Aggregare un folto contingente di persone che vogliono avere peso su una determinata questione, dà legittimità alla loro azione. Cosa che manca nell’ approccio tradizionale delle decisioni prese dall’alto verso il basso”.

Jeremy porta l’esempio dell’India dove, come risposta all’orribile stupro della ragazza sul bus (che poi è deceduta), la gente si è organizzata in movimenti spontanei portando il dibattito su una questione che il governo poi non ha più potuto nascondere sotto un tappeto.

La prontezza della risposta in rete non solo consente di velocizzare i processi politici ma, se si agisce in fretta, seguendo il naturale ritmo emotivo con cui le persone reagiscono agli eventi, non si perdono preziose opportunità.

Il movimento “incubato” da Purpose in Brasile, Meu Rio offre una prova concreta. Il Brasile si sta preparando ad ospitare la Coppa del Mondo e le prossime Olimpiadi, ovviamente gli appetiti sono tanti. Heimans racconta di come il governo, con una mossa a sopresa, abbia annunciato di punto in bianco che in quello stesso giorno si sarebbe tenuto il voto su una proposta di legge per cambiare il codice dell’ambiente (e rendere la vita più semplice alle grandi società di costruzione). “A Rio un adulto su 30 è membro di Meu Rio – dice il CEO di Purpose – hanno inondato di mail i parlamentari e siamo riusciti a mobilitare duecento persone davanti al Congresso dove si sarebbe dovuto tenere il voto. Non era mai successa una cosa del genere. Intimoriti dal potere della gente, i parlamentari non hanno voluto associare il proprio nome ad un voto così impopolare e così il governo ha ritirato questa proposta di legge che avrebbe davvero potuto essere un danno”.

Il modello di crowdsourcing con cui questi movimenti si finanziano, con i meccanismi che sta innescando sul mercato (pensiamo a Kickstarter), è virtuoso. Heimans qui chiama in gioco AllOut un movimento (1.5 milioni di membri) per i diritti LGBT in posti dove l’omosessualità è illegale. “Durante la guerra in Iraq sono stati uccisi 800 gay – dice HeimansLo scorso anno, lavorando a stretto contatto con gruppi sul territorio, AllOut in 12 ore è riuscito a trovare i fondi per fare evacuare dal paese 30 omosessuali che erano già stati picchiati e assoggettati a violenze e rischiavano di poter essere uccisi. Crowdfunding in azione”.

Secondo il CEO di Purpose non si deve fare un uso ossessivo (fetish) della tecnologia ma questa va calibrata a seconda del territorio in cui le varie cause sociali devono impiantarsi. The Rules ad esempio mobilita i cittadini attraverso gli squilli a vuoto sul cellulare, come quelli che si fanno agli amici per dire che stiamo già sotto casa loro. In India gli squilli a vuoto sono stati usati da Anna Hazare per una campagna contro la corruzione che ha coinvolto anche gli indiani che non hanno un computer.

Lavorare con i movimenti online dà la libertà di fare innovazione, soprattutto nel modo di comunicare cause importanti”. Heimans nella sua Australia ha fondato GetUP. Una delle cause più divertenti vinte da questo movimento che ha visto coinvolto il possibile futuro primo ministro (secondo Heimans) Tony Abbott. Questo fervente oppositore dello strumento dell’asilo politico si è ritrovato costretto a dare una lezione di surf proprio ad un rifugiato, ricevendo in cambio un’apertura di mente, davanti alla platea dei media.

GetUP è anche l’artefice del celebre video hit su Youtube usato come strategia politica nella battaglia per l’introduzione dei matrimoni omosessuali in Australia.

Cosa possiamo imparare da questi movimenti, e cosa vogliono dire per le istituzioni consolidate?Jeremy si chiede e risponde: Innanzitutto i messaggi preconfezionati per i media non contano più, come ha dimostrato OccupyWallStreet che ha fatto circolare la rivolta con un hashtag mettendo materiale a disposizione di chiunque. Le nuove istituzioni, i movimenti partecipati, devono ricordarsi che non bastano i mezzi, le vittorie veloci o le hit su Youtube. I movimenti devono chiedersi che tipo di potere potranno avere nei prossimi anni, e lavorare per avere una struttura di lungo periodo”, sprona Heimans.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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Scritto da chef

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