Nel pomeriggio di lunedì 6 settembre, il mercato delle criptovalute ha raggiunto il suo picco più alto registrato nel corso degli ultimi quattro mesi. In seguito alla notizia relativa all’adozione di bitcon da parte di El Salvador, infatti, i cosiddetti altcoin (o criptovalute alternative a bitcoin ed ether) hanno conquistato nuovi traguardi e alimentato guadagni. Una simile circostanza ha spinto gli analisti di JPMorgan ad avvertire che l’attuale interesse verso le criptovalute suggerisce che il mercato potrebbe essere maturo per una correzione.
JP Morgan, mercato delle criptovalute in fibrillazione: il caso Solana
In testa ai guadagni emersi tra le principali criptovalute, il prezzo del sol token di Solana è salito alle stelle di quasi il 19%, con un massimo storico di 164,47 dollari, estendendo un rally lungo settimane guidato dal supporto della criptovaluta per i gettoni non fungibili.
Altri top token che hanno guidato il rally hanno incluso XRP di Ripple e Chainlink-up con una crescita pari a circa il 7% ciascuno. Le criptovalute ad alto rendimento come ada di Cardano e Dogecoin, invece, sono recentemente scese di circa il 3% e l’1%.
Anche se ha sottoperformato il mercato più ampio nelle ultime settimane, anche il prezzo del bitcoin è salito di circa il 2% lunedì, superando i 52.000 dollari per la prima volta in quasi quattro mesi.
Criptovalute, il CEO Nikolaos Panigirtzoglou
In questo contesto, Nigel Green, CEO di DeVere Group e consulente patrimoniale da 12 miliardi di dollari, ha attribuito i guadagni all’anticipazione del debutto del bitcoin come valuta legale a El Salvador martedì 7 settembre, definendolo un “momento storico nell’evoluzione della valuta digitale”.
In una nota di lunedì ai clienti, tuttavia, l’amministratore delegato di JPMorgan, Nikolaos Panigirtzoglou, ha riferito che gli investitori hanno spinto le altcoin a nuovi massimi dall’inizio di agosto e ha sottolineato che la quota di mercato di bitcoin ed ethereum è scesa dal 78% del 4 agosto a circa il 67% a causa del calo di interesse istituzionale nei fondi legati alle due criptovalute principali.
Panigirtzoglou ha precisato anche che la quota di mercato del bitcoin in particolare sembra “scomodamente bassa” per gli standard storici: un probabile riflesso della “frenesia e della fibrillazione degli investitori”, al contrario dei guadagni sostenibili.
Il rally di agosto
“Il rally di agosto nei token non fungibili e la ripresa dell’attività finanziaria decentralizzata hanno aiutato non solo ethereum ma anche le criptovalute alternative che facilitano o prevedono di facilitare i contratti intelligenti, come Solana, Binance Coin e Cardano”, ha dichiarato Panigirtzoglou, lunedì 6.
“La fase precedente della frenesia degli investitori al dettaglio nei mercati delle criptovalute è stata tra l’inizio di gennaio e la metà di maggio … e gli investitori al dettaglio stanno facendo sembrare i mercati delle criptovalute di nuovo spumeggianti“.
Dopo l’entusiasmo degli investitori a gennaio e maggio 2021, i mercati delle criptovalute erano crollati rispettivamente del 13% e del 50%.
L’indagine di CoinMarketCap
In contesto internazionale, il valore delle criptovalute è salito quasi del 2% lunedì, per un totale di circa 2,3 trilioni di dollari, segnando un nuovo record, dopo il crollo del mese di maggio. È quanto riferito dai dati rilasciati da CoinMarketCap.
Nel giro di pochi mesi, infatti, i mercati delle criptovalute sono crollati di oltre l’85% dopo che la quota di mercato delle altcoin aveva raggiunto un massimo storico del 55% nel gennaio 2018, come ha notato Panigirtzoglou.
Istituzioni e mercato delle criptovalute
Oltre al ronzio intorno alle NFT, l’adozione istituzionale in corso e le crescenti preoccupazioni inflazionistiche hanno aiutato il mercato delle criptovalute a ridurre le perdite da quando la regolamentazione in Cina ha provocato un crollo di quasi il 50% all’inizio di maggio. Il mercato è ancora in perdita di circa il 10% rispetto al suo massimo storico, ma è cresciuto più del 45% nell’ultimo mese. Secondo una ricerca del fondo hedge crypto Nickel Digital, il 49% dei money manager (che hanno un patrimonio collettivo di 275,5 miliardi di dollari) crede che le istituzioni si rivolgeranno alle criptovalute per la prima volta quest’anno per proteggersi dalla minaccia dell’inflazione, che sta crescendo al suo ritmo più veloce in quasi 13 anni.