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JurisWiki ha già vinto: la Cassazione sta oscurando tutte le sentenze. Sarà un caso?

innovaizone

Ricordate che la settimana scorsa abbiamo parlato di JurisWiki, il nuovo sito che mette online gratuitamente tutte le sentenze e le banche dati giuridiche d’Italia? Sembra che Simone Aliprandi, l’avvocato che ha ideato questa nuova rivoluzionaria piattaforma, abbia colto nel segno: la Cassazione sta oscurando le sentenze. Motivi di privacy, dicono.Per spiegare cosa sta succedendo è lo stesso fondatore di JurisWiki a scriverci questo post. Comunque andrà a finire, Simone ha già vinto.

Facendo seguito al bel articolo di Andrea Zanni della scorsa settimana e a varie discussioni avvenute sui social media in questi giorni, cerco di ricostruire meglio il quadro generale relativo al progetto JurisWiki e di fornirvi alcuni curiosi aggiornamenti delle ultime ore. Lasciatemi però farvi un breve riassunto delle puntate precedenti e darvi qualche “link” per avere una visuale più completa.

Qualche settimana fa (per la precisione il 21 aprile scorso) metto online un sito su cui lavoro nel silenzio da anni e che si pone come una grande piattaforma open e condivisa per l’informazione giuridica (sentenze e relativi commenti): si chiama JurisWiki.

Succede che, appena vado online, alcuni amici giuristi esperti di privacy e informatica giuridica mi segnalano che secondo loro il progetto mi espone a troppi rischi (tra cui anche penali) perché – pare – la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato hanno esposto sui loro siti documenti non proprio conformi ai principi sulla privacy. Dentro di me penso: “ma dai, figurati se le massime corti dell’ordinamento giuridico sono cadute in una simile ingenuità!”; tuttavia per maggior scrupolo chiedo alla persona che mi amministra il sito di oscurare temporaneamente tutti i 400mila e più documenti provenienti dalla Cassazione.

Lo faccio pur rimanendo perplesso su come possa aver senso questa situazione surreale: sul mio sito, che è un semplice collettore, i documenti sono oscurati mentre sul sito della fonte originaria essi rimangono tranquillamente visibili.

E’ per me un colpo al cuore, dato che si tratta di circa due terzi del mio database e che il parsing di quella roba l’avevo pagato (anche profumatamente).

Cerco di chiarire il quadro giuridico sulla questione della privacy in un articolo e addirittura chiamo in causa su Twitter l’ex Garante della Privacy Pizzetti, ma non si riesce ad arrivare ad una soluzione che trovi tutti d’accordo.

Nel frattempo l’articolo di Andrea Zanni e grazie alla visibilità del sito CheFuturo! in molti iniziano a parlare del mio progetto, salutandolo generalmente come un passo innovativo nella direzione del libero accesso all’informazione e della trasparenza.

Ciò mi ricarica di ottimismo e inizio a pensare ai possibili sviluppi di JurisWiki, confidando che prima o poi la questione della privacy verrà dipanata, anche grazie ad un auspicabile parere dell’attuale Garante della Privacy che secondo alcuni dovrebbe arrivare a breve.

A grande sorpresa, però, poche sere fa ho appreso dall’account Twitter del collega Francesco Paolo Micozzi che sul sito della Cassazione, cercando alcune sentenze (molte, pare), si ha come risultato solo un disclaimer: “Sentenza in fase di valutazione per l’oscuramento”. Da un lato penso che finalmente giustizia è fatta, dato che ora ciò che vale per la mia piattaforma vale anche per il sito originario da cui ho tratto i documenti; dall’altro però penso che questo non sia per la nostra Suprema Corte segno di grande affidabilità.

Negli scorsi mesi erano stati in molti a segnalare perplessità sulla pubblicazione delle sentenze liberamente online e la Cassazione ha sempre “tirato dritto” lasciando intendere che la sua interpretazione dei principi sulla tutela della privacy fosse abbastanza diversa da quella suggerita dal Garante e molti giuristi specializzati.

Chiunque avrebbe interpretato il comportamento della Cassazione come un “se lo fa la Cassazione, allora si può fare”; e io sono tra questi (pochi) ingenui.

Adesso dobbiamo prendere atto di questo dietro-front, che però mi mette in una situazione non proprio piacevole (cosa devo farne ora di quei 411mila provvedimenti giurisdizionali?). In conclusione, non sono proprio sicuro che quest’ultimo passo compiuto dalla Cassazione sia proprio un effetto diretto della messa online di JurisWiki; ma di certo sembra una curiosa coincidenza che si siano attivati proprio ora nonostante mesi e mesi di segnalazioni.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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Scritto da chef

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