Come e più di ogni altro delivery, anche quello di “erba” legale è esploso la scorsa primavera: prodotti naturali, ad uso “ricreativo” e quindi ideali, a loro modo, per trascorrere in maniera più serena le lunghe giornate a casa. Non staremo qui a ricordare come per marijuana e hascisc illegali non sia mai esistito alcun protocollo di recupero nei Sert – che lo contemplano invece per alcool e tabacco – giacché il thc non dà assuefazione fisica ma solo psicologica, smaltibile con qualche settimana di astinenza. A differenza di sigarette e superalcolici (ma anche psicofarmaci) tranquillamente acquistabili al banco, pur con tutte le avvertenze suicide riportate nelle etichette, per cui le terapie di riabilitazione esistono eccome. Il business, dov’è stato tolto di mano alla malavita organizzata con l’autorizzazione al commercio per scopi terapeutici o ricreativi, ha risollevato le casse di interi stati, dagli Stati Uniti all’Uruguay.
L’Onu ha tolto di recente la cannabis dalla lista delle sostanze pericolose e sono sempre di più i paesi, in Europa e nel mondo, che ne hanno depenalizzato ufficialmente l’uso e la coltivazione personale.
Ma tornando a quella “light” – edulcorata dal principio attivo, con blandi poteri rilassanti e caratteristiche di gusto e sapore simili – abbiamo incontrato Matteo Moretti, founder e CEO di JustMary (una delle startup più note e rappresentative del mercato italiano) per fare il punto su stato dell’arte e prospettive del settore, partito da noi nel 2017, e fotografare il quadro attuale del fenomeno dopo la “bolla” delle consegne a domicilio di marzo, aprile e maggio.
Ad allarme rientrato infatti, gli utenti italiani dei prodotti consentiti, derivati dalla cannabis, sono diventati quasi la metà dei circa 12 milioni di consumatori stimati nel nostro Paese. “Si calcola che il 20% della popolazione faccia uso abituale di cannabis e oltre il 9% di cannabis legale – dice a Think Moretti -. Sono numeri importanti per un settore che può generare flussi monetari puliti molto importanti. Grazie al total lockdown di aprile e l’impossibilità di approvvigionamento di merce illegale ci hanno portati a gestire oltre 500 ordini al giorno contro una media precedente di 50”.
Concluso l’allarme, il dato si è assestato o segue le “ondate” di chiusure?
Nella prima fase sono aumentati di molto, noi abbiamo registrato un aumento del 150% dei clienti abituali.
Con la fine dell’emergenza abbiamo naturalmente perso ordini, ma ci siamo assestati su un numero circa 3 volte superiore a quello che facevamo nei mesi di gennaio e febbraio. Oggi serviamo nelle città di Milano, Roma, Torino, Firenze e Catania circa 140 persone ogni sera, con un costante aumento delle persone di tutta Italia che ordina con spedizione espressa. Marginale invece l’attività sull’estero, che però sta iniziando a crescere.
C’è stato un ritorno durante il secondo lockdown, anche questo “light”, tuttora in corso?
Questo lockdown non impedisce al mercato illegale di vendere come il precedente, quindi stiamo crescendo soprattutto grazie all’attività di marketing che abbiamo in essere.
Potete fornirci una cifra del giro d’affari che movimentate e di quante persone impiegate?
Attualmente impieghiamo 29 persone tra personale e rider. Il nostro giro di affari è di oltre 1,5 milioni per il 2020 e di questi oltre 1 milione viene reinvestito in marketing e per il prodotto. Nell’indotto stimiamo di impiegare oltre 40 persone, tra aziende produttive e marketing.
La cannabis light può rappresentare un percorso verso la disintossicazione da quella illegale da una parte, e la legalizzazione delle cosiddette droghe leggere dall’altra?
Si decisamente, avendo un thc estremamente basso non ha alcun effetto psicotropo, ma solo rilassante grazie al cannabidiolo.
Istituzioni e opinione pubblica spesso temono ciò che non conoscono: avete mai avuto problemi con le autorità o i media?
Con le autorità mai, abbiamo avuto controlli di ogni genere ma siamo una società strutturata e che rispetta le regole. Con i media invece c’è qualche problema, soprattutto con le televisioni. Ci sono altre startup che lavorano nello stesso settore, noi vogliamo offrire il miglior servizio ed una qualità eccellente al giusto prezzo.
La vostra attività ha anche un risvolto “green”.
Certo, dedichiamo parte del nostro budget a sostenere delle foreste nel mondo, compensando la CO2 emessa dal nostro lavoro.
Previsioni per il 2021?
Faremo meglio del 2020 con molti progetti in rampa di lancio o appena partiti: come la birra alla cannabis, grazie alla collaborazione col birrificio 620Passi, e justmary.farm per adottare o regalare una piantina, in collaborazione con BiorFarm.
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