Nuovo round finanziario per Keyless, la Startup di cybersecurity che ha ideato una piattaforma per il riconoscimento biometrico e la gestione delle identità; il round, pari a 2,2 milioni di dollari, è stato guidato dal gestore di Venture Capital P101 SGR, attraverso il suo secondo veicolo P102 e ITALIA 500. All’operazione hanno partecipato inoltre investitori italiani quali Maire Investments, LUISS Alumni 4 Growth, Primomiglio SGR, e investitori internazionali. Si tratta del secondo round per Keyless ed è propedeutico al Series A, previsto per la fine del 2020. Il totale raccolto dalla Startup in 18 mesi sale così a 6 milioni.
Andrea Carmignani, CEO della Startup italo-britannica, spiega: “Siamo orgogliosi di questo nuovo round, che testimonia l’interesse crescente per il settore in cui operiamo”. Anche perché il forte aumento degli attacchi di phishing: “In questi mesi di lavoro da remoto è indicativo dello stato in cui versa il panorama della gestione e dell’autenticazione delle identità. La maggior parte delle violazioni dei dati e degli hack commessi su larga scala sono causati da credenziali compromesse. Con la nostra piattaforma di autenticazione biometrica per il miglioramento della privacy abbiamo voluto eliminare la necessità di password, per cercare di porre fine a questo tipo di minacce, unificando anche l’esperienza di autenticazione per gli utenti”.
Il round finanziario di Keyless
I fondi raccolti verranno destinati al potenziamento della tecnologia proprietaria, al continuo sviluppo di soluzioni di autenticazione biometrica e di gestione delle identità informatiche, all’ampliamento del team della società e all’implementazione della strategia di lancio dell’app Keyless Authenticator. Fondata a gennaio 2019 a Londra da Andrea Carmignani, Fabian Eberle, Giuseppe Ateniese e Paolo Gasti, Keyless è una società di cybersecurity che ha sviluppato una tecnologia unica per abilitare il riconoscimento biometrico dei dipendenti di banche e imprese, che potranno così accedere ai propri account in modalità passwordless, in tutta sicurezza, utilizzando qualsiasi device con una fotocamera.
Le attuali soluzioni di mercato archiviano dati altamente sensibili direttamente sul dispositivo dell’utente. Keyless ha sviluppato una tecnologia che permette di archiviare in una rete di cloud distribuiti, anziché su singoli dispositivi o server centralizzati, i dati biometrici (fisionomia del volto e comportamento) di ogni utente, in totale sicurezza, perché crittografati tramite tecniche di “zero-knowledge” e “secure multi-party computation” – quindi non ricollegabili all’identità degli utenti e in linea con la normativa GDPR. La tecnologia brevettata dalla società permette quindi di offrire soluzioni senza password di multi-factor authentication per i dipendenti delle aziende, e di strong customer authentication per i clienti di banche e fintech. La Startup ha attirato l’attenzione di numerosi investitori internazionali (USA, Svizzera, Canada, Arabia Saudita, Singapore, Italia).
Perché P101 investe su Keyless
Per P101 l’operazione rappresenta l’ingresso strategico nel settore della cybersecurity e in particolare della biometria applicata alla sicurezza informatica, un comparto in rapida crescita che secondo le stime varrà a livello mondiale 59 miliardi di dollari entro il 2025 (dati CB Insights). Una ricerca di Gartner rileva che entro il 2022 il 60% delle multinazionali e il 90% delle medie imprese implementerà metodi di autenticazione passwordless.
“La digitalizzazione delle informazioni, specialmente nel mondo del lavoro (ma non solo), è ormai parte della vita quotidiana di ogni individuo e azienda – commenta Giuseppe Donvito, Partner di P101. – Il periodo di lockdown che abbiamo vissuto ha reso ancora più evidente quanto ormai ogni tipo di comunicazione, informazione, documento, debba passare dalla rete. Ciò che finora è mancato è un sistema di autenticazione innovativo e veramente efficace che fosse in grado di proteggere individui e aziende dalla violazione dei dati. Una soluzione come quella sviluppata da Keyless non solo permette alle imprese di non doversi occupare dell’archiviazione dei dati, ma soprattutto rende snello, agile, e finalmente più sicuro l’intero processo di autenticazione.”