La casa Med in Italy si mette a correre per le olimpiadi

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Il rendering della casa progettata da Med in Italy

Il modello della casa progettata da Med in Italy

Ecco come dovrebbe apparire di notte la casa di Med in Italy

La costruzione della casa di Med in Italy è iniziata ma ora servono nuovi fondi per terminarla

Il logo del progetto Med in Italy che partecipa al contest del Solar Decathlon Europe

È il 2012, anno di Olimpiadi. Migliaia di atleti in gara in tutte le discipline e fra loro, a rappresentare l’Italia, un’outsider assoluta. Agile, snella, Med in Italy è cresciuta tra Roma e Bolzano, beve poco, consuma ancora meno e le sue prestazioni atletiche sono elevatissime. Gareggia nel decathlon e anche lei ovviamente ha alle spalle un team che la sostiene: allenatore, preparatore atletico, un’intera squadra che punta sulle sue prestazioni occupandosi anche dei minimi dettagli.

C’è chi la sottopone a test di efficienza e resistenza, chi controlla le docce e chi la sua temperatura interna, chi è addetto alle pubbliche relazioni e chi… al montaggio. Perché l’atleta di cui stiamo parlando non è una persona, ma una casa. La competizione alla quale il suo team sogna di partecipare si chiama Solar Decathlon, ed è una sorta di olimpiade dell’architettura sostenibile, che avrà luogo a Madrid dal 14 al 30 settembre. Grazie agli ottimi risultati già ottenuti, Med in Italy in realtà è già qualificata e si è anche aggiudicata 100mila euro di contributo da parte del governo spagnolo, che però pochi giorni fa ha ritirato metà della sua partecipazione.

Un po’ come se Londra annunciasse oggi agli atleti olimpici che potrà offrirgli solo la mezza pensione.

Poche settimane fa ci ha scritto il ministro spagnolo dei Lavori pubblici in persona – racconta Chiara Tonelli, responsabile del progetto e allenatrice di Med in Italydicendo che a causa della crisi non può più far fronte agli impegni presi e proponendoci di rifirmare il contratto con un contributo dimezzato. L’alternativa era che il Solar Decathlon fosse annullato, il che per i nostri sponsor sarebbe stato un danno ben peggiore. Quindi noi, come altri team in gara, abbiamo accettato. Ora però ci troviamo con cinquantamila euro in meno a costruzione già avviata, un problema enorme”.

Come ogni vero atleta in crisi economica, anche Med in Italy si rivolgerà di nuovo agli sponsor. Dopo tutto, l’occasione di visibilità è ghiotta e la costruzione del prototipo è anche l’occasione per testare e sviluppare nuove soluzioni e tecnologie ecocompatibili che potrebbero presto andare in commercio.

In questo, il Solar Decathlon è un formidabile selezionatore. Quest’anno 15 nazioni in gara si sfideranno in una versione ecosostenibile di Giochi senza frontiere a colpi di lavatrici e asciugatrici (una prova consiste nel lavare un pacco di asciugamani consegnati dalla giuria e riconsegnarli dopo un’ora e mezza perfettamente asciutti), inviti a cena, forni e luci da tenere accesi per periodi prefissati, docce (almeno due al giorno, per cento litri d’acqua tiepida totali) e climatizzazioni naturali.

Per dimostrare ai giudici e all’intero settore edilizio l’efficienza di progetti abitativi di concezione completamente nuova.Ogni prova ha un punteggio e un vincitore e ogni competizione insegna a pensare ad aspetti specifici della progettazione – spiega Chiara – Nella casa ecologica e sostenibile il tipo di uso dell’energia è diverso da quello delle nostre case e si lavora di più sulla contemporaneità dei consumi. È una tecnica importante, perché se consumo mentre produco ho meno dispersioni. Quindi stiamo organizzando tutta la vita domestica per funzionare insieme alla produzione, con un occhio speciale per la cucina, che non punta più sulla chilocaloria ma sul chilowattora, per aiutare non solo la linea ma l’economia domestica”.

Oltre tutto, in questo caso, da prendere per la gola ci sono i team delle squadre avversarie, che andranno ospitati a cena a turno per dimostrare che la casa è accogliente, funzionale e che tutti gli elettrodomestici funzionano a dovere. Piatti della cucina tradizionale da realizzare magari facendo ricorso al piccolo erbario realizzato nel patio interno, dove spinaci e pomodorini, ma anche petunie e trifoglio serviranno da bioindicatori per tenere sotto controllo parametri ambientali come i livelli di ozono o la presenza di ossidi di azoto.

Come un bravo coach, Chiara punta al massimo risultato, ma ha individuato anche degli obiettivi intermedi:Assicurarsi una o più prove sarebbe già un grandissimo risultato – continua – ogni sponsor è interessato a vincere la prova nel suo settore e noi stiamo facendo di tutto per riuscirci. Tra i nostri avversari il più competitivo è il team tedesco, ma la vera bestia nera, che secondo me era quello di Delft, si è ritirato dopo i tagli spagnoli, lasciandoci ottime chance di ben figurare”. In effetti, Med in Italy è un’atleta davvero competitiva e ha da giocarsi molte carte. Ecologica, energeticamente autosufficiente, antisismica, la casa è capace di riciclare l’acqua e di rinfrescarsi da sola e si può montare in un solo giorno compresi il giardino e il patio esterno.

Cento metri quadrati in totale, che uniscono la tradizione mediterranea a soluzioni di alta tecnologia: un modulo da vivere come una villetta in mezzo alla campagna o su un’isola (dato che non ha bisogno di allacci idrici, fognari o elettrici), oppure da impilare in un condominio. Med in Italy nel corso dei due anni di progettazione, ha subito diverse evoluzioni, ma l’ultima versione è stata da poco presentata al pubblico in occasione di Next – La Repubblica delle idee: monta circa settanta metri quadrati di pannelli fotovoltaici in silicio policristallino e produce tre volte quanto consuma, è dotata di impianti per il recupero e il filtraggio degli scarichi, ha una climatizzazione naturale ed è costruita con blocchi che integrano elettrodomestici e sanitari insieme a tubature e impianti elettrici per poter essere montata rapidamente.

Del suo team, oltre all’università di Roma Tre dove Chiara Tonelli fa la ricercatrice, fanno parte anche La Sapienza e la Libera università di Bolzano e Fraunhofer, insieme all’Agenzia Casaclima, Rubnerhouse, il Ministero politiche agricole e Frost Italy (per citarne solo alcuni). Un gruppo di sponsor, assistenti tecnici e preparatori atletici di tutto rispetto, al quale Chiara, grazie al crowdfunding, è riuscita ad aggregare anche dei semplici tifosi, che hanno scelto di supportare la partecipazione italiana al Solar Decathlon.

Tra gli sponsor abbiamo anche piccole aziende – racconta ancora – che hanno usato il progetto per sperimentare e ideare nuove soluzioni abitative. Italian manifacturing per esempio ha investito tantissime risorse per mettere a punto con noi un impianto domotico di nuova generazione, che ora stiamo anche brevettando: abbiamo finalmente inventato un sistema che è in grado di capire qual è il momento migliore in cui innescare un consumo casalingo (es. accendere il climatizzatore o la lavatrice, ndr), lasciando però all’utente la possibilità di fare un’altra scelta. Sembra ovvio, ma non è così banale: in alcune case passive la domotica può diventare un incubo in cui decide tutto la casa e tu puoi far saltare ogni cosa semplicemente aprendo una finestra. Med in Italy invece consente l’interazione tra la casa e la persona”.

In attesa di risolvere i problemi finanziari che decideranno la sua partecipazione al Solar Decathlon, l’atleta intanto è già prenotata per un tour promozionale nel suo paese: in ottobre parteciperà al Saie di Bologna e ai primi del prossimo anno alla fiera Klimahaus di Bolzano. La preparazione atletica per Madrid comunque è già iniziata, i vari pezzi sono in costruzione a Bolzano e stanno per essere assemblati. Poi inizieranno i test e nel frattempo gli sponsor diranno l’ultima parola: se tutto andrà bene, a settembre potremo di nuovo tifare Italia.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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