Il contesto delle pratiche commerciali sleali
Negli ultimi anni, la Commissione europea ha sollevato preoccupazioni crescenti riguardo alle pratiche commerciali sleali e illegali della Cina, in particolare nel settore delle proprietà intellettuali. Queste pratiche non solo danneggiano le aziende europee, ma minacciano anche l’integrità del mercato globale. La richiesta di intervento da parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) rappresenta un passo significativo verso la protezione dei diritti di proprietà intellettuale a livello internazionale.
Le problematiche legate ai brevetti essenziali
I brevetti essenziali sono fondamentali per lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie avanzate, come il 5G, che sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Le aziende europee, leader nel settore delle telecomunicazioni, detengono un numero considerevole di questi brevetti.
Tuttavia, la Cina ha adottato misure che consentono ai suoi tribunali di stabilire royalties obbligatorie per l’uso di tali brevetti, senza il consenso dei titolari. Questo ha costretto le aziende europee a ridurre le royalties, creando un accesso più economico per i produttori cinesi alle tecnologie europee, ma a scapito della competitività e della sostenibilità economica delle aziende stesse.
Le azioni della Commissione europea
La Commissione europea ha dichiarato che tali pratiche sono incompatibili con l’accordo del WTO sui diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS). Di conseguenza, è stato richiesto l’avvio di consultazioni come primo passo della procedura di risoluzione delle controversie in seno al WTO. Questo intervento è particolarmente rilevante, considerando che la Cina ha già emesso “anti-suit injunctions” che minacciano sanzioni per i titolari di brevetti che cercano di far valere i loro diritti in tribunali non cinesi.
La decisione finale del WTO è attesa entro marzo 2025, e potrebbe avere un impatto significativo sulle relazioni commerciali tra l’Unione Europea e la Cina.