La minaccia del cambiamento climatico sulle località sciistiche
Negli ultimi anni, le Alpi hanno vissuto un cambiamento drammatico a causa del riscaldamento globale. Secondo l’Emission Gap Report 2023 del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), la temperatura globale potrebbe aumentare di 2,9°C entro la fine del secolo. Questo scenario preoccupante ha spinto il Comitato Olimpico Invernale a riflettere sul futuro degli sport invernali. Entro il 2040, si prevede che solo dieci paesi rimarranno in grado di ospitare competizioni sciistiche, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte località alpine.
La dipendenza dalla neve e le sue conseguenze
In Italia, la situazione è particolarmente critica. Con il 90% delle piste già innevate artificialmente, come riportato da Legambiente, le località sciistiche si trovano a fronteggiare una crisi senza precedenti.
Il report “Neve diversa” dell’associazione ha identificato 181 luoghi in cui la neve naturale è ormai un ricordo, definendo questa situazione come un “accanimento terapeutico”. Le opinioni sono divise: alcuni vedono questa dipendenza come uno spreco di risorse pubbliche, mentre altri avvertono l’urgenza di trovare soluzioni alternative per garantire la sostenibilità economica delle località turistiche.
Iniziative per un futuro oltre la neve
Per affrontare questa crisi, l’Unione Europea ha avviato il progetto “BeyondSnow”, un’iniziativa interregionale che mira a supportare le località alpine nella transizione verso un futuro meno dipendente dalla neve. Coordinato da Eurac Research di Bolzano, il progetto coinvolge dodici partner e dieci località pilota, dalle Alpi francesi a quelle slovene. Queste località stanno esplorando strategie innovative per diversificare la loro offerta turistica e ridurre la dipendenza dagli sport invernali.
Alcuni comuni, come Balderschwang in Germania e Métabief in Francia, hanno già iniziato a chiudere impianti sciistici, mentre altri, come Monesi di Triora in Italia, stanno ancora cercando di riprendersi da questa transizione.
Processi partecipativi e consapevolezza locale
Un aspetto cruciale del progetto “BeyondSnow” è il coinvolgimento delle comunità locali. Attraverso processi di co-design, i ricercatori hanno lavorato a stretto contatto con gli abitanti per identificare le loro esigenze e preoccupazioni. Andrea Omizzolo, ricercatore di Eurac Research, sottolinea l’importanza di creare consapevolezza riguardo ai problemi climatici. Una mappa interattiva è stata utilizzata per mostrare agli amministratori e ai cittadini gli effetti della crisi climatica, evidenziando il rischio di assenza di neve e le conseguenze socio-economiche ad essa associate.
Modelli di adattamento e resilienza
Per aiutare le località a pianificare il loro futuro, è stato sviluppato il Resilience Adaptation Model (Ram), che analizza 74 indicatori demografici, climatici e di gestione. Questo strumento consente di valutare i rischi e le opportunità per ogni località, ottimizzando l’allocazione delle risorse. I decisori locali sono chiamati a implementare azioni concrete basate su queste valutazioni, mentre il team di “BeyondSnow” sta già pensando a un “BeyondSnow 2”, con l’obiettivo di affinare ulteriormente il modello e fornire suggerimenti personalizzati per ogni area.