Il salvataggio di Yasmine
Dieci chilometri al largo di Lampedusa, una bambina di 11 anni, Yasmine, è stata salvata dall’equipaggio della nave Trotamar III, un’ong tedesca. La piccola, proveniente dalla Sierra Leone, ha raccontato di essere rimasta in mare per tre giorni dopo il naufragio del barchino su cui viaggiava con altre 44 persone. La sua storia ha colpito l’opinione pubblica, ma solleva anche interrogativi sulla veridicità dei fatti raccontati.
Un viaggio pericoloso
La carretta del mare, partita da Sfax in Tunisia, è una delle rotte più battute dai trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo centrale. Yasmine è l’unica sopravvissuta, mentre gli altri migranti risultano dispersi. La procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta per naufragio e omicidio colposo plurimo, cercando di fare luce su questa tragedia.
Gli investigatori stanno esaminando la versione della bambina, che non convince del tutto, e cercano di ricostruire i dettagli del naufragio.
Le condizioni del salvataggio
Il salvataggio di Yasmine è avvenuto in condizioni meteorologiche proibitive, con vento oltre i 23 nodi e onde alte fino a cinque metri. L’equipaggio della Trotamar III ha sentito le grida disperate della bambina e ha immediatamente avviato le procedure di soccorso. Una volta a bordo, Yasmine è stata avvolta in un telo termico e riscaldata, ma le sue condizioni di salute hanno sollevato ulteriori domande. I medici hanno confermato che non era in stato di ipotermia, contrariamente a quanto dichiarato dalla bambina riguardo ai giorni trascorsi in mare.
Le discrepanze nella testimonianza
Le dichiarazioni di Yasmine riguardo alla durata della sua permanenza in mare non sembrano coincidere con le evidenze mediche.
Gli specialisti ritengono improbabile che una persona possa sopravvivere in mare per più di 15 ore in quelle condizioni. I medici ipotizzano una “confusione temporale” da parte della bambina, che potrebbe non aver percepito correttamente il tempo trascorso. Le indagini sono ancora in corso per chiarire i dettagli del naufragio e per cercare eventuali tracce della carretta affondata.
Un futuro incerto
Yasmine, dopo il salvataggio, ha ricevuto assistenza da parte di organizzazioni umanitarie e ha raccontato di avere ancora familiari in Tunisia e Sfax. La sua storia è un esempio delle difficoltà e dei pericoli affrontati dai migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa. Mentre le indagini proseguono, la comunità internazionale è chiamata a riflettere sulle politiche migratorie e sulla necessità di proteggere i diritti dei più vulnerabili.