in

La Maker Faire di Roma, dove ho visto il mio futuro diventare presente

lifestyle

Che giornate indimenticabili quelle dal 3 al 5 ottobre a Roma, alla European Maker Faire. Sono state dense, ricche di emozioni e di incontri, giornate in cui si sono materializzati gli amici da tutta Italia e dagli States che per il resto dell’anno sono amici virtuali. Per noi smanettoni è importante ogni tanto passare dal virtuale al reale. La Maker Faire è il mio habitat naturale, il posto in cui più mi sento a mio agio, dove incontro persone con i miei stessi interessi e passioni e vedo oggetti interessanti, che catturano la mia curiosità e attenzione. E’ il posto in cui il futuro si fa presente, dove i sogni e le idee prendono forma e vita.

Si esce dalla Maker Faire carichi di energia e di fiducia perché ti rendi conto che non c’è limite alla fantasia, alla creatività e al sapere fare e realizzare.

Tocchi con mano che se ti impegni e non ti arrendi puoi anche cambiare il mondo. Ti rendi conto che ci sono tantissime persone generose, appassionate, che non vedono l’ora di aiutarti, di farti crescere e di insegnarti quello che sanno. Qui, alla Maker Faire, non esistono gli italiani del nord e del sud, ci sono solo tanti cittadini che si ingegnano, brigano, sbagliano, ma ci riprovano, che si scambiano idee, condividono progetti e passioni per crescere, imparare e migliorare.

Mi piace che il movimento dei makers italiani abbia come epicentro Roma, con la sua unica e invidiabile storia e la sua bellezza senza eguali. E’ la perfetta sintesi di passato e futuro che si intrecciano.

Questa è stata la mia seconda Maker Faire, ed è stata davvero speciale.

Sono stato soddisfatto del mio intervento, nonostante la tremarella iniziale, quando ho visto l’Auditorium Parco della Musica preso d’assalto da oltre mille studenti, ma gli occhi sorridenti, complici e affettuosi di Riccardo Luna hanno reso tutto più facile. E’ stato stimolante ascoltare le testimonianze e i progetti degli altri giovani speaker, provenienti da tutto il mondo, e con alcuni dei quali poi ho stretto amicizia. Dopo – e questa è stata una sorpresa del tutto inaspettata e di cui vado fiero – Sherry Huss mi ha consegnato gli otto Maker of Merit da distribuire ad altrettanti espositori che ritenevo meritevoli.

Ho dedicato tutta la mattinata della domenica a cercare gli otto stand di makers a cui consegnare l’onorificenza, tra i premiati spiccano: Massimo Banzi ovvero il maker per eccellenza, +LAB del Politecnico di Milano (nella prima foto in alto al post sono con Marinella Levi di +LAB), DWS ovvero l’azienda che costruisce stampanti con tecnologia stereolitografica (nella foto qui sopra sono proprio con Maurizio Costabeber di DWS), Futura Elettronica che stampa cioccolatini, Tukutuku che realizza dispositivi per l’Internet delle cose, e il Master in Architettura Digitale dello IUAV.

Ora non mi resta che mettere un po’ di ordine ai tanti stimoli e alle mille idee che mi sono venute dai tre giorni romani e … mettermi al lavoro!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

What do you think?

Scritto da chef

innovaizone

Così a Lecce l’opendata ha traformato la PA in una comunità aperta

lifestyle

Bisignani: «Così ho creato una startup che rivoluzionerà la didattica»