La mia Basilicata si gioca tutto su innovazione e digitale: cerchiamo capitani coraggiosi

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Caro Riccardo,ho appena finito di leggere il tuo appello #ilsudsiamonoi e ti scrivo di getto per partecipare al dibattito meritorio che hai aperto… e non solo, come vedrai.Credo tu abbia ragione: i dati non si commentano, o forse occorre solo andare oltre la lettura dei numeri. Di quelli Svimez come di quelli di istituzioni ed enti di ricerca qualificati che, purtroppo, da anni dimostrano la grave crisi in cui versa il Mezzogiorno.

Andare oltre i numeri significa trasformare quel sentimento di sconforto in voglia di resistere, di ripartire, di farcela. Perché c’è una verità indiscussa nel tuo intervento e riguarda quella che chiami “la bancarotta della speranza”. E’ proprio per ridare linfa alla speranza che occorrerà sempre più e sempre meglio creare le condizioni affinché uomini e donne, al Sud, possano esprimere il proprio potenziale.

Occorrerà fornire loro quegli strumenti negati da troppo tempo.

Ecco che la politica è chiamata a dare risposte, più che lanciarsi in commenti speculativi che, in gran parte, rimarranno privi di ricadute ed effetti pratici. Più che alimentare una discussione sulle cause (che pure è necessaria, se si vogliono evitare gli errori del passato), deve fornire le soluzioni.E rimettere al centro di visioni e strategie amministrative persone, idee e capacità più che macchine, fabbricati e indubbie politiche industriali scollegate dalle vocazioni e dalle attitudini dei territori.

Perché c’è una cosa che la Svimez non misura: la resilienza. La forza interiore che, se sprigionata, da sola può fare ripartire il Sud.

Quel Sud di capitani coraggiosi e progetti ambiziosi. Abbiamo bisogno di trasformare l’angoscia che inevitabilmente certe prese d’atto comportano nell’ottimismo della fatica.

Ed è per questo che ti scrivo.Sono fortemente convinto che il futuro del Sud e della mia Basilicata passi per un investimento (economico e culturale) sull’innovazione e sul digitale.Lo sai bene, visto che proprio un anno fa decidemmo di organizzare insieme “Go on Basilicata”, una giornata di promozione della cultura digitale tenutasi su tutto il territorio lucano il 24 novembre. In quell’occasione abbiamo avuto la dimostrazione di come gli innovatori ci siano e possano davvero fermare il declino, a patto che la politica sia in grado di creare le condizioni migliori per operare.

Così, ad un anno di distanza, credo che i tempi siano maturi per creare – in Basilicataun incubatore, un vero e proprio distretto in grado di evitare la “fuga” di cervelli e competenze e di creare nuovo lavoro e sviluppo.

Un progetto che non scimmiotti modelli inadeguati al Mezzogiorno e che non comporti sperpero di danaro pubblico.

È un progetto molto ambizioso ed è ovvio che da solo non posso farcela.

Io ci metto tutto l’impegno, mio e della mia Giunta, a creare le condizioni amministrative perché questo accada. Ma abbiamo bisogno di te e di tutti quelli che vogliano partecipare e dimostrare che sia possibile andare oltre la lettura dei numeri. Ed è per questo che ti scrivo: voglio invitarvi ad un incontro operativo per iniziare a realizzare questo progetto. Quando? Appena puoi.Perché, come ripeti tu, “quelli che vogliono cambiare il mondo non aspettano. Lo fanno!”

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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