La mostra “Mediterraneo da Coubert a Monet a Matisse” vuole raccontare l’immensità del mare, un elemento naturale che nel XIX secolo inzia ad assumere un’importanza particolare. Il mar Mediterraneo, così, diventa il soggetto prediletto di più generazioni di pittori francesi, da nord a sud della costa, fino all’entroterra, a cavallo del classicismo prima e del realismo poi, sino alla dissoluzione del colore evidente nei quadri di Bonnard, al confine con la metà del XX secolo.
La mostra di Palazzo Ducale, facendo ricorso a circa 80 dipinti provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, vuole proporre un viaggio nel colore, dagli accenti spiritualistici di Friedrich, alle tempeste imbevute di luce di Turner.
Tuttavia, la costa del Mediterraneo francese, si impose con un certo ritardo nella percezione che i pittori avevano del paesaggio in quell’inizio di XIX secolo, proprio nel momento in cui Pierre-Henri de Valenciennes pubblicava il suo celebre trattato sulla rappresentazione della natura.
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Tra i pittori francesi, infatti, regnava l’idea di un Mediterraneo antico, legato alla romanità. Un contributo fondamentale verso il cambiamento venne dai quadri settecenteschi di Vernet e Robert da cui la mostra prende le mosse, da Camille Corot, che dipinse alcune vedute della zona di Avignone. Senza dimenticare le opere di Félix Ziem e di Émile Loubon, con i loro quadri realizzati attorno a Marsiglia, Antibes e Nizza, così come quelli di Paul Guigou e Adolphe Monticelli, assieme a quelli di Gustave Courbet specialmente dipinti dal piccolo villaggio di pescatori di Palavas, nella zona di Montpellier.
Con l’impressionismo la natura e il plein air si impongono fortemente e molti pittori iniziarono a dipingere la costa del Mediterraneo, da Cézanne a Monet, da Renoir a Boudin a Van Gogh.
Cézanne che dagli anni settanta coltiva quello spazio, sia esso il mare o il bosco, come la nascita di una continua, sempre nuova bellezza. Renoir che proprio vicino a Cézanne dipinge, tra 1882 e 1883, scorci bellissimi di natura. E ancora i due soggiorni di Monet (presente in mostra con una decina di opere) nel 1884 a Bordighera e nel 1888 tra Antibes e Menton, quando il mare è come un tappeto di pietre preziose. E poi i due anni provenzali di Van Gogh. Anni cui seguono immediatamente quelli del post impressionismo, che hanno soprattutto in Signac tra Saint-Tropez e Antibes la loro punta di diamante. Ma anche Van Rijsselberghe, Cross, Valtat, Guillaumin, Manguin, Camoin solo per citarne alcuni.
Anche la sezione dedicata alla pittura dei Fauves è significatica, con quadri di autori quali Matisse, Derain, Marquet, Braque, Friesz, Dufy, in cui si ravvedono già i segni della modernità, che influenzeranno la pittura di Bonnard, il pittore che più di ogni altro ha saputo consegnare la lezione di Monet al secolo nuovo.
La mostra si terrà presso il Palazzo Ducale a Genova e si ha tempo per visitarla sino all’1 maggio.