S-Cambia Cibo è uno strumento collaborativo di foodsharing che abilita i cittadini allo scambio delle loro eccedenze alimentari. E questo per ridurre lo spreco domestico, che costituisce la percentuale più alta lungo l’intera filiera (42%). Più semplicemente è una dispensa collettiva di generi alimentari creata dalla collaborazione tra gli utenti che, scambiando, producono valore economico sociale e ambientale. Maggiore è il numero delle persone coinvolte maggiore è il valore generato.
Gioia pura per chi è cresciuto nella cooperazione, quel calabrone pesante che sa volare. Gioia pura per chi si aspetta, dalla cooperazione, innovazione ma soprattutto risposte concrete ai bisogni di una società che sempre più velocemente cambia.
Poche settimane fa è stata lanciata la versione beta della piattaforma S-Cambia Cibo. La creazione della piattaforma è stata possibile grazie al sostegno di Coop Adriatica che ci ha aiutato a far nascere una start up innovativa in forma cooperativa e dal bellissimo nome: RESILIA, una cooperativa nata con lo scopo di individuare e attivare progetti a favore della resilienza della città contemporanea.
Con il lancio della piattaforma ha avuto inizio anche la fase di testing, che prevede il coinvolgimento degli utenti per perfezionare il servizio ed aumentarne l’usabilità e la fruibilità.
Partecipare è semplice: se hai del cibo che sai di non utilizzare, accedi alla piattaforma scambiacibo.it. Ti iscrivi e carichi la foto del tuo prodotto, inserisci alcune informazioni, poi l’alimento che vuoi condividere compare geolocalizzato sulla mappa, disponibile per chiunque. Se invece, sulla piattaforma, trovi qualcosa che stuzzica il tuo appetito, contatti il proprietario premendo sull’icona “lo prendo io”: a lui arriverà un’email e potrete accordarvi su dove far avvenire lo scambio. Così, in modo semplice e divertente proponiamo ai cittadini un nuovo modo per condividere cibo, socializzare e generare così valore materiale e immateriale dovuto alle relazioni personali (utente-utente) e spaziali (utente-città).
Le geolocalizzazione degli alimenti – e quanto prima dei luoghi di scambio – creano una mappa narrativa non solo del cibo messo a disposizione, ma delle relazioni che si instaurano.
Partendo dal cibo e grazie alla geolocalizzazione degli scambi, il progetto si pone inoltre l’obiettivo di studiare il rapporto tra il cittadino-utente e la città, così da potenziarlo e proporre nuovi punti fisici per l’incontro e la socialità.
La parte di analisi e sviluppo del servizio al fine di mettere in relazione le risorse umane ed ambientali presenti nel contesto urbano è gestita da Petricorstudio architects, ideatori del progetto e project manager dello stesso. Una web agency (SocialLab) è impegnata nella definizione delle strategie comunicative e nella gestione della community online. Un service & web designer (This Space is For You) si occupa, invece, della user experience del servizio.
Infine, Indica, azienda di servizi innovativi di consulenza direzionale sullo sviluppo sostenibile, è impegnata nella realizzazione dell’algoritmo per il calcolo e monitoraggio dell’impronta ambientale e della partnership con enti e imprese in chiave open innovation.
L’obiettivo principale che nel lungo periodo S-Cambia Cibo si prefigge è aumentare gli utenti e ampliare la quantità di cibo scambiata, così da mettere in moto un processo che consenta l’attivazione di social bond. S-CambiaCibo mira alla penetrazione nei contesti urbani italiani più ampi – partendo da Bologna, città in cui il servizio sta emergendo – per raggiungere Milano nel 2015, anno dell’Expo. L’obiettivo è coinvolgere 1.000 utenti nei primi due anni di attività per arrivare a 10.000 al quarto anno, con conseguente riduzione dello spreco di circa 600 tonnellate di cibo che corrispondono ad un risparmio economico percepito di 1.500.000 euro. Le attese di sviluppo prevedono il superamento dei 100.000 utenti per il settimo anno, quindi la crescita esponenziale dei precedenti dati.
Il risparmio generato da S-Cambia Cibo viene calcolato attraverso rapporto Save the Children 2012 “Gli sprechi alimentari in Italia” che, oltre a fornire il dato relativo alla quantità di cibo sprecato (145Kg/ anno), valuta in 28,60 euro/mese lo spreco medio percepito da una famiglia italiana.
Ipotizzando in via cautelativa una percentuale di cibo scambiato pari al 40% di tutto il cibo sprecato si offre alla singola famiglia un risparmio percepito di 137,28 euro all’anno, per arrivare a quasi 15 milioni di euro totali fra sette anni. Questi dati ci confermano che l’economia collaborativa non deve essere valutata con metriche dirette (quanti occupati) ma per la sua capacità di impatto sociale. La cooperazione coniuga le due esigenze: creare metodi e processi ad alto impatto sociale indiretto attraverso una organizzazione strutturata, normata capace di creare valore e occupazione.
Ambiziosi? Forse, ma siamo in tanti. E vi aspettiamo perché non partecipare sarebbe uno spreco!
ILARIA VENTURELLI E ALESSANDRA VACCARI