La riforma che vorrei dal nuovo Ministro dell’Istruzione

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Le poche innovazioni nell’ambito dell’istruzione primaria che si sono viste negli ultimi 30 anni sono dovute alla diffusione della TV. Mi riferisco al programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, andato in onda durante gli anni ’60 e ideato e condotto dal visionario maestro e pedagogo Alberto Manzi che seppe sfruttare quella nuova tecnologia per insegnare a leggere e a scrivere agli italiani che, pur avendo superato l’età scolare, erano ancora analfabeti.

Si è dovuto aspettare fino ai primi anni ’90 per assistere ad un’iniziativa simile grazie alla nascita del progetto NETTUNO, Network per l’Università Ovunque, creato da un consorzio di 43 Università italiane e straniere con lo scopo di erogare corsi in e-learning attraverso video lezioni mandate in onda via satellite.

Dalla nascita progetto Nettuno ad oggi molte altre Università italiane hanno creato i loro programmi di e-learning (come, per esempio, la Laurea Online del Politecnico di Milano), dando la possibilità a migliaia di studenti e lavoratori di laurearsi senza doversi muovere dalla loro città e senza dover rinunciare al proprio lavoro.

Queste iniziative sono state un grande successo e penso che sia arrivato il momento di portare alcune di queste innovazioni nella scuola primaria.

Quali sono i problemi principali della scuola che possono essere risolti con la tecnologia disponibile ad oggi?Se pensate a tutti gli insegnanti che avete avuto in passato sono sicuro che li potete mettere in un’ipotetica classifica dal più bravo al meno bravo ad insegnare.

Ci sono insegnanti che riescono a parlare di cose noiosissime rendendole eccitanti e mantenendo attiva e stimolata la classe. Altri, invece, farebbero addormentare chiunque.

Saper insegnare bene è molto difficile: richiede conoscenza, empatia, pazienza. Alcune di queste caratteristiche si possono imparare, altre meno. L’insegnamento, come la recitazione, è un abilità in cui è difficile eccellere se non si è portati.

Inoltre, se pensiamo anche ad un singolo insegnante, le sue abilità e la modalità d’insegnamento cambiano con l’età, con l’umore, con lo stress. In fin dei conti gli insegnanti sono esseri umani (anche se molti studenti sono convinti del contrario).

Allo stesso modo in cui la medesima opera teatrale può ricevere applausi o pomodori a seconda degli attori e delle repliche, una classe può imparare meglio o peggio una lezione a seconda del professore e del suo umore.

Pensate se esistesse un modo per registrare i video di tutte le lezioni di matematica, metterli online, farli vedere ad una classe e tramite dei test capire qual’e’ l’insegnante che ha espresso i concetti in modo migliore, massimizzando l’apprendimento e l’engagement degli studenti.

Una volta stabilito il migliore insegnante con la migliore performance, tutti gli studenti potranno apprendere da lui. Il miglior insegnante sarà disponibile a tutti in modo democratico, indipendentemente dalla città in cui lo studente vive.

Inoltre, rendendo le lezioni disponibili in rete gli studenti potrebbero vederle quando ne hanno bisogno, niente più appunti; se qualcosa non si è capito bene basta andare online e rivedersi la lezione. Se un giorno lo studente è malato o c’è stata una nevicata nel paese in cui vive, non deve saltare la lezione, la può vedere online.

Addirittura potrebbe essere stravolto il modello di ascoltare la lezione a scuola (in modo pressoché passivo) e fare i compiti a casa (quasi sempre senza aiuto).

Il modello potrebbe essere trasformato in guardare le lezioni a casa e fare i compiti in classe con l’aiuto dell’insegnante che è presente per rispondere a domande e chiarire dubbi invece di ripetere la stessa lezione anno dopo anno. rendendo anche il lavoro dell’insegnante molto più stimolante e interattivo.

Sono dell’opinione che ogni Liceo, Istituto Tecnico o Università che riceve sussidi pubblici deve essere obbligato con un decreto legge a rendere disponibili tutti i propri corsi di studio sotto forma di video online sotto licenza Creative Commons.

In pochi anni si potrebbe creare un portale nazionale simile a Coursera.org o edX.org che raccolga tutti i corsi di tutti gli istituti pubblici italiani rendendo possibile agli studenti di tutta Italia di seguire le migliori lezioni ovunque essi si trovino, scambiare appunti, commenti e ricevere feedback dagli insegnanti.

Per concludere, esiste un’ enorme inefficienza nel modello in cui le nuove generazioni studiano e imparano. Un modello inefficiente dal punto di vista sia economico, con migliaia di insegnanti che ripetono continuamente le stesse lezioni, sia qualitativo, con studenti che devono “accontentarsi” dell’insegnante che gli capita senza poter avere accesso all’insegnamento migliore.

Queste inefficienze possono essere migliorate, se non addirittura eliminate, con l’utilizzo di tecnologie disponibili oggi, come lo streaming video di YouTube o la collaborazione in tempo reale su Facebook, tecnologie che le nuove generazioni usano tutti i giorni per interagire con il mondo, mentre la loro scuola rimane ferma, fossilizzata su un modello di insegnamento che andava bene 20 anni fa.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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