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La rivoluzione social e anti gerarchica delle birre artigianali

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Alla fine di settembre 2013, mentre in Italia cresceva il numero di manifestazioni dedicate alla birra artigianale, il nostro interesse verso quest’ambito ha iniziato a sposarsi con una maggiore attenzione per le strategie Social adottate dai vari brand di birra e le interazioni tra utenti appassionati di home brewing.

E’ nata così l’idea di osservare in modo più dettagliato il mondo delle birre artigianali su Facebook e Twitter: non solo i brand produttori ma anche i mastri birrai, i blogger, i siti specializzati sul tema.

Il risultato è stato uno studio di quasi sei mesi condotto in AIDA Monitoring su questo mondo, con particolare focus su Twitter (e quasi 11.000 tweets analizzati). Il riassunto in questa infografica:

Al di là delle considerazioni propriamente quantitative, ci sono in particolare alcuni aspetti interessanti emersi durante la nostra analisi:

  1. Il mondo delle birre artigianali è “non gerarchico”: sì, ci sono le super star e i brand con più followers e fan, ma se siete homebrewer alle prime armi su Twitter vi troverete a vostro agio.

    Dai consigli sulla fermentazione ai suggerimenti di degustazione, non mancheranno le occasioni che vi porteranno a contatto con brand e mastri birrai.Un aiuto fondamentale per chi muove i primi passi in questo mondo che, evidentemente, è intrinsecamente Social (nel senso pieno del termine). Un’ottima occasione, peraltro, per valorizzare la riscoperta di mestieri artigianali.

  2. Le community tendono ad essere stabili nel tempo: l’effetto stickiness carente in Twitter è in parte attenuato. La piattaforma di microblogging, infatti, funziona solitamente con dinamiche a sciame per cui gli utenti si aggregano per motivi specifici (come in ambito Social TV per commentare i programmi in onda) e si disaggregano subito dopo.Per le birre artigianali, invece, abbiamo osservato una maggiore costanza di interazioni nel tempo.
  3. Facebook e Twitter non si sovrappongono (del tutto): a differenza di quanto avviene in altri settori, le pagine Facebook hanno una pura funzione vetrina ma è su Twitter che diversi brand mostrano di aver ben compreso la funzione di engagement real time del mezzo.Unica pecca? Sono ancora troppo pochi rispetto a quelli presenti su Facebook.

    Il buzz generato su Facebook intorno ad iniziative come Birra dell’Anno (#BDA14) e alla settimana della birra artigianale fanno però ben sperare…

  4. I temi sociali (e il loro impatto sull’economia del settore) stanno a cuore a tutti, brand e utenti: così #salvalatuabirra – la campagna contro l’aumento dell’accisa – trova in Twitter uno dei suoi migliori alleati.

Tutti trend ed insights confermati anche dagli addetti ai lavori sul fronte Social.La scorsa settimana infatti abbiamo presentato un’anteprima del nostro studio durante Social Birra, l’evento dedicato a birra e Social Media organizzato da Brands Invasion. Ovviamente Twitter e Facebook sono stati tra i canali protagonisti. A proposito del primo, la stessa Ivana De Innocentis, founder di Brands Invasion, sostiene che “un marchio industriale quale Birra Ichnusa avrebbe tanto da insegnare ai brand artigianali.

Il coinvolgimento del pubblico, i sondaggi e la fidelizzazione della community, grazie a contenuti che puntano su territorialità e a un buon monitoraggio della presenza del brand su Twitter, dovrebbero essere un punto fermo nelle strategie di social media marketing degli altri archi di birra”; su Facebook, invece, per Ivana la migliore è Birra Baladin, con “presenza costante, contenuti interessanti e variegati, attenta e coinvolgente cura della community”.

Insomma, la rivalutazione dei mestieri “artigianali” e la capacità di usare i Social non solo per far sapere ma anche per supportare a fare sono forse le chiavi per comprendere quanto emerso nell’analisi della reputazione delle dinamiche di interazione degli utenti intorno al mondo delle birre artigianali italiane.

Non resta che tenere d’occhio questo ecosistema (magari con una pinta in mano).

Roma, 2 aprile 2014Emanuela ZacconeMassimiliano Spaziani

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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