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La scuola non può stare ferma, per reagire deve contaminarsi ;PIERSOFT

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Due giorni intensi. Di relazioni, di riflessioni, di confronti. Sulla scuola, per la scuola, con la scuola. Questo è stato per me Officina Scuola ad Angri (Salerno) presso il Liceo Scientifico e Classico Don Carlo La Mura. Già l’ingresso con annessa mostra, denota che è una Scuola speciale. L’idea e il coordinamento è di Alfonso D’Ambrosio, un professore (fisico) un po’ “svitato” agli occhi di chi non comprende la “visionarietà” di fare squadra, di spostare l’asticella sempre più in alto, di rompere schemi e farlo in gruppo.

All’appuntamento hanno partecipato docenti e ragazzi del posto, relatori da tutta Italia e i tempi del fitto programma e le presentazioni nel roadshow sono stati affidati alla giornalista Barbara Gasperini. Cosa mi porto a casa da queste 48 ore? Le parole del preside Filippo Toriello del Liceo Don Carlo La Mura: «Non ho compreso fino in fondo cosa sia Arduino, il coding, la classe capovolta, la robotica educativa.

Ho intuito che la scuola non può stare ferma. Deve reagire, contaminarsi, innovarsi.

Quindi come dirigente ho fatto il mio dovere: ho dato fiducia ai bravi professori, ad Alfonso, che mi hanno chiesto di organizzare questo evento. Ora mi è molto più chiara la direzione. Faremo insieme il percorso».

Ci sono stati molti laboratori. Dalla satira (sì sì la satira, preziosissima arte di essere fuori contesto) di Emanuela Marmo, alla robotica educativa con Lego MindStorm di Mimmo Aprile e Paola Lisimberti. Tra i protagonisti Leonardo Falanga, maker da quando aveva 3 anni e tra i migliori anche a RomeCup2016, Luca Scalzullo che ha fatto vedere come i suoi ragazzi di seconda media realizzano app su Android sulla fisica… come? Lasciandoli fare!

Tutti i relatori avevano alcuni punti in comune che mi hanno colpito e mi hanno dato delle conferme: tutti usano una didattica del fare e del fare insieme ai ragazzi.

Entusiasmandoli, coinvolgendoli, spesso facendo scegliere a loro l’argomento da approfondire. Io ho fatto una carrellata sul coding, partendo dal pensiero computazionale fino alla programmazione di un bot Telegram per la Divina Commedia. Abbiamo anche parlato del coding come uno degli elementi che la Commissione Europea ha visto come “visionari” per la designazione di Matera 2019, come Capitale Europea della Cultura.

DUE GIORNI INTENSI

Alfonso D’Ambrosio ci ha visto giusto. Non ha solo chiamato un bel gruppo assortito di professionisti e professori, ma anche Fondazione Mondo Digitale con Francesca del Duca, Confindustria Piccola Impresa con il vicepresidente nazionale Bruno Scuotto, Angela Gatti (nella foto in alto) e la sua didattica digitale nelle scuole primarie, Elita Serrao e la sua esperienza di motivazione nella formazione, la startup Tinkidoo con Sonia China, piuttosto che iOsmosi di Alessandra Graziosi, o di giovani startupper e laureandi del territorio.

E il Comune di Angri (organizzatore dell’appuntamento). I destinatari, cioè insegnanti e ragazzi hanno avuto risposte differenti: i ragazzi entusiasti, i docenti storditi. A volte indifferenti. Cosa è mancato per coinvolgerli fino in fondo?

LA VISIONE D’INSIEME

Sono i quesiti che ci siamo posti alla fine della manifestazione. Come mai questo entusiasmo non è passato oltre? Come mai i docenti della scuola non riescono ad entusiasmarsi? Cosa manca? Mi sono fatto un’idea. I protagonisti del cambiamento non sempre possono essere gli stessi mezzi di comunicazione del cambiamento. Servono altre professionalità che facciano da traduttori tra i mondi. Ci vogliono divulgatori, giornalisti, comunicatori, che devono accompagnare la diffusione e amplificare la velocità del cambiamento. Serve un pool di competenze per cambiare un sistema complesso come la scuola e di conseguenza la società. Non è una corsa, ma una maratona, dove nessuno deve sentirsi il top runner o l’ultimo della fila, ma tutti siamo in mezzo ed , aiutandoci l’un l’altro, confrontandoci, riusciamo anche a vedere la visione d’insieme e non solo le nostre scarpe.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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