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La startup Stuart si separa improvvisamente da 24 fattorini senza documenti

Si dice che la startup specializzata nelle consegne tra commercianti e privati abbia licenziato almeno 24 corrieri senza documenti.

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Erano in prima fila quando la crisi sanitaria era in pieno svolgimento all’inizio dell’anno. Circa 24 corrieri della startup francese Stuart, che ha consegnato medicinali, pasti e videogiochi, sono stati scaricati negli ultimi giorni, secondo quanto riferito da L’Obs. Tutti loro hanno una cosa in comune: non avere un permesso di soggiorno in Francia. Si potrebbe credere che la società, controllata da La Poste dal 2017, sia conforme alla legge. Ma la situazione descritta dal giornale mostra piuttosto un cambiamento nella politica interna. In effetti, la situazione di questi corrieri non sembrava aver creato problemi alla compagnia quando sono stati assunti tre anni fa con gli stessi, e unici, documenti a loro disposizione – come i passaporti senegalesi o algerini, come riportato da due di loro.

Un cambio di marcia

L’azienda ha, secondo L’Obs, “allontanato” i fattorini interessati dalla sua applicazione commerciale senza dare loro la minima spiegazione. E la sensazione di essere stati “sfruttati” prevale tra questi ultimi, che erano al fronte quando la Francia era nel momento più duro dell’anno. Il governo era arrivato al punto di menzionare la possibilità, come modo per ringraziare la nazione, di facilitare la regolarizzazione dei lavoratori irregolari “in prima linea” in quel momento. A seguito delle gare, dopo qualche mese, Stuart ha giustificato questa fine della collaborazione con l’implementazione di una nuova procedura interna di controllo dell’identità.

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Questo caso fa eco a quanto portato alla luce da Libération all’inizio dell’estate. Il quotidiano ha infatti riportato che Frichti, che offre una piattaforma online per la consegna dei pasti, ha impiegato fino a 200 immigrati senza documenti. Ne seguì un imbroglio: la giovane azienda decise di separarsi dai corrieri interessati, portando ad una massiccia mobilitazione di questi ultimi a favore della loro regolarizzazione. Alla fine del conflitto, quasi la metà di loro è riuscita a compiere passi in questa direzione. Assunti come autoimprenditori da Frichti, i corrieri non soddisfacevano però i criteri di regolarizzazione attraverso il lavoro previsto dalla legge – dettagliati in una circolare del 2012, denominata Valls, e oggi applicabile solo ai dipendenti.

Secondo l’Obs, Stuart ha iniziato “improvvisamente” a chiedere ai suoi fattorini di inviare loro nuove copie dei loro documenti d’identità.

La filiale de La Poste si difende spiegando che fa riferimento alle sue “condizioni generali”, che stabiliscono che i suoi dipendenti devono avere la nazionalità francese, quella di un paese membro dello spazio Schengen o un permesso di soggiorno che permetta loro di lavorare come microimprenditori. Afferma di essere “impegnata da tempo contro le frodi”, il che l’avrebbe portata a integrare nel suo processo di reclutamento la soluzione di una società specializzata nell’autenticazione di documenti ufficiali e nel riconoscimento facciale, la Ubble. È stato lanciato un invito a manifestare questo mercoledì 14 ottobre davanti alla sede centrale di Stuart a Parigi.

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Scritto da Filippo Sini

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