Un artista tra eccessi e creatività
Amedeo Modigliani, uno dei più celebri artisti del XX secolo, è noto non solo per le sue opere ma anche per la sua vita sregolata. Il nuovo film “Modi – Tre Giorni sulle Ali della Follia”, diretto da Johnny Depp, ci porta nella Parigi del 1916, un periodo in cui l’artista viveva tra eccessi, alcol e una cerchia di amici altrettanto scapestrati. Interpretato da Riccardo Scamarcio, Modigliani è ritratto come un guascone che, pur di vendere un dipinto, si lancia in situazioni comiche e surreali, ma che presto si trasformano in un dramma esistenziale.
Un mix di commedia e dramma
Il film inizia con toni leggeri, quasi slapstick, ma rapidamente vira verso il drammatico. Le sequenze iniziali, caratterizzate da situazioni esilaranti, si fanno via via più cupe, rivelando la vita di stenti e le difficoltà che Modigliani affronta.
La pellicola non risparmia volgarità e insulti, creando un’atmosfera di cameratismo tra i personaggi maschili, mentre le donne sembrano relegati a ruoli marginali. Questo aspetto solleva interrogativi sulla rappresentazione femminile nel film, che appare limitata e stereotipata.
Il ruolo di Al Pacino e la discesa agli inferi
Un momento chiave del film è l’ingresso di Al Pacino, che interpreta Maurice Gangnat, un collezionista americano che mette in discussione il valore dell’arte di Modigliani. Questa interazione segna l’inizio di una spirale discendente per l’artista, costretto a confrontarsi con la propria vulnerabilità e il rifiuto del suo talento. La regia di Depp, pur mostrando un certo stile visionario, sembra a tratti perdere il controllo della narrazione, lasciando lo spettatore con la sensazione di un’opera incompiuta.
Tuttavia, l’intento di rendere omaggio a Modigliani e ad altri artisti dimenticati è evidente e apprezzabile.