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L’anima rock del talento: così ElvisInside ha capito come riconoscerlo

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All’altezza di Reggello il cielo notturno viene squarciato da un’intensa luce. È un temporale o forse è ancora quell’energia che ci accompagna dalle Valle di Comino. È l’una e trenta di notte. Da tre ore abbiamo lasciato la Ciociaria. Ne mancano altre tre circa perché ognuno raggiunga la sua destinazione di ritorno. Fuori la pioggia non smette di scendere. Dentro i pensieri continuano a fluire. Non c’è stanchezza che tenga, poi comunque siamo supportati anche da una buona musica. I Savatage sono i primi. Poi è il turno dei Helreidh e Raising Fear. Non poteva che essere così, visto che alla guida c’è colui che è stato chitarrista di questi due ultimi gruppi.

Il Festival delle Storie si è da poco concluso. Siamo stati tra gli ultimi appuntamenti del ricco calendario predisposto da un grande organizzatore com’è Vittorio Macioce.

Era da qualche anno che volevo parteciparvi. L’occasione me l’hanno data loro: Sebastiano Zanolli, Valerio Tagliacarne e Marco Tortato. Sono loro che hanno ideato www.elvisinside.it. Un sito internet. Un blog. Una raccolta di storie, con tema conduttore il talento. Il primo è uno scrittore e uno speaker motivazionale. Il secondo, un imprenditore. Il terzo, un fotografo professionista. Sembra quasi una band. In parte lo è. C’è un frontman, Zanolli, che avendo vissuto in prima linea come manager e affascinato da quella linea sottile che divide chi ce la fa da coloro che desistono, ha sviluppato ed approfondito i temi legati alle performance professionali e personali, sulla base delle proprie esperienze. C’è un bassista, Tagliacarne, o almeno è quanto raccontano le leggende del pavese, città che gli ha dato i natali, che ha una spiccata propensione al fare impresa in un’epoca dove le regole del gioco sono cambiate e dove il web ed i social, se ben utilizzati, possono dare soddisfazioni non indifferenti.

Infine un chitarrista, Tortato. Lui chitarrista lo è stato davvero. Lo citavo all’inizio, ma ora è la fotografia il suo linguaggio preferito per esprimere ciò che prova, ciò che sente.

Qualche ora prima, nella Piazza del Municipio Vecchio di Casalvieri, li avevo accompagnati davanti ad un pubblico nel loro “concerto”. Un concerto fatto di parole. Un concerto fatto da esempi concreti e stimoli continui. Un concerto dove si è cercato di dare delle risposte ad interrogativi come “Che cos’è il talento? Come riconoscerlo? Cosa farne? Come affinarlo? Come difenderlo? Come trasformarlo in una professione?”. Perché Elvis Inside alla fine è proprio questo. Un inanellare una serie di testimonianze tangibili di quanto sia fondamentale, oggi più che mai, mettere alla base del proprio lavoro il talento.

In questa piazza del borgo di Casalvieri, dove il tempo sembra essersi fermato ad un’Italia della fine degli anni ’60, quando la fiducia e l’entusiasmo sembravano fonti inesauribili di crescita, le parole di Elvis Inside hanno trovato un naturale eco. Perché la forza di queste storie hanno una duplice valenza. Da un lato narrare ciò che hanno fatto alcuni attraverso il proprio talento, dall’altro innescare quell’effetto virtuoso d’imitazione, dato dall’ascolto di positive storie reali.

Ed è così che mentre i tuoni rombano nel cielo, le chitarre non smettono di suonare all’interno di quell’abitacolo che ci sta portando verso casa. Per molti, come me ancorati ancora al calendario scolastico, settembre rappresenta il vero inizio di un nuovo anno. Farlo ripartire sulle ali di questo entusiasmo non è da poco se il fine è costruire un futuro migliore. È vero, come recita proprio il titolo dell’ultimo libro di Sebastiano Zanolli “Aveva ragione Popper, tutta la vita è risolvere problemi.”, ma se partiamo dalla consapevolezza che i problemi fanno parte della nostra esistenza e che sono proprio loro a spronarci per evolvere, forse la cosa assume una connotazione diversa.

Intanto siamo giunti a Bologna. Qui ci separiamo. Città diverse ci aspettano. Ma è un solo un arrivederci, proprio come una band dopo un lungo concerto, siamo esausti, ma pronti per riprendere in mano i nostri strumenti. Domani ci sono altre storie da raccontare. Altri talenti da narrare.

Stay rock!

Andrea Bettini

Venezia 20 settembre 2014

@ILBETTA

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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