Una delle frasi più abusate in questo strano Paese è “le sentenze non si commentano, si rispettano”. L’ha ripetuta anche ieri Fabio Picuti, sostituto procuratore de L’Aquila, dopo la lettura della sentenza che, andando oltre le sue stesse richieste, ha condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo i sette membri della Commissione Grandi Rischi (sei più uno, a dire il vero) da un anno sotto processo per i fatti legati al terremoto del 6 aprile 2009.
Un pubblico ministero