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Layne: “Io, americano in Cile, vi dico che il futuro sarà italiano”

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Nell’immaginario comune, le rivoluzioni sono eccitanti. Ad ogni imprenditore ed innovatore piace vedere sé stesso come rivoluzionario. Ai politici piace essere visti come detentori di un’audacia rivoluzionaria. L’alta preferenza temporale della maggior parte delle persone, allo stesso tempo, fa sì che le masse vengano facilmente tratte in inganno dalle promesse di trasformazioni rivoluzionarie capaci di curare tutti i problemi del mondo in un solo colpo. Ma la storia delle rivoluzioni racconta un’altra verità, quella di un fallimento quasi inequivocabile – e persino di disastri.

Non occorre aspettare molto dopo la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione d’Ottobre, o la Grande Rivoluzione Culturale per vedere la rovina totale che segue inesorabilmente svolte radicali che si allontanano dalla storia e dalla tradizione per andare verso modelli di vita completamente nuovi.

Preferiamo invece un futuro Italiano per il mondo – un Rinascimento, dove la vita e i modi di vivere fioriscano nella loro diversità piuttosto che essere schiacciati dalla zelante conformità rivoluzionaria. Anche al di fuori del regno della politica, le rivoluzioni portano a disillusione e ad effetti collaterali inaspettati. Internet come rivoluzione è finita, e ci troviamo ora di fronte alla sfida di trarne le conseguenze e decidere in che tipo di mondo vogliamo vivere – uno dominato da macchine fini a sé stesse, o da una tecnologia progettata per servire le persone? Un mondo dominato da codice, o cultura?

Quando ho fondato Exosphere ero motivato dal desiderio di costruire un nuovo tipo di istituzione sociale con il fine di resuscitare l’ideale dell’uomo universale, incarnato da uno dei miei eroi, Leonardo Da Vinci.

Perché l’uomo universale è sia artista che scienziato. Non vede differenza tra i due. La ricerca della bellezza e della verità sono fuse in una – aspirando ad estrarre da ogni circostanza la completezza di cosa significa essere uomini, sognando i sogni più alti, dando forma alla fantasia e immaginando ciò che è oltre le nostre capacità.

Infatti, l’uomo universale guarda al mondo come fosse una tela su cui dipingere la propria immaginazione, è il prototipo della Self-Reliance di Emerson, un uomo il cui genio è manifestato con la proiezione di verità privata nella realtà pubblica. Alla secolare domanda se sia la vita a imitare l’arte o il contrario, l’uomo universale richiede a sé stesso di creare arte così alta e solenne che la vita debba imitarla.

In un mondo popolato da milioni di persone così, la competizione per l’immaginazione pubblica sarebbe fiera e violenta, in contrasto con l’omogeneità consumistica del mercato di massa moderno, ci sarebbe invece un’esplosione di varietà, in cui la Natura e l’uomo si dilettano così intensamente.

Basta con le direttive burocratiche e la scienza centralizzata, quella con il camice bianco, e abbracciamo i tinkerers, liberi dai ridicoli limiti della “rispettabilità professionale”. Fuggiamo la bruttezza moderna delle bambole Barbie in favore del fascino e bellezza unici della Monna Lisa.

Lasciamo che ogni uomo si ingegni per eccellere in creatività, ignorando ogni desiderio di conformarsi – sia nel design di siti web e di vestiti, così come nel design del proprio stile di vita e della propria carriera.

La modernità ha reso la vita monotona e prevedibile. Ci annoiamo a morte. La nostra generazione è cinica, impotente e disincantata nei confronti della vita. I nostri spiriti appassiscono sotto il peso dell’uniformità delle aspettative della società e della famiglia, con la loro definizione unica e bidimensionale di successo.

Abbiamo estremo bisogno di un Rinascimento nella cultura – arte, musica, letteratura e nuove forme di espressione – per riottenere una prospettiva fresca del mondo, per salvare la scienza e la tecnologia dalle grinfie del triste iper-razionalismo e consegnarle nelle mani della curiosità briosa, per l’alba di una nuova Era della Scoperta.

Gli italiani hanno già benedetto il mondo una volta con questo regalo – spero che ci aiuteranno nel costruire la strada per permettere che accada di nuovo.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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