E quindi ci siamo, è vero. Sto scrivendo un decalogo di cose che un social media manager non può non sapere se vuole fare il social media manager.
D’istinto, la prima cosa che vorrei dire è: diffida dei decaloghi.
Meglio, diffida di quei post che numerano cose: sono sicuramente efficaci per acchiappare click (e tutti noi sappiamo quanto è importante che le persone clicchino sui nostri link, vero?), ma a volte si ha l’impressione, leggendole, che a un certo punto l’autore, nello sforzo di ottemperare all’obiettivo che si è prefissato, si lasci prendere la mano, scriva cose a caso per fare numero. Perché non siamo mica tutti Georges Perec (purtroppo!) e il tentativo di contenere ed esaurire un argomento in una lista spesso si trasforma in una goffa sequenza di «Ma davvero mi sta dando questo consiglio?».
Bene, alla luce di tutto questo, ecco il mio decalogo.
Caro giovane social media manager che ti avvicini a questo mestiere dall’aura magica, sai qual è la prima cosa che devi imparare?
REGOLA N.1: SCRIVI IN ITALIANO CORRETTO
No, lo so, ti sembrerà un’ovvietà. A meno che tu non sia attento lettore e osservatore di testi pubblicati sui social e non sia nato con penna blu incorporata e quindi sai i maltrattamenti che subisce quotidianamente la nostra lingua. Perché è bello che la Rete abbia dato la parola a tutti, anche agli imbecilli e con buona pace di Umberto Eco, è bello che mai nella storia come oggi si scriva e si legga (ma soprattutto si scriva), ma questo continuo esercizio non porta necessariamente a migliorarsi: c’è chi scrive male con una caparbietà degna di cause migliori.
A volte, poi, si tratta di disattenzione, di dare per scontato, di copincollare testi tagliandone pezzi finché non diventano incomprensibili.
Perché spero sia questo ciò che è successo nell’esempio: troppi tagli al testo e alla fine ne esce una cosa che dice il contrario di ciò che si voleva. Spero, ecco.
In ogni caso, esercitati. Tanto. Leggi. Tantissimo. E quando scrivi un post rileggilo, santa pazienza!, ci vuole un secondo.
REGOLA N.2: SII CURIOSO, ESPLORA, NON ESSERE SNOB, FATTI DOMANDE, CERCA RISPOSTE
Se fai il social media manager e curi account di aziende che producono biscotti non puoi non essere al corrente, anche solo superficialmente, di ciò di cui discutono le persone al bar e in quella sorta di bar globale che sono i social network.
Se fai il social media manager e curi account di aziende che producono calzature non puoi non essere al corrente, anche solo superficialmente, di ciò di cui discutono le persone al bar e in quella sorta di bar globale che sono i social network.
Se fai il social media manager e curi account di organizzazione non profit non puoi non essere al corrente, anche solo superficialmente, di ciò di cui discutono le persone al bar e in quella sorta di bar globale che sono i social network.
E via così.
Puoi non aver mai ascoltato una canzone dei One Direction (si chiama “istinto di sopravvivenza” quello che ti impedisce di farlo), ma devi essere in grado di capire i trending topic di Twitter, che nel 90% dei casi hanno a che fare coi One Direction e nel restante con reality, programmi tv e partite di calcio.
E sai perché? Perché altrimenti non sarai mai il social media manager di Ceres.
L’ironia di Ceres sui social dopo l’assoluzione dell’ex premier Silvio Berlusconi
REGOLA N.3: RICORDATI DI ESSERE UN PO’ COME GIANNI MORANDI
Il mondo è popolato da gente brutta, in alcuni casi molto brutta. Gente capace di vomitare i peggiori insulti, accuse, volgarità. Lo fanno là fuori, figuriamoci in Rete, protetti dall’anonimato (ahah: l’anonimato di un profilo Facebook con nome e cognome, informazioni personali di ogni tipo e un indirizzo IP associato ad ogni movimento online!). Arriverà anche per te il giorno in cui un cliente scontento, un fan irritato, un follower a corto di capri espiatori decida di prendersela con il prodotto che rappresenti. C’è una sola soluzione.
Mantieni la calma e metti in bella mostra accanto allo schermo del computer il santino di Gianni Morandi, protettore dei social media manager dall’attacco dei troll.
Respira a fondo e rispondi (perché alle critiche si risponde!) con calma e pacatezza, mostrati disponibile a risolvere dubbi e problemi, usa link utili a chi ti legge, approfitta dell’occasione per aggiungere valore a quanto comunichi e per trasformare un problema in un’opportunità.
E’ quello che sta facendo in questi giorni il social media manager del Comune di Milano nel dare indicazioni su come si può sostenere l’impegno di coloro che assistono profughi e migranti in varie zone della città e, regolarmente, riceve decine di commenti oggettivamente razzisti che non cancella (non si cancellano i commenti negativi!) e a cui risponde, uno per uno, con pacatezza, stimolando peraltro l’intervento di altre persone a proprio sostegno. Un ottimo esempio di quello che va fatto.
REGOLA N.4: CHIEDI SCUSA, QUANDO SERVE
Per quanto il possesso della password dell’account ti trasmetta un senso di onnipotenza, sei solo un essere umano, giovane social media manager, e come ogni essere umano sei soggetto all’errore. Errore in un’informazione data, errore nel tono di un post o di una risposta.
Dovrebbe succedere il meno possibile, idealmente mai, ma prima o poi arriva il giorno in cui, per una serie di circostanze, sbagliamo.
Ecco, quel giorno scusati. Non c’è niente di male a sbagliare, c’è molto di giusto nello scusarsi, quando succede.
REGOLA N.5: IMPARA AD ASCOLTARE IL TUO PUBBLICO
I social network non sono fatti perché tu possa avere un microfono economico per parlare a un pubblico che ascolta, dall’alto del tuo palcoscenico.
Nei social network il pubblico sta alla tua stessa altezza e, dopo averti ascoltato, parla.
E tu ascoltalo. Non puoi mai sapere quante cose imparerai mettendoti in ascolto, mostrandoti disponibile, raccogliendo suggerimenti e stimoli, rendendo il pubblico un po’ meno pubblico e un po’ più co-autore del tuo racconto. I social sono fatti per questo, credimi.
«Bene, tutto bello, ma hai intenzione di continuare a dare consigli che solo per un niente non sconfinano nel new age?». No, ora vi dico anche cose più pratiche…
REGOLA N.6: USA HOOTSUITE
Che, detto così, parrebbe che mi paga per dirvelo. E invece no. Ho provato tanti strumenti per la gestione di social network e il mio preferito è indubbiamente Hootsuite che permette di gestire account in maniera collaborativa, di avere davanti, nella stessa schermata, flussi da social diversi, di fare ricerche molto avanzate…
REGOLA N.7: VERIFICA SEMPRE (SEMPRE!) LE FONTI
Dice Umberto Eco che i social sono il regno delle bufale. Che è vero. Le bufale proliferano in Rete, si diffondono a macchia d’olio.
Ma la Rete è anche il luogo in cui le bufale vengono smontate. Andy Carvin, con l’aiuto della sua community su Twitter ha smontato la storia della Gay Girl in Damascus, per esempio. E gli esempi sono numerosissimi.
Come verificare una fonte proveniente dalla Rete?
Qui trovate un metodo che assomiglia molto a quello che ho adottato io fin dal 2011, quando raccontavo attraverso i social network le cosiddette “primavere arabe”.
Uno strumento fondamentale? Topsy. Il miglior amico del social media manager.
REGOLA N.8: IMPARA A “MISURARE” I DATI
Impara a leggere i dati di analytics dei tuoi account, a incrociare dati, a raffigurarli in dataviz, ad analizzare la tua rete sociale. Sapere con chi stai parlando e in quali condizioni è fondamentale per parlare meglio e in maniera più efficace.
Credits: wordstream.com
In alcuni casi ti può essere richiesto imparare qualche trucchetto di programmazione, mettere mano in un codice… ma davvero pensavi che essere social media manager avesse a che fare solo con quello che si vede nella timeline di Facebook e Twitter?
E questo ci porta al penultimo punto:
REGOLA N.9: SII CURIOSO, ESPLORA, NON ESSERE SNOB, FATTI DOMANDE, CERCA RISPOSTE
«Ehi! Ma me l’hai già detto!»
Sì, però seguimi: il tuo è un lavoro in costante evoluzione. Ogni giorno esce una nuova funzione degli strumenti che già conoscevi, ogni giorno escono nuovi strumenti. E tu non puoi permetterti di accomodarti e ripetere con abitudine le solite cose, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
Segui corsi, studia, sperimenta, prendi strumenti nuovi e testali, smontali, usa strumenti vecchi per farne cose nuove.
Studia cose che, apparentemente, non c’entrano nulla con ciò che fai quotidianamente. Per esempio, nel (poco) tempo libero la mia passione è Gephi, anche se non è una cosa che (per ora) devo usare nel mio lavoro.
Credits: flowingdata.com
E con questo, giovane social media manager, siamo arrivati alla fine, all’ultimo consiglio. E sai qual è?
REGOLA N.10: SCRIVI IN ITALIANO CORRETTO
No, non ti sto prendendo in giro: tu non hai idea di quanto sia importante che ciò che scrivi e che le persone leggono sia ben scritto, in un italiano corretto, piacevole e scorrevole.
Metà del lavoro sarà fatto, credimi. Per l’altra metà rileggi da capo questo decalogo.
CLAUDIA VAGO