Siamo abituati a credere che l’innovazione sia una prerogativa della Silicon Valley. In effetti, siamo abituati male. Basta guardarsi intorno per rendersi conto del contrario. Per esempio, oggi a Sassari Mosaicoon è stata premiata come startup dell’anno. Un team siciliano ma con un business virale diffuso in tutto il mondo. In gara 10 realtà diverse tra loro, ognuna con una storia di almeno quattro anni alle spalle e tutte passate attraverso il Premio Nazionale per l’Innovazione. A moderare l’incontro c’è Riccardo Luna, e i 10 elevator pitch in programma sono imperdibili.
Ma a essere precisi, non è corretto definirle delle semplici startup. Quelle in gara a Sassari sono aziende, prodotti e idee che camminano con le proprie gambe e vogliono dare il loro contributo, lasciare il segno.
Ma c’è di più perché, a differenza della Silicon Valley, a Sassari non ci sono solo progetti che vivono su Internet. A contendersi il primo premio ci sono spin-off universitari che lavorano sull’Alzheimer, sulle interfacce cerebrali e la metallurgia di nuova generazione.
Certo, in gara ci sono anche idee che sono nate e vivono su Internet. Solo che non si tratta di semplici app. Sono modelli innovativi che stanno creando un mercato solido, tutto loro. Alcune hanno team basati in Italia che si stanno conquistando clienti all’estero. Altre hanno capito che i vecchi confini non esistono più. In poche parole, queste 10 startup non sognano la Silicon Valley. Hanno già un posto tutto loro.
Mosaicoon – otto anni fa nessuno sapeva cosa fossero i video virali.
Tutti tranne un giovane siciliano di 22 anni, Ugo Parodi Giusino. Secondo lui, i filmati messi online per gioco da un ragazzino giapponese e visti da 10mila persone negli Stati Uniti hanno qualcosa di davvero unico. Capisce che quello è il futuro e nel 2007 crea la sua prima azienda in una villetta a Mondello. Inizia a lavorare fianco a fianco con una squadra affiatata di palermitani e nel 2009 arriva la svolta. Un VC investe nella società: nasce la Mosaicoon SpA. Nel 2010 ci lavorano in quattro, oggi sono in trenta. Aprono un altro ufficio a Milano ma la sede operativa resta proprio a Mondello, in Sicilia. Nel 2011 Google li segnala come una delle 20 aziende più innovative d’Italia.
Oggi, le loro campagne di marketing virale sono richieste dai brand più grandi al mondo.
ColdPharma – il business del freddo visto dal Trentino. Non è uno scherzo, anche perché Marco Mandelli è alla sua terza esperienza aziendale. Lui, ingegnere dei materiali con un dottorato in metallurgia si è messo al lavoro con altri tre ingegneri e un business developer e nel 2011 ha fondato ColdPharma. Con il supporto di Trentino Sviluppo sono arrivati a piazzare il loro prodotto in mezzo mondo. Si tratta di un inchiostro termosensibile da applicare sulle confezioni dei prodotti da frigo. Se durante il trasporto la catena del freddo si è interrotta, il colore cambia in modo irreversibile. Basta strisciarci sopra un lettore a forma di pennarello per accorgersene ed evitare brutte sorprese. È una tecnologia che interessa a molti: le aziende farmaceutiche, le multinazionali del packaging (come Tetrapak) e le grandi catene di supermercati.
Acusidea – L’energia ha bisogno di essere misurata, ma non solo per quanto riguarda i consumi. A Torino nel 2007 Claudio Carbone fonda Acusidea, l’azienda che fornisce servizi di metering, credit management e analisi software per il business dell’energia. Insieme a Carbone, esperto di management e consulenza aziendale, c’è un team di altre quattro persone specializzate in ICT e utilities. Oggi attraverso il proprio pacchetto di servizi, Acusidea raggiunge più di 12 milioni di utenti finali.
EPoS – Chi ha detto che le startup devono per forza essere light? Alessandro Daniele è un imprenditore classe ’79 con un background da ingegnere gestionale. Nel 2008 insieme ad Alessandro Fais fonda Epos, l’azienda specializzata nello sviluppo di tecnologie di sinterizzazione per il mercato della metallurgia. Si tratta di un processo alternativo alla fusione che impiega una frazione di tempo ridotta rispetto alle procedure classiche. Si va dalla lavorazione di metalli come ferro, rame, titanio e nickel fino all’acciaio e altri composti ceramici. Lavorano a Torino e il loro business plan ha ricevuto il primo premio alla Start Cup Piemonte 2008.
IdemWorks – Le grandi aziende dell’elettronica seguono ognuna le proprie regole, ma tutte prima o poi hanno bisogno degli strumenti giusti per progettare i loro dispositivi. È qui che entra in gioco IdemWorks, lo spin-off del Politecnico di Torino nato nel 2007 da tre soci fondatori. L’amministratore delegato è Michelangelo Bandinu, ingegnere elettrotecnico che ha lavorato con IBM in Germania. Il loro software permette ai progettisti delle grandi aziende di ottimizzare i prototipi e ridurre al minimo i disturbi elettromagnetici. Il gruppo sta lavorando a una versione del software pensato interamente in cloud. Piccolo dettaglio: i loro clienti sono tutti stranieri. In prima posizione ci sono Stati Uniti e Giappone, a seguire Germania, Regno Unito e Francia.
Biofordrug – Le politiche sanitarie del futuro dovranno scontrarsi con un nemico incurabile: l’Alzheimer. Le terapie mediche non possono curare questa malattia neurodegenerativa, ecco perché è importante far sì che venga diagnosticata il prima possibile. Biofordrug è uno spin-off dell’Università di Bari che riunisce quattro docenti universitari di farmacia che lavorano insieme dal 1989. Nicola Colabufo è il presidente, gli altri soci sono i colleghi, l’ateneo e alcune aziende del territorio pugliese. Hanno messo a punto un marker radiotracciante capace di identificare i primi stadi latenti della patologia con 15 anni di anticipo rispetto all’evidenza clinica. Tutto tempo prezioso per avviare terapie conservative che riducano i danni causati dall’avanzata implacabile della malattia. Il gruppo sta per avviare un trial clinico nei Paesi Bassi, ma presto ci sarà spazio anche per un’altra fase sperimentale nei centri ospedalieri pugliesi.
Spreaker – I blogger sanno di poter contare su WordPress e AdSense, ma cosa spetta ai radioamatori digitali? La prima risposta credibile è quella di Spreaker, la piattaforma nata nel 2009 da un’idea di Daniele Cremonini e Francesco Baschieri. Alla loro seconda esperienza da startupper, decidono di riempire quel vuoto nella gestione di audio e podcasting. Il loro progetto oggi ha 600mila utenti mensili e permette a chiunque di registrare, trasmettere live ed ascoltare il propri canale di web-radio. L’interfaccia su Web e mobile è collegata ai social network e permette di diffondere i contenuti ovunque. Anche loro hanno come primo mercato di riferimento gli USA. Seguono Italia, Inghilterra e paesi latinoamericani. R&D tutto in Emilia-Romagna e uffici marketing a San Francisco. È una realtà che sta crescendo: dalle cronache sportive locali fino agli Indignados che raccontano la crisi, i giornalisti di guerra e tanti predicatori con la loro personalissima versione del sogno americano.
ProssimaIsola – Ecco il team che gioca in casa. Daniele Idini e Marcello Orizi sono due ingegneri di Sassari, classe ’75. Amici fin dagli anni del liceo, sanno che nella vita bisogna anche scottarsi: nel 2008 abbandonano un lavoro sicuro e fondano ProssimaIsola. Il loro progetto di punta è WhereIsNow, un servizio che permette di sincronizzare qualsiasi documento di lavoro grazie a un sistema di chiavi di aggiornamento. Nel 2009 sono tra i finalisti di Mind The Bridge e passano qualche mese in Silicon Valley. Trip to è la nuova app Apple/Android che raccoglie guide turistiche create dagli utenti. Hanno messo online anche Sardegna 2.0, il portale per chi si occupa di innovazione e startup nella regione.
Liquidweb – Non servono poteri da Jedi per spostare un oggetto con la sola forza del pensiero. Pasquale Fedele è un ingegnere informatico di Siena che preferisce utilizzare i computer: nel 2007 studia le brain computer interface (BCI), ovvero quel tipo di sensori che traducono i segnali cerebrali in input binari. Lui, classe ’73, capisce che può adottare questa tecnologia per dare a chi è stato colpito da disabilità motorie la possibilità di controllare gli oggetti attraverso la mente. Basta un casco dotato di sensori elettroencefalografici e una connessione wireless che trasmette gli impulsi a un tablet domotico. Nel 2010 ha messo su una startup con altri 5 ingegneri e una responsabile business: ora Liquidweb è all’interno del parco scientifico Toscana Life Sciences ed è stata anche finalista a Mind The Bridge.
IFACE – L’innovazione qui ha tutta un’altra faccia. L’ingegnere Massimiliano Nolich ha fondato IFACE nel 2008 come spin-off tecnologico dell’Università di Trieste. Le business unit sono due e hanno a che fare con algoritmi per il riconoscimento biometrico e sistemi per il monitoraggio e classificazione delle sorgenti sonore. Insomma, da una parte, ci sono le tecnologie di identificazione personale attraverso impronte digitali e tratti del volto, dall’altra, nuove idee per realizzare sensori ambientali capaci di rilevare in modo automatico i suoni legati a incidenti pericolosi, come urla e detonazioni, o valutare l’intensità del traffico in base all’inquinamento sonoro.