Le idee di tutti sono la nostra agenda: facciamo come l’Umbria!

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Fin dal 1948 la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha sancito che “ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti”.

Nel Marzo 2000 il Consiglio Europeo di Lisbona ha dichiarato che “la nuova società basata sulla conoscenza offre un immenso potenziale per ridurre l’esclusione sociale sia mediante la creazione delle condizioni economiche per una maggiore prosperità attraverso livelli più alti di crescita e occupazione, sia mediante l’apertura di nuovi modi di partecipazione alla società.”

E arriviamo alla normativa italiana e in particolare al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD: Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82) che, includendo entrambe le proposizioni, prospetta nuovi diritti di partecipazione anche tramite le nuove tecnologie:

  • “I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere ed ottenere l’uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni” (Art.

    3).

  • “Le pubbliche amministrazioni favoriscono ogni forma di uso delle nuove tecnologie per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti all’estero, al processo democratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici e civili sia individuali che collettivi.” (Art. 9)
  • “Le pubbliche amministrazioni nell’organizzare autonomamente la propria attività utilizzano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione nel rispetto dei principi di uguaglianza e di non discriminazione.” (Art. 12)

Avrei preferito che il CAD parlasse di “individui residenti” e non solo di “cittadini”, e questo per garantire pari diritti a chiunque, anche se non cittadino italiano, abiti, lavori e paghi le tasse nel nostro Paese. Mi sembra, comunque, che la normativa italiana introduca davvero nuovi diritti e nuove opportunità di democrazia e partecipazione.

Democrazia e partecipazione che negli ultimi anni anche grazie alle tecnologie hanno assunto una valenza sicuramente più ampia e che sono parole chiave, usate (e strausate), da tutte le agende digitali italiane, regionali, comunali, di partito e di qualunque aggregazione che ne abbia parlato.

Benissimo! O no?

In un certo senso sì: così facendo si è diffuso “il verbo”, si è diffusa la consapevolezza che non si può più prescindere da questi elementi se si vuole governare nel 2013!

Ma la società basata sulla conoscenza è anche (e soprattutto) la società di chi partecipa dal basso, tutti i giorni, con pazienza (e a volte anche con la giusta impazienza), con determinazione, con forza e competenza.

Ed è proprio questo potenziale che la Regione Umbra ha voluto e saputo ascoltare con il cammino #UmbriaDigitale: un cammino iniziato da tempo e che non prevede una fine perché la democrazia e la partecipazione crescono nel tempo, perché da qui in avanti le scelte politiche vanno condivise, andranno condivise, sempre!

I passi sono stati tanti: dall’inclusione e l’ascolto di tutti gli stakeholder alla possibilità per chiunque di proporre, commentare, criticare idee , dalla definizione di documenti di policy a uno splendido evento che si terrà a Perugia il 15 e il 16 aprile (qui il programma) che prevede la partecipazione di molti esperti ma soprattutto la partecipazione attiva di chiunque vorrà portare la propria esperienza, le proprie domande, le proprie proposte agli Open Talk che verteranno su temi su cui l’Umbria ha posto da sempre particolare attenzione:

  • Benessere, competitività, qualità della vita e salute
  • Cultura, natura, centri storici e territorio
  • Comunità, solidarietà, sussidiarietà e specializzazione

Sul sito di Umbria Digitale si legge “È necessaria la tua idea perché le idee di tutti sono un tesoro per tutti e saranno la nostra prossima agenda”.

Possiamo chiedere ai presidenti di tutte le Regioni italiane di condividere questo approccio del fare e della partecipazione?

Ne guadagnerebbe il paese in democrazia e credibilità!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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