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Le istruzioni per avere il massimo da Foursquare, Pinterest, Instagram

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Ci stiamo progressivamente stancando di pollici all’insù e di uccellini cinguettanti, anche loro all’insù, sempre più all’insù? Forse sarebbe azzardato affermare una cosa del genere e in fondo non del tutto corretto. Almeno stando ai numeri, alla rilevanza, a quella che viene chiamata tecnicamente “influenza” in rete. Però è anche vero che – accanto ai colossi Facebook e Twitter – stiamo imparando a conoscere uno stuolo di social network sempre più affamati di pubblici in rete (e soprattutto in mobilità) e che si stanno accreditando. Stiamo imparando ad osservare i movimenti più piccoli e impercettibili che avvengono online e che col tempo potrebbero comportare scosse di una magnitudo sempre più forte.

Così in questo sottobosco di una rete sempre più partecipata si accreditano realtà come Foursquare, Pinterest e Instagram.

Per operatori e aziende diventa prioritario conoscere e presidiare queste nuove agorà digitali. Oggi vorrei fornirvi alcuni consigli legati a questi tre social network ibridi, mobili, condivisi. Lo faccio però appoggiandomi a tre osservatori speciali che – per i rispettivi media sociali – analizzano ciò che avviene e monitorano gli sviluppi, riuscendo ad intercettare a loro volta una community di “aficionados”. Ringrazio, quindi, per queste successive riflessioni l’osservatorio Foursquare Italia, il team di Pinterestitaly e la community degli Instagramers Italia.

Foursquare

Partiamo da Foursquare e quindi spostiamo i riflettori dal come sto (Facebook docet) al dove sto (Foursquare, appunto). Con questo geo-social network nato nella primavera del 2009 in Nordamerica e divenuto un caso di successo in tutto il mondo, la sfida è combattuta a suon di check-in, tip e special.

Secondo i dati dell’osservatorio Foursquare Italia il tasso di crescita percentuale soprattutto tra le brand page italiane è a tripla cifra negli ultimi mesi. Boom che riguarda soprattutto il settore turistico per quello che viene definito il primo “so-lo-mo“, acronimo che esplicitato afferisce all’identità di Foursquare: social, local e mobile. «Per le aziende la forza di Foursquare è il fatto che viva in simbiosi con gli altri, sollecitando le reti di amicizie che gli utenti hanno su Facebook e Twitter e abbracciando i devices mobili», racconta Roberto Cobianchi, fondatore dell’osservatorio Foursquare Italia, realtà nata nel 2010 e impegnata a studiare il social network con il coinvolgimento di una decina di blogger e redattori.

Attenzione ai piccoli. Nell’agone si combatte una battaglia che vede schierati indistintamente i Davide e i Golia.

Così accanto al 13% delle pagine di grandi brand e catene commerciali si schiera un 12% di micro-store e imprese familiari (aggiornamento aprile 2012). «Le aziende che vinceranno questa sfida saranno quelle che combineranno social, local e mobile: l’Italia dei mille campanili e dell’uso intensivo degli smartphone gioca un ruolo fondamentale». Ecco allora tre consigli costruiti insieme all’osservatorio Foursquare Italia al fine di valorizzare al meglio i plus del social network.

Consiglio uno. Ricordarti che le applicazioni di Foursquare sono diversificate

Si va dalle campagne di branding alle azioni di guerrilla fino all’utilizzo come fundraising. Uno degli obiettivi è aumentare il foot-traffic, far venire clienti nello store, in un museo o in un luogo turistico sbloccando uno “special“. Uno dei pionieri a Londra è stato il brand di calzature Jimmy-choo, che ha inventato il “Catch a Choo”, una caccia al tesoro per Londra. Per chi ha punti vendita il primo consiglio è attivare promozioni digitali, ovvero gli “special” di Foursquare, e attirare il ceck-in all’interno dello store. Dal ceck-in viene poi attivata la notifica alle varie reti sociali.

Consiglio due. Sfrutta le nuove potenzialità di integrazione con le reti sociali

Da poco è possibile per i brand lanciare aggiornamenti. Così la brand page può comparire negli stream. La cosa interessante è che a questo aggiornamento può essere associata anche una promozione. «È una opportunità grandiosa perché così si crea lo special e si informano i sostenitori, lavorando sugli aggiornamenti condivisi delle reti sociali», precisa Cobianchi. Ai brand viene di fatto offerto un megafono che prima non c’era. Per evitare che il brand possa essere invasivo occorre programmare: esserci ma con moderazione.

Consiglio tre. Crea sinergie tra i vari social online e tra le attività online e offline

Gli utenti Foursquare spesso sono anche instagramers attivi e tra le due community ci sono molte similitudini. Perciò è auspicabile stimolare azioni comuni sui due social, come un’attività fotografica a seguito di un check-in. Altra sinergia è tra online e offline. Poiché Foursquare non si basa su una segnalazione invasiva da parte dell’applicazione sul device, occorre creare degli ancoraggi, raggiungere le persone anche con mezzi tradizionali. Dalla vetrofania al menu di un ristorante fino ai coupon cartacei con il simbolo Foursquare. «Se l’utilizzo di questo social media è ritenuto importante occorre segnalarlo perché la separazione tra ciò che viaggia nella carta e quello che viaggia online deve essere ricomposta», conclude Cobianchi.

Pinterest

Nato meno di due anni fa Oltreoceano dalla genialità di Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra e dedicato alla condivisione di foto e alla loro catalogazione, Pinterest registra oggi una crescita senza precedenti. E a pinnare sono soprattutto le donne. Per Pinterestitaly – osservatorio fondato da Domenico Armatore, Azzurra Tacente e Paola Sangiovanni – tra le tipologie di immagini pinnate dai brand spiccano quelle del settore food e beverage con il 22%. Seguono immagini sul mondo femminile, case e arredo per il 15%, abbigliamento e calzature per il 12%.

Pinterest presuppone una forte attività (e una certa velocità) nel pinnare e ripinnare. E una idea di condivisione del brand “laterale”: non solo il mero prodotto o servizio con tanto di tariffario in bella vista (che è pure fattibile e in alcuni casi presenta dei vantaggi oggettivi) ma l’immagine emozionale, la firma proposta in modo indiretto (e forse più efficace). Ecco allora tre consigli per pinnare con successo:

Consiglio uno. Punta su originalità e accuratezza delle informazioni

La precisione nel descrivere la foto con tutti gli elementi informativi necessari è fondamentale. Secondo Dan Zarrella i contenuti più condisivi sono quelli con una descrizione più dettagliata. E poi è meglio pinnare foto da un proprio archivio, brandizzando le immagini proprie e inserendo parole chiave e tag utente. Accuratezza e originalità suscitano repin e like.

Consiglio due. Repinna e dì la tua sul contenuto che hai condiviso

Per i brand è fondamentale partecipare alla conversazione in rete, anche su Pinterest. Perciò repin e like sono un must, ma per Pinterestitaly occorre anche interagire attraverso commenti e mentions. Inoltre pinna anche i video da YouTube e Vimeo e lega l’account dell’azienda a Facebook e Twitter per offrire costanti aggiornamenti.

Consiglio tre. Attiva i tools per rendere più agevole la gestione dell’acccount

Da Pinterestitaly arrivano tre segnalazioni di tools facilmente attivabili: Pinstamatic, che permette di pinnare molto più di una foto, scegliendo tra un website, un account Twitter o una traccia presente su Spotify. Pinalerts, che consente una volta selezionata una notizia o un’area di interesse, di ricevere via mail notifiche specifiche. In ultimo Pinpuff, che permette – inserendo la mail e l’ID utilizzato in Pinterest – di ottenere un rank dell’influenza e il reach basato sui followers influenzati e sulle specifiche attività.

Instagram

Metti un pulsante per scattare e ben diciassette filtri predefiniti tra cui scegliere per personalizzare e modificare una foto. Metti commenti e like ad arricchire l’interazione. Metti un funzionamento analogo a quello di Twitter per iscriversi e iniziare a seguire altre persone che possono seguirti o meno. Questo e molto altro è Instagram, l’app gratuita di sharing fotografico per smartphone che nasce nell’ottobre 2010 da una brillante idea di due giovanissimi americani, Kevin Systrom e Mike Krieger. All’inizio in pochi la conoscono, ma in meno di un anno e mezzo riesce a conquistare oltre 80 milioni di utenti nel mondo e diventa l’app regina per il 2011. Pochi mesi fa, precisamente il 9 aprile 2012, Mark Zuckerberg ha annunciato l’acquisizione di Instagram e dei suoi tredici collaboratori da parte di Facebook per una cifra stimata in 800 milioni di dollari.

La community italiana conta oltre 35mila followers con 26 gruppi locali distribuiti su tutto il territorio nazionale. «L’intento è di coinvolgere gli utenti in varie attività fotografiche e di gruppo (instameet e instawalk), alzare il livello e la qualità delle foto condivise, incontrarsi di persona, scambiarsi idee e consigli, andando oltre la sfera prettamente online», afferma Ilaria Barbotti della community degli Instagramers Italia.

Consiglio uno. Sii attivo e partecipe

La regola base è una ed è semplice: bisogna essere attivi e farlo nel modo giusto, solo così l’ impegno e la costanza saranno premiati. L’instragramer virtuoso è colui che posta una foto al giorno, o anche una ogni 4/5 ore con i tag corretti per renderla ben rintracciabile. Lo strumento di ricerca proposto da Instagram permette di ricercare utenti e foto in base alla parola chiave inserita.

Consiglio due. Posta foto particolari e cerca un tuo stile

Su Instagram per avere un buon seguito bisognerebbe postare foto di qualità, originali e gradevoli, o almeno impegnarsi nel farlo. Le foto di cene tra amici, portano molti meno likes di una foto bella da vedere e taggata correttamente (magari scegliendo anche un filtro e usando sempre quello per identificare ancora di più i nostri scatti). Usare una delle tantissime app di editing che permettono di migliorare la foto originale, sempre senza esagerare/modificarla troppo. Ecco alcune delle più usate: Camera+, Snapseed, Filterstorm, Photoshop.

Consiglio tre. Utilizza tag in modo chiaro e consapevole

Seguire le persone che fotografano qualcosa che ci interessa o ci piace deve essere un must. La ricerca per argomento/parola chiave va fatta col # (come su Twitter). Il tag viene inserito per far sì che la foto postata possa essere trovata e commentata anche da chi non mi segue. È consigliabile mettere il tag sempre in inglese ed eventualmente aggiungerlo anche in italiano. È auspicabile inserire i tag (massimo 30) non nella caption (subito insieme alla condivisione della foto) ma nel primo commento, solo dopo aver postato la foto, per agevolare la comprensione anche su Twitter o Facebook.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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