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Le startup hanno sempre l’ultima parola, anche a Capitali Coraggiosi

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A Capitali Coraggiosi ci sono arrivato perchè con Twitter ormai è impossibile non sapere cosa stia succedendo. Così, le notifiche di @davidedattoli prima, e di @riccardowired dopo, mi hanno fatto capire che, anche se per qualche strana ragione non era entrato nel mio radar, era un evento da non perdere.

La location era la nuova @Eataly alla stazione Ostiense di Roma, forse ancora più bella di quella del Lingotto. Qui, l’incontro di Roma Startup è iniziato con Phil Wickcam (@philwickham), CEO di Kauffman Society e da anni mentor di imprenditori e startupper nella Silicon Valley.

La prima cosa che ha fatto è stato scattare una foto della sala da postare su Twitter, perché, ci dice lui, non credeva davvero che avrebbe riempito una location così grande.

E la sala era grande davvero, esaurita fino all’orlo. E c’erano tutti, da startupper di 20 anni fino a VC, giornalisti, blogger e addirittura i politici, i quali, finalmente, hanno capito che questa cosa strana che sono le startup è qui per restarci.

Policies, not politics” è quello che ci vuole secondo Jason Best, che era forse lo speaker dall’intervento più interessante. Jason è uno degli autori del Crowdfund Investing Framework presentato da Obama lo scorso aprile ed è proprio un bene che parte della task force di Passera lo abbia ascoltato attentamente quel pomeriggio.

This is the way to create jobs, the right kind of jobs

C’erano anche i politici: Gianni Alemanno, Nicola Zingaretti, Paolo Gentiloni. Non era scontato averli ad un evento del genere, ma è stato comunque un buon segno.

Purtroppo però, quando senti uno di loro che definisce “eccezionale” un finanziamento di 40mila euro ad una startup, ti viene da pensare che forse non si sono impegnati troppo a capire questo mondo. E non solo questo, probabilmente.

E, infine, c’erano le startup: non si capisce come mai ad un evento di startup loro siano le ultime a parlare (ma a guardare bene, almeno qui c’erano, perché in altri eventi a volte neppure le invitano): Canvace e i giochi su HTML5, Cocontest per il crowdsourcing tra architetti, Geomefree per gli eventi, Mindigno per gestire l’indignazione e Atooma per rendere ancora più smart il proprio smartphone. Forse nessuna di queste sarà disruptive, ma tutte sono determinate, con le idee chiare e ci stanno provando.

In bocca al lupo!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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Scritto da chef

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