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Legge australiana sui social media: vietato l’accesso ai minori di 16 anni

Il Parlamento australiano approva una legge che limita l'accesso ai social media per i giovani.

Immagine che rappresenta la legge sui social media in Australia
Scopri la nuova legge australiana che vieta l'accesso ai social media ai minori di 16 anni.

Una nuova era per la sicurezza online dei minori

A fine novembre 2024, il Parlamento australiano ha approvato una legge storica che vieta ai minori di 16 anni di accedere ai social media. Questa decisione segna un passo significativo nella lotta per la protezione dei giovani online, in un contesto in cui l’uso dei social media è in costante aumento tra le fasce più giovani della popolazione. La legge entrerà in vigore a fine 2025 e prevede sanzioni severe per le piattaforme che non rispetteranno le nuove normative, con multe che possono arrivare fino a 50 milioni di dollari australiani.

Le reazioni delle piattaforme social

Le principali piattaforme social, tra cui Meta, TikTok e Snap, hanno espresso preoccupazione per l’esclusione di YouTube dalla legge.

Secondo le informazioni diffuse da Reuters e The Guardian, queste aziende hanno richiesto al governo australiano di rimuovere l’esenzione per YouTube, sostenendo che il servizio di video-sharing funziona in modo simile ai social media tradizionali. TikTok ha definito l’esclusione di YouTube come “irrazionale e illogica”, evidenziando che YouTube Shorts, in particolare, opera in un contesto simile al feed di TikTok.

Il dibattito sulla protezione dei minori

Il governo australiano ha avviato test per implementare soluzioni di verifica dell’età, con Apple che ha recentemente presentato un metodo che rispetta maggiormente la privacy degli utenti. Tuttavia, la questione rimane complessa, poiché le piattaforme social chiedono un’applicazione equa della legge. Meta ha sottolineato che la legge deve essere uniforme per tutti, mentre Snap ha ribadito che Snapchat, essendo un servizio di messaggistica, dovrebbe essere escluso dalle restrizioni.

Le proteste delle aziende sono supportate da dati concreti: un report del garante della privacy ha rivelato che il 73% degli utenti tra i 13 e i 15 anni utilizza YouTube, suggerendo che l’esclusione di questa piattaforma potrebbe essere controproducente per la protezione dei minori.

Il futuro della regolamentazione dei social media

La Commissione europea ha già avviato un’indagine su YouTube, sospettando una violazione del Digital Services Act riguardo alla protezione dei minori. Questo scenario evidenzia l’importanza di una regolamentazione adeguata e di un approccio coordinato a livello globale per garantire la sicurezza dei giovani online. Con l’approvazione di questa legge, l’Australia si pone come un esempio per altri paesi che stanno affrontando sfide simili nella protezione dei minori nell’era digitale.

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