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Legno contro mattone, sole contro gas: la soluzione perfetta per il risparmio, non solo energetico

L’energia è li polo di un’urbanistica che, insieme alla moderna tecnologia edile, può sul serio cambiare faccia a quartieri e città.

soluzione risparmio energetico
Legno contro mattone: la soluzione per il risparmio energetico

Riducono consumi energetici e costi di gestione, sono antisismiche, antincendio e green. Il quarto Rapporto Case ed Edifici in Legno fotografa un settore in controtendenza al ristagno dell’edilizia. Federlegno Arredo, che raccoglie 80mila imprese che danno lavoro a 380mila persone, riporta che il fatturato totale del comparto è di 42 miliardi di euro, il 5% del Pl industriale, di cui metà derivante dall’export. Fino al Covid è andato tutto bene, poi la fatale flessione, quindi la risalita. La fine del lockdown ha lanciato il mercato delle costruzioni prefabbricate: longeve, meno costose e più tecnologiche di tanti vecchi palazzi, trasportabili in caso di necessità. Ecolegno System ne monta e smonta in tutta la Calabria, dove ha sede, ma anche al Nord e all’estero, dalla Francia agli Emirati.

Ce n’è per ogni meteo: l’Hotel Garden di Pieve di Ledro, in Trentino, le sta costruendo perfino sugli alberi. Nel quartiere romano di Testaccio sono iniziati i lavori per una palazzina intera in legno e sughero, con 7 appartamenti completamente autonomi grazie ai pannelli fotovoltaici: sorgerà al posto di un capannone dismesso e, salvo imprevisti, sarà pronta a settembre 2021, al prezzo di 2 milioni. Una tecnica già vista a Bolzano, Treviso, in Germania e in Austria, che demolisce tempi di fabbricazione industriale e riqualificazione urbana. Il costo per una villa di 150/170 mq commerciali – con sala, cucina, tre camere, doppi servizi e box – parte da 250mila euro. Per le spese fisse insopprimibili, non sono consigliabili mono o bilocali in ecomuratura: la cifra calerebbe di poco.

La soluzione per il risparmio energetico e non solo

risparmio energetico: bioedilizia

La bioedilizia si addice a grandi spazi, i vantaggi ambientali ed economici si apprezzano e si moltiplicano se estesa a grossi complessi, ad agglomerati metropolitani. Il metodo di costruzione più diffuso si chiama Xlam e consiste nella lavorazione di pannelli lamellari di legno massiccio di vario spessore, realizzati incollando strati incrociati di tavole. Un sistema innovativo che aumenta efficienza energetica e resistenza ai terremoti: lo dimostrano i test effettuati, tra l’altro, nei laboratori giapponesi del Nied dove pareti così composte, nonostante lo spessore ridotto (che garantisce una maggior superficie calpestabile), hanno retto a simulazioni sismiche di 7.2 gradi Richter.

Altro che alloggi provvisori d’emergenza o antiestetiche seconde casette: un’indagine del portale Habitissimo rileva come le richieste di preventivi per queste abitazioni siano cresciute del 13% in un anno. Un trend, a pensarci bene, confermato dal boom di camper e caravan noleggiati quest’estate per le vacanze. A causa delle impegnative spese condominiali degli attuali edifici e della loro vulnerabilità agli agenti atmosferici, l’edilizia torna indietro. A fonti e materie prime, bio. Come il legno, che fonda l’abitazione. E sole, acqua e vento: le forze che la accendono, la riscaldano e la rinfrescano.

L’energia è l’altro polo di un’urbanistica che, insieme alla moderna tecnologia edile, può sul serio cambiare faccia a quartieri e città. Come per le case stampate in 3D, la riduzione del fabbisogno energetico derivante dagli “elementi passivi” della struttura – architetture e materiali naturalmente isolanti e resilienti – è la condizione che permetterà alle fonti alternative di non aver più bisogno di approvvigionamenti ibridi per fornire gli stabili. Anche i petrolieri, pur non rinunciandovi, ammettono che i combustibili fossili hanno gli anni contati, se non altro per l’esaurimento delle scorte nel sottosuolo. E al prosciugamento è destinato prima o poi anche il gas naturale, altrettanto fossile e nocivo: meno del greggio ma più dell’elettricità prodotta da fonti alternative, che è zero. Il gas brucia, sprigionando energia dalla combustione: sostituirlo al carbone, come sta avvenendo, non risolve i problemi di salute pubblica e ambientale. Ma è sconveniente anche dal lato economico: i pannelli solari possono fornire energia a 650 case per un’ora a un prezzo tra 31 e 111 dollari, contro i 122-162 a megawattora degli impianti a gas. Secondo l’Università della California entro il 2035 la rete elettrica Usa potrebbe generare il 90% della sua potenza, senza emissioni di gas serra e riducendo le tariffe. Se guardiamo gli States, che a volte anticipano ciò che accade poi oltre l’Atlantico, nonostante i bastoni tra le ruote infilati da Trump la green economy s’è rimessa in marcia.

centrali elettriche

Il governatore della Virginia Ralph Northam ha firmato una legge che vuole chiudere tutte le centrali a carbone entro il 2024. L’utility Dominion Energy, con oltre 7 milioni di clienti e attività in 20 stati, punta ai parchi eolici offshore, utilizzati in Europa da anni, e sta installando due turbine al largo di Virginia Beach con pale lunghe 200 metri. Nei primi tre mesi del 2020 l’eolico ha contribuito in maniera decisiva a stabilire il record di energia pulita prodotta in Gran Bretagna, vicina al 50% del fabbisogno nazionale. Ma è anche vero che l’anno scorso la stessa Dominion ha chiuso 5 centrali a carbone per convertirle in gas. Non in centrali solari. Investitori e governi considerano vento e sole ancora troppo inaffidabili per salutare, dopo il carbone, pure il gas: la risorsa sicura su cui puntare, il nuovo nemico delle rinnovabili. Sarà più facile svezzarci dal petrolio. Non è facile per i servizi di trasporto e illuminazione pubblici disfarsi di contratti e convenzioni, né per gli industriali chiudere di colpo il patrimonio di centrali che li ha coperti di soldi e abbracciare pale, turbine e batterie. La verità è che eolico, solare e idrico – nonostante l’impennata dei consumi e la convenienza – non stanno riducendo le emissioni così rapidamente da scongiurare gli effetti del cambiamento climatico: ondate di calore eccessivo e cicloni estremi. I tre moschettieri dell’energia verde da soli non ce la fanno. Ecco perché è importante aiutarli, abbassando le voci di consumo dei centri urbani, adottando modelli di edilizia sostenibile e duratura. Come quella del legno.

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Scritto da Giuseppe Gaetano

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