Arrivare a creare una collezione per Hermès. Un sogno irraggiungibile per la maggior parte dei designers esistenti ma anche degli aspiranti tali, per cui Hermès e il suo ufficio stile rappresentano un traguardo eccellente.
Uno però ce l’ha fatta, si tratta di Christophe Lemaire, che, lasciata qualche mese fa la sua quinquennale poltrona da Lacoste è entrato nell’ufficio lasciato da Jean Paul Gaultier – uscito di scena sembra per dedicarsi a progetti personali dopo 7 anni di collezioni realizzate per il brand – ed è entrato a dirigere le fila creative di uno dei marchi francesi più amati al mondo.
Un impegno importante e sicuramente non facile, specie dopo il lungo percorso creativo unico e decisamente inimitabile tracciato dall’enfant terrible della moda, che Lemaire, con il suo carico di esperienza decisamente più commerciale e molto meno estrosa – e c’è chi giura che sia stato proprio questo a spingere i vertici della casa di moda ad assoldarlo per rifocillare un po’ le casse – è pronto ad intraprendere con una sicurezza rara, deciso più che mai a dare un netto colpo di spugna al passato (specie a quello stilistico) del brand e a portare il luxury brand verso un filone espressivo più intimo e meno rumoroso che possa sedurre sul lungo periodo senza contare invece sull’effetto scenico che ha caratterizzato tante collezioni firmate da Gaultier per il brand.
Lo ha detto lo stilista in persona a WWD, media che per gli operatori del settore è un vero e proprio punto di riferimento, confermando che tra i suoi obiettivi principali per il marchio c’è senza dubbio quello di abbandonare i favolosi show (per il suo addio alla maison francese Gaultier ha portato in passerelle un nutrito gruppo di gauchos argentini in versione luxury) e di dirigersi piuttosto verso un’espressione più intima e pacata, adatta ad una moda – portafogli permettendo – pronta ad essere venduta tutti i giorni.
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«Penso che sia ora di tornare ad una visione della moda più onesta e che ci sia spazio per un più semplice, più lineare guardaroba più adatto alla vita quotidiana», ha infatti commentato lo stilista che di certo dimostra di avere le idee chiare su quello che sarà il futuro – almeno stilistico – di un brand rinomato come Hermès.
«Credo che proseguirò sui passi di Margiela piuttosto che su quelli di Gaultier anche se nutro infinito rispetto per Jean Paul Gaultier e per il suo virtuosismo», ha aggiunto poi lo stilista.
I mesi corrono e Lemaire avrà il suo banco di prova a marzo, quando la prima collezione ideata per Hermès sarà presentata sulle passerelle, e quando dovrà dimostrare di avere le capacità per rendere il marchio più appetibile e adatto alla vita quotidiana di qualche elegante signora senza dimenticare di aggiungere quel pizzico di glamour che fa di Hermès un marchio di fama internazionale.