In un laboratorio californiano è nato il primo virus elettrico. I tecnici che lo hanno creato l’hanno battezzato M13. Al momento emette abbastanza elettricità per tenere accesso un piccolo video LED, ma presto la rivoluzione organica dell’elettricità potrebbe cambiare il mondo. È possibile infatti che l’energia in futuro arrivi dai laboratori biologici invece che dai pozzi di petrolio. Felice ne saranno anche gli ecologisti, l’M13 non è un virus pericoloso per l’uomo ne’ danneggia il pianeta, perché può infettare solo i batteri.
La produzione di energia elettrica è frutto del cosiddetto “effetto piezoelettrico”, che si verifica quando i virus sono “strizzati” ed emettono una certa quantità di energia. M13 ha questi poteri ma ne ha anche altri utilissimi per le applicazioni industriali. Il virus si distribuisce lungo piccolissime strisce, simili ai negativi delle vecchie macchine fotografiche.
È quindi possibile inserirle all’interno dei laptop. Ogni volta che spingiamo il tasto per accendere il nostro computer facciamo pressione su queste strisce stimolando la colonia di virus che le popolano.
Per ora questo processo è in grado di emettere abbastanza energia da caricare le batterie che fanno accendere il nostro laptop. Con l’M13 ogni tipo di movimento mette in moto il processo di produzione di energia del virus: ad esempio, un giorno non troppo lontano potremmo riscaldare la nostra casa saltando su un pavimento lucidato con il virus.
Sebbene l’energia organica esista in natura, il virus M13 è stato creato in provetta attraverso l’ingegneria genetica, usando aminoacidi dotati di cariche negative e positive. Praticamente, ne è venuta fuori una batteria organica e naturale.
Sempre l’ingegneria genetica ha fatto sì che gli assembramenti di virus si organizzassero orizzontalmente in piccole strisce della grandezza massima di un centimetro quadrato.
I tecnici di Berkeley spiegano che quando le strisce di M13 vengono racchiuse all’interno di due elettrodi ricoperti d’oro e connessi con cristalli liquiditi, nasce un generatore. Per ora, quando si esercita una pressione sul contatto si producono fino a sei nanoamper di corrente di voltaggio pari a 400 millivolt. Ciò equivale ad un quarto del voltaggio di una batteria AAA. Non male per un virus appena nato!