Lo sapevate che l’Europa è il continente con il più alto numero di FabLab del mondo? Quasi 300 laboratori sui 611 censiti dal portale ufficiale fablabs.io appartengono al vecchio continente, nonostante la rete sia partita dall’americanissimo MIT. E lo sapevate che tra questi laboratori ce n’è uno, il FabLab di Barcellona, che è ad oggi il più grande per numero di persone impiegate a tempo pieno? E lo sapevate che la Maker Faire Rome – The European Edition è diventata, in soli tre anni, la terza più grande al mondo raggiungendo le decennali edizioni americane?
Credits: www.makeinitaly.foundation
Possiamo dirlo, con una punta di orgoglio: l’Europa si sta dimostrando il continente dove il movimento maker è più vitale. Non si tratta di fare a gara con il resto del mondo, ma di prendere atto che esiste qualcosa nel tessuto sociale, culturale ed economico europeo che costituisce terreno fertile per i maker.
Sappiamo che la parola “maker” originariamente nasce e si definisce in Nord America, per mano dello scrittore canadese Cory Doctorow, ad indicare una sottocultura per molti aspetti più americana che europea: l’aspetto ludico della tecnologia, il fai-da-te, la dimostrazione delle proprie capacità, la progettualità come sfida, la riappropriazione degli strumenti di fabbricazione da parte della popolazione urbana, il fascino del recupero della manualità e così via. È per questo che tuttora le Maker Faire americane hanno un sapore di grande spettacolo, con installazioni spettacolari ed esagerate, dove la tecnologia si lega ad una voglia di espressione personale, di identità culturale, di coinvolgimento collettivo che va oltre l’utilità e passa invece per la scoperta e lo stupore. Ma il movimento maker si è diffuso rapidamente in tutto il mondo rivelandosi trasversale alle culture locali, eppure declinandosi in modo diverso in ogni luogo.
Visitando una Maker Faire cinese come quella di Shenzhen si nota come l’attenzione sia invece tutta sul prodotto, in particolare elettronico, visto come generatore di business: il divertimento e la scoperta cedono il passo all’imprenditoria.
Chi sono i maker europei?
E in Europa? Che profilo hanno i maker europei? Cominciamo ricordando che l’Europa è quel continente dove è nato Arduino, il principale strumento usato dai maker di tutto il mondo, il cuore di migliaia di progetti e prodotti innovativi; Arduino è quella schedina la cui serigrafia riporta orgogliosamente la penisola italiana, e scusate se è poco. Non è l’unica delle grandi tecnologie abilitanti ad essere nata in Europa: è infatti inglese un’altra scheda elettronica che negli ultimi anni sta avendo grande successo, ovvero l’inglese Raspberry Pi.
Ed è sempre inglese l’origine del progetto RepRap, che nasce a Bath per volontà del professor Adrian Bowyer: la diffusione delle stampanti 3D open source e a basso costo si deve proprio alla sua iniziativa.
Potremmo citare decine di progetti importanti ma già bastano questi tre esempi eccellenti per far capire quale sia il ruolo dell’Europa. Non è un caso che queste tecnologie siano nate qui, dove la cultura imprenditoriale si unisce a quella della ricerca, del design, dell’educazione, dei progetti sociali, e dove la separazione tra cultura tecnica e umanistica è meno marcata. Visitando le Maker Faire europee si trovano gruppi di appassionati accanto a futuri startupper, maker imprenditori accanto a centri di ricerca, grandi aziende accanto ad artigiani innovativi, scuole accanto ad istituzioni. Centinaia di progetti, prototipi e prodotti nascono dal mondo maker attraendo investimenti ed energie, o più semplicemente si propongono al mondo cercando di costruire un pezzetto del nostro futuro.
L’osmosi tra fabbricazione digitale e movimento maker da un lato e la società e l’economia dall’altro è continua: i temi dell’automazione, del coding, della stampa 3D a livello industriale, della mass customization si nutrono di questa ricerca informale, spontanea e distribuita. I maker spesso trovano soluzioni ad esigenze non soddisfatte dall’industria (pensiamo al settore della disabilità) e così facendo oltre a migliorare la vita degli individui aprono nuovi mercati. L’attenzione da parte delle grandi industrie è massima, così come da parte del settore educativo, con la nascita di FabLab nelle scuole e nelle università.
La Maker Faire della Casa Bianca
Nel 2015 si è svolta una Maker Faire presso la Casa Bianca, voluta da Obama, e il governo cinese ha finanziato numerosi interventi tra cui la Maker Faire di Shenzhen.
Nel 2016 è il turno dell’Europa: per iniziativa della Commissione Europea nasce la European Maker Week
Dal 30 maggio al 5 giugno è stata indetta una settimana di eventi maker in tutto il continente per avvicinare i cittadini, gli studenti, i media, le istituzioni e gli investitori. Vogliamo valorizzare questo mondo di persone che operano localmente in una rete globale e lo faremo unendo le forze in questo grande evento distribuito dedicato alla creatività e all’innovazione.
Tutti i FabLab, i makerspace, gli hackerspace, i laboratori scolastici ed universitari sono invitati ad organizzare eventi pubblici durante la European Maker Week e ad aggiungerli alla mappa. Vogliamo dare una prova tangibile, numerica, del mondo maker europeo e della sua capillarità, dando ai cittadini la possibilità di toccare con mano e di conoscere questo mondo al di là delle rappresentazioni, spesso semplificate, che i media ne fanno. Vogliamo fare una fotografia di questa rete mappando tutto quello che nell’arco di una settimana riesce a mettere in campo. Vista la natura istituzionale dell’iniziativa gli eventi dovranno essere tutti gratuiti e pubblici; tra di essi vi potranno essere workshop, corsi divulgativi, conferenze, light talk, storie di progetti, mostre, incontri con il mondo produttivo e artigianale, incontri con le istituzioni locali. Ogni FabLab, makerspace, hackerspace, ma anche ogni laboratorio di scuola o università è chiamato ad aprire al pubblico le proprie porte con degli Open Days. Ma il nostro obiettivo va anche oltre: vogliamo che la European Maker Week diventi un appuntamento fisso annuale nell’interesse di tutti per celebrare l’innovazione, l’inventiva, la cultura tecnica, l’open source e l’imprenditorialità.
La European Maker Week è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea ed organizzata da Maker Faire Rome – The European Edition in collaborazione con Startup Europe ed è curata da Isidro Laso Ballesteros (DG Connect E.C.), Riccardo Luna (Digital Champion italiano) e Massimo Banzi (co-founder di Arduino). Si svolge a pochi mesi di distanza da altre due importanti settimane europee dedicate a temi affini: la Code Week, dedicata al coding, che con 4.000 eventi ha raggiunto oltre 150.000 persone, e la Startup Europe Week che alla sua prima edizione ha raggiunto i 400 eventi.