L’infrastruttura Blockchain e la tecnologia della moneta

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I mercati sono tecnologie. In particolare, sono tecnologie che servono per allocare, usare e valorizzare le risorse economiche (tempo e denaro). Qui vediamo insieme come queste nuove forme sono impiegate dagli operatori, cioè le banche e le persone. Le banche sono state gli operatori di mercato più importanti, finora. Hanno da sempre messo a disposizione una tecnologia per soddisfare problemi di natura finanziaria. Quando non c’erano i computer impiegavano migliaia di ragionieri per fare i calcoli su contante e assegni. Poi sono arrivati contestualmente i computer e il denaro elettronico. Ma la clientela chiedeva sempre di più, per esempio voleva non andare in banca per fare le operazioni. Con un po’ di ritardo hanno abbracciato internet per soddisfare al meglio gli utenti.

La tecnologia ha fatto sempre progressi per salti. Nel momento in cui è stata adottata dal pubblico ha cambiato questo mondo. Ancor di più adesso che siamo tutti più collegati e il numero delle transazioni è destinato a crescere. La tecnologia della moneta non può esserne esentata.

Una nuova infrastruttura

Ora sono arrivate nel mercato le criptovalute e la blockchain. Le banche hanno deciso che solo l’infrastruttura è degna di essere testata (che chiamano talvolta impropriamente blockchain), non la moneta (il bitcoin). Dopo anni di esaltazione per la prima e rinnego per la seconda, pare che in Giappone ci stiano ripensando. Se la maggioranza dei banchieri è in errore lo vedremo presto perché le domande della clientela sono sempre le stesse: costi minori, minor tempo, minori rischi, più facilità e più trasparenza.

L’uso della tecnologia, sia infrastrutturale sia monetaria, è una scelta. Nel contesto dell’infrastruttura blockchain abbiamo varie opzioni in campo:

  • il tipo di partecipazione, ristretta con white list predefinite, oppure pubblica ove tutti possono partecipare senza chiedere un’autorizzazione preventiva;
  • il metodo di consenso, prova del lavoro (Proof of Work, quella costosa ma sicura della blockchain di bitcoin) oppure allocazione di voti tra i partecipanti
  • il modello di struttura dati, visibilità del flusso di informazioni (UTXO) oppure solo dello stock, ossia dei saldi contabili.

Valori e moneta

Prime conseguenze. Il proprio portafoglio di criptovalute non corrisponde a un debito di altri. Si ribadisce che nell’ancora immaturo sistema bitcoin non ci sono rischi di default, come invece accade nel consolidato sistema bancario. Infatti il sistema bancario è decentralizzato, ma porta con sé un rischio sistemico.

La blockchain è più adatta per accedere a informazioni che vivono oltre il perimetro aziendale. È potuta nascere dopo internet, perché dopo la comunicazione a rete ora è possibile scambiare valori tra pari.La storia economica insegna che l’uso della moneta è servito fin dall’inizio per registrare e verificare i rapporti economici tra esseri umani in sistemi che diventavano man mano più complessi. Così la creazione della moneta ha separato il valore d’uso dal valore di scambio dei beni, soprattutto oggi che viviamo in rete.

Il valore irrinunciabile

Proviamo a esemplificare l’inscindibilità tra la blockchain e qualsiasi forma di moneta spiegando che tutto, ma proprio tutto, nella blockchain pubblica è lavoro. Poniamo che tu abbia fatto un lavoro per produrre un’informazione, per esempio un contratto, ancor meglio nella forma di uno Smart Contract, così comune nell’Internet delle cose (IoT). Poi hai associato tale informazione a un token digitale, per esempio un Satoshi (l’unità minima di bitcoin), e la rete te l’ha registrata sulla blockchain. Tale registrazione, pubblica, diretta e immutabile, descrive il valore del tuo lavoro. Questa è la tua moneta, che puoi far valere dappertutto per chiunque.

MASSIMO CHIRIATTI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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