L’innovazione (non) va in vacanza in Germania: Gamescom e Campus Party Europe

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L’estate inizia a fare sul serio, ma nel mese di agosto sono due gli appuntamenti da non perdere. Se vi imbattete in altri eventi interessanti segnalateceli sull’Agenda del Futuro, in attesa del settembre rovente di TechCrunch Italy e della Social Media Week torinese.

A cavallo di Ferragosto, è la fiera europea Gamescom a distrarre il turista impegnato con secchiello e paletta. Riflettori puntati, a Colonia, sui videogiochi mobili. Al nostalgici conviene fare un salto nell’area Retro Gaming, dove trovano spazio i dispositivi che hanno fatto la storia del settore. Proprio il 15 agosto, Zynga chiama a raccolta durante l’esposizione tedesca sviluppatori interessati a esaltare le qualità mobili dei suoi popolari giochi. Il numero di ingressi è limitato, ma chi fosse interessato fa ancora in tempo a iscriversi.

Dal 21, si rimane in Germania, ma ci si trasferisce a Berlino per il Campus Party Europe. Una settimana, 24 ore al giorno, 10mila partecipanti: si presenta così il raduno che negli ultimi 16 anni ha coinvolto 125mila persone. Partito in Spagna nel 1997, si è aperto al resto del mondo nel 2008 e ha mosso i primi passi internazionali in Brasile. Nel 2012, ha avuto luogo nella terra verdeoro, in Colombia, Messico, Peru, Ecuador, Spagna e, appunto, Germania. ‘Retype Europe’s Source Code to transform Europe into a better place‘ è l’obiettivo che gli organizzatori si sono posti per la sette giorni berlinese. Il tutto verrà impreziosito dall’intervento di alcuni speaker di rilievo: in quattro hanno già confermato la loro partecipazione.

Tim Berners-Lee

Non ha bisogno di presentazioni, soprattutto in Rete.

È il genitore, con Robert Caillau, del World Wide Web e negli ultimi anni si sta spendendo per evidenziare l’assenza di pulsione innovativa degli ecosistemi chiusi all’interno dei quali passiamo gran parte del nostro quotidiano digitale, vedi Facebook. La prossima rivoluzione a cui sta prendendo parte è quella degli open data, a sostegno della causa britannica. Da settembre, sarà il direttore dell’Open Data Institute, realtà che si candida a diventare punto di riferimento per imprenditori, creativi e sviluppatori del Regno Unito interessati a far (ri)partire la crescita del paese (anche) dai dati aperti.

Paulo Coelho

Lo scrittore brasiliano si propone prepotentemente sulla scena digitale con i suoi 5 milioni di follower e 9 milioni di seguaci su Facebook. Secondo Forbes, è la seconda celebrità più influente sui social media (il primo è il giovane cantante canadese Justin Bieber).

Don Tapscott

Ha aperto un mese fa il TED di Edimburgo ed è l’autore delle due opere di riferimento del settore Wikinomics (La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo) e Marcowikinomics (Riavviare il sistema: dal business al mondo) e di altri 11 libri. Nel 2011, ha conquistato il nono posto della Thinkers50, graduatoria delle menti più influenti. Nel 1997, ha definito i tratti di quel digital divide di cui sentiamo parlare (troppo) ancora oggi.

Yossi Vardi

È una delle bandiere del successo israeliano in tecnologia e innovazione. Ha iniziato nel ’69, fondando Tekem, una delle prime software house in Israele e nel 1996 ha investito nella fondazione di Mirabilis, il creatore di ICQ. Da allora ha messo la firma su più di 50 aziende muovendosi agilmente fra software, energia, Internet, mobile e tecnologie dell’acqua.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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