Lo smartphone è necessario in classe. Chi insiste nel vietare il cellulare a scuola convinto che serva solo per distarsi e nient’altro potrebbe presto doversi rassegnare a vedere su ogni banco un telefonino dell’ultima generazione. Qualche genitore ma anche qualche dirigente scolastico che fino a ieri ha scritto circolari contro l’uso dello smartphone ci rimarrà male ma deve sapere che una delle più importanti casi editrici italiane, la De Agostini Scuola, ha realizzato il primo manuale scolastico “aumentato” mettendo in atto una rivoluzione decisamente storica: un passaggio dalla carta al digitale senza abbandonare il libro ma rinnovandolo, rendendolo veramente interattivo grazie al cellulare.
LO SCHERMO DELLO SMARTPHONE
La mia anziana maestra mai avrebbe potuto credere che puntando lo schermo di un telefono sulla pagina del sussidiario di religione sarebbero partiti video, audio, gallery fotografiche ma grazie all’applicazione DeA Link oggi questo è possibile.
Il progetto è stato presentato nelle scorse settimane dal digital director di De Agostini Libri, Karen Nahum. Noi siamo tra i primi ad averlo provato prendendo in mano “All’ombra del Sicomoro”, un manuale per l’insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria di secondo grado scritto da Alberto Pisci e Michele Bennardo. Un vero gioco da ragazzi che permette allo studente di rendere “vivo” il libro.
Una volta scaricata la app, basta inquadrare con il device le parti attive delle pagine segnalate dalle icone video, audio o link per accedere alla risorsa digitale
La prima caratteristica è la semplicità: basta scaricare la app disponibile gratuitamente per Ios e Android su App Store e Google Play. In pochissimi secondi con smartphone e tablet è possibile accedere ai contenuti multimediali del manuale.
La seconda caratteristica è l’immediatezza dei contenuti: una volta scaricata la app è sufficiente inquadrare con il device le parti attive delle pagine segnalate dalle icone video, audio o link per accedere alla risorsa digitale.
Proviamolo insieme.
A pagina 236 del testo che ho citato si parla del male e del bene. Sulla carta gli autori affrontano il tema andando a vedere il male nell’Antico Testamento, approfondendo l’origine del termine “Satana”, scrivendo del ruolo di Cristo ma anche della fragilità di Giobbe. E’ in quel momento che lo studente alza la mano e chiede: “Chi è Giobbe?”.
La risposta è nell’angolo sinistro del libro, in quell’icona video.
Fuori i cellulari: basta puntarli sul simbolo verde ed ecco partire sullo schermo due minuti e mezzo di video che spiegano la figura di Giobbe attraverso i testi, la musica e le immagini sacre degli artisti, dal “Giobbe deriso” di Simone Brentana al Giobbe di Leon Bonnat.
Un viaggio nell’arte che viene fatto in un touch. E se durante la discussione sul male e il bene, magari, si parla di quando il piccolo Albert Einstein contraddice il suo insegnante ateo, ecco il video.
COLLEGAMENTI AL MULTIMEDIALE
Ma c’è di più: l’applicazione consente di salvare i collegamenti ai contributi che interessano per visualizzarli quando non si ha il libro a portata di mano, magari in viaggio sul treno, all’intervallo o in qualsiasi altro momento possa essere utile. Un testo che non si può chiamare solo così, che diventa molto di più, che aiuta a riflettere su come il sistema educativo sta cambiando grazie alla tecnologia.
Grazie a questo progetto la realtà aumentata finisce in un manuale scolastico coniugando la solidità e la tradizione dello studio sulla carta con la possibilità di approfondire e interagire con contenuti multimediali.
Un aiuto notevole anche a quei professori che non riescono a fare pace con l’innovazione: in questo modo possono continuare ad usare il testo ma con facilità hanno la possibilità di fare una lezione all’avanguardia, capace di non annoiare i ragazzi.
Finora nel campo scolastico avevamo visto “solo” i libri digitali con risorse già pronte per gli insegnanti, sincronizzabili e aggiornabili sulle lavagne multimediali. Ora DeAScuola ha fatto un passo in più. Una vittoria editoriale ma anche educativa riuscendo a dimostrare che persino il cellulare può essere utile. Sembrano ormai lontani i tempi in cui il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni scriveva in una circolare che “l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente”.
ALEX CORLAZZOLI