Nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Accorsi-Ometto, il Teatro Regio di Torino e MITO Settembre Musica l’incontro tra due preziose collezioni. La cornice inusuale ed elegante della preziosa casa-museo torinese ospita infatti, fino al 26 giugno, gli splendidi costumi, protagonisti indimenticabili di celebri interpretazioni e di opere senza tempo.
Gli abiti di scena prendono vita e abitano, con il loro fascino, le sale del museo nata dalla passione dell’antiquario e collezionista Pietro Accorsi e del suo allievo Giulio Ometto. Nella dimora nobiliare, aperta al pubblico dal 1999, sono stati ricostruiti ambienti d’epoca, con mobili, tappeti, arazzi, quadri, prevalentemente settecenteschi, ed è ospitato il Museo di Arti Decorative. Nelle ventisette sale, che raccolgono e presentano anche le collezioni di vasi, porcellane e oggetti d’uso quotidiano, trovano ora spazio anche trentotto esemplari dei costumi di scena creati per le rappresentazioni al Teatro Regio.
Il percorso espositivo parte dalla Galleria del Museo, dove sono esposti i maestosi abiti disegnati da Stefano Poda per la Thais di Massenet, per passare poi ai costumi per alcuni classici pucciniani, come Manon Lescaut, Madame Butterfly e Tosca. Si possono ammirare i modelli fiabeschi disegnati per l’Armida di Franz Joseph Hadyn da Pregliasco, che si è ispirato per i suoi figurini agli abiti seicenteschi del balletto di corte sabaudo, e ben ricostruiti da Laura Viglione e realizzati dalla Sartoria Brancato di Milano.
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Si incontrano quindi i costumi originali indossati dalla soprano spagnola Mercedes Capsir per interpretare Violetta nel 1931 e da Mirella Freni, che vestì i panni della principessa Romazov nell’edizione torinese di Fedora, accanto a Placido Domingo, che interpretava la parte del Conte Loris Ipanov.
Nella “Sala dei Pannelli Cinesi” trovano spazio i costumi più belli del tenore Francesco Tamagno, considerato una delle voci più importanti nella storia del melodramma. Nelle sue lunghe tournée, soprattutto nell’America del Sud, Tamagno si spostava seguito da una carovana di bauli che contenevano tutti i suoi abiti di scena, completi di parrucche, scarpe, attrezzi ed armi, per interpretare al meglio i suoi personaggi.
Attraversando le sale della casa museo, si può dunque assistere ad un affascinante dialogo tra gli ori e le porcellane, i mobili e i cristalli della collezione Accorsi–Ometto e le sete e i velluti di una accurata selezione di preziosi costumi, che ben rappresentano l’archivio del Teatro Regio.