Quando iniziarono i movimenti contro la segregazione razziale in America, Rosa Parks, la scintilla che scatenò un’impennata dell’attivismo antirazziale (rifiutando di “stare al proprio posto” e sedendosi in autobus tra i posti riservati ai bianchi), non fu la prima. Ma fu quella decisiva.
Fu preceduta da casi molto più estremi, ma lei aveva dalla sua parte un dettaglio in grado di muovere il cambiamento e le idee. Era parte attiva e nota di una vasta rete di persone che le riconoscevano doti umane e professionali. Tanti piccoli attori, di ambienti diversi, che venuti a sapere delle sorti di Rosa Parks si attivarono ciascuno singolarmente, influenzando però le proprie rispettive reti sociali. Un effetto domino senza precedenti con i risultati che ben conosciamo.
Attivismo sociale, ricerca scientifica, rivoluzioni tecnologiche.
L’innovazione, qualsiasi sia il campo interessato, è un cambiamento di punto di vista. Non è solo creare qualcosa di nuovo, ma prima di tutto ricollegare con sguardo diverso ciò che già esiste. La scintilla di tale cambiamento spesso è presente molto prima di essere “scoperta”, bisogna solo raggiungere con il confronto, la riflessione e l’azione quella massa critica di idee e persone necessaria per fare il salto di qualità. Lì dove la scintilla diventa una realtà concreta.
Più di un anno fa, Open BioMedical Initiative iniziò il suo percorso promuovendo l’applicazione delle nuove tecnologie come la stampa 3D e l’open source/hardware al campo biomedicale con l’obiettivo di supportare quello tradizionale fatto prevalentemente di dispositivi avanzati e di conseguenza costosi.
La più grande sfida che la Community dell’OBM Initiative si è posta non è realizzarne di nuovi, ma rendere le soluzioni già disponibili maggiormente accessibili all’intero bacino di utenti che li necessita. Il cuore di questa missione è quindi offrire un’alternativa all’approccio tradizionale supportandolo lì dove non riesce ad arrivare cambiando la forma dell’idea fin’ora nota di realizzazione e distribuzione di un progetto. Idee che si sono sviluppate e maturate nel confronto continuo con persone di ogni ambito. Una rete di suggerimenti, consigli dubbi, e davvero tanta passione, che adesso conta più di centocinquanta persone attive in tutto il mondo che in lingue diverse pronunciano tutte lo stesso comune obiettivo: We Help.
Adesso, dopo la sua prima Convention ufficiale, Open BioMedical Initiative è pronta a unirsi e supportare attivamente una nuova iniziativa, ossia la Italian Digital Biomanufacturing Network per sostenere la ricerca e lo sviluppo di istituzioni accademiche, imprese ed il loro coordinamento per la stampa 3D e la biostampa in medicina.
Ancora una volta rete, per promuovere nuove soluzioni concrete ai problemi dell’uomo e della sua salute. Ora più che mai queste tecnologie permettono un connubio straordinario con i principi di sostenibilità, a vantaggio sia degli utenti che degli operatori.
Dai tutori personalizzati per ogni paziente in Pronto Soccorso alla stampa di ossa e organi per i trapianti.
Per iniziare insieme questo percorso c’è una data: venerdì 19 giugno all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Una “foundation conference” per la nascita dell’Italian Digital Biomanufacturing Network (Idbn), per collegare a livello nazionale gli sperimentatori che hanno raggiunto i risultati piu’ avanzati nell’applicazione della stampa 3D in diversi ambiti medici. Riprendendo le parole del dottor Nicola Bizzotto, Ortopedico dell’Università di Verona e co-presidente della Conferenza – “L’idea della Rete nasce dall’esigenza di sostenere l’utilizzo della stampa 3D per sfruttare al meglio il potenziale di questa tecnologia, sia relativamente ai migliori risultati di cura che può garantire ai pazienti, sia per l’opportunità di sviluppo anche economico che rappresenta in termini di innovazione tecnologica”.
Le potenzialità della stampa 3D in Italia saranno trattate dai punti di vista dei suoi diversi protagonisti: gli specialisti che la utilizzano in Ortopedia, Chirurgia Maxillo-facciale e Vascolare, Neurochirurgia, Radiologia, il mondo dell’industria partner dei progetti di ricerca portati avanti in ospedali e universita’, i bioingegneri che lavorano insieme ai clinici al bioprinting, la stampa di materiale biologico, fino agli esperti degli aspetti legali che questi sviluppi comportano.
Sarà un’occasione di confronto, e soprattutto di incontro, affinchè tutti i partecipanti possano trasmettere la forza delle nuove tecnologie ognuno nel proprio ambito e insieme porre le basi di un futuro d’avanguardia qui, in Italia.
VALENTINO MEGALE*
* team OBM-Initiative