La robotica rappresenta una parte importante del nostro prossimo futuro. La robotica è la scienza applicata che più si avvicina all’emulazione del nostro sistema sensorimotorio. È infatti una scienza che sviluppa tecnologia in grado di aiutare o sostituire l’uomo in quasi tutti i compiti che prevedono percezione e movimento. Per fare un paragone con i computer, si immagini che, così come i nostri strumenti portatili hanno aumentato la nostra capacità di ricordare, i dispositivi robotici saranno in grado di potenziare la nostra abilità di muoverci e modificare l’ambiente che ci circonda. Le applicazioni spaziano dal settore medicale a quello della produzione.
SOSTITUIRE LA MANO: LA SFIDA DEL ROBOT
Con il mio gruppo di ricerca ci occupiamo da sempre di una robotica di tipo assistivo, una robotica di tipo human-centered.
Tutto ciò che inventiamo e costruiamo ha sempre l’uomo al centro del progetto. Le nostre maggiori attività di ricerca si sono concentrate sulla mano, l’organo principale del nostro sistema sensorimotorio. È con le mani che esploriamo e trasformiamo l’ambiente che ci circonda. Quando pensiamo alle tecnologie robotiche che nel tempo sono state sviluppate per la mano umana, la prima cosa che ci viene in mente è la mano robotica in grado di restituire funzionalità di presa e manipolazione in un soggetto che ha subito una amputazione. Più difficilmente ci viene in mente un ausilio robotico per qualcuno che non ha perso la mano, ma ha perso la sua funzionalità a causa per esempio di un ictus o di un trauma alla spina dorsale.
Ciò è dovuto al fatto che è molto più difficile trovare una soluzione per questi ultimi in quanto il paradigma di sostituire la mano con un robot non si applica più: la mano è lì, intatta ma non funzionante, e non la possiamo sostituire, dobbiamo invece pensare a nuove soluzioni. Dobbiamo creare nuovi paradigmi di integrazione tra l’arto paretico e l’ausilio robotico. È questa la sfida che abbiamo affrontato in questi ultimi anni nel mio laboratorio.
IL SESTO DITO ROBOTICO
Al SIRSLab abbiamo creato un ausilio robotico che consiste in un dito robotico in più: il sesto dito robotico. È questa l’idea innovativa: invece di pensare a una mano robotica abbiamo introdotto il minimo indispensabile, un dito robotico, in grado di cooperare con l’arto paretico per restituire alcune funzionalità perse.
Nel mio seminario parlerò anche di alcuni progetti che stiamo sviluppando per “toccare a distanza” e per interagire con mondi virtuali e remoti attraverso interfacce di tipo tattile, con una particolare attenzione alle applicazioni mediche.
DOMENICO PRATTICHIZZOPer assistere all’intervento del prof. Domenico Domenico Prattichizzo all’Innovation Week mercoledì 8 giugno, è possibile iscriversi qui.