Mangatar: così siamo diventati la startup dell’anno

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Voglio raccontarvi questa esperienza spendendo due parole su quello che è stato uno dei migliori eventi startup a cui ho partecipato ultimamente.

Io e il mio socio Enrico arriviamo a Bari giovedì verso ora di pranzo e veniamo accolti da uno staff di hostess che ci fa registrare e ci comunica il numero del nostro stand.

Alla finale eravamo in 64 startup e ci hanno sistemato nella Sala Murat, al centro della città. 64 stand organizzati benissimo, a mo’ di fiera, con la possibilità, per il pubblico, di girare facilmente tra essi senza perdersi nessuna delle startup in gara. Prepariamo il nostro stand con il solito materiale: espositori, computer con demo, musica elettronica in sottofondo, centinaia di gadget da regalare e siamo pronti per dare inizio alle danze.

L’ inizio era previsto per le 16:30 ma dalle 15:00 in poi i primi curiosi cominciano a riempire la sala.

Prima nota da sottolineare: l’affluenza di pubblico all’evento è stata incredibile in entrambi i giorni. Il pubblico ,di tutte le età, è altamente interessato ai progetti esposti.

Penso che ciò sia la diretta conseguenza di un evento promosso bene e, soprattutto, della scelta di una location strategica. Nelle ultime settimane ho partecipato ad eventi nelle duranti i quali ci siamo ritrovati in 20 persone!

Dalle 15:00 alle 19:30 non ci fermiamo per un minuto. Non abbiamo nemmeno il tempo di abbandonare lo stand per mangiare qualcosa. In mezzo a tanti curiosi che si fermano a guardare i nostri video o a prendere le nostre spillette ogni tanto si infila un membro della giuria che passa a fare qualche domanda sul progetto: numeri, progressi, info sul team, sui prossimi step, ecc.

Seconda nota da sottolineare: ottima l’idea di far confrontare le startup con la giuria in questo modo: riduce notevolmente i tempi e permette agli startupper di essere più “rilassati” rispetto a un confronto face-to-face privato.

Siamo verso le 19:30 e non si arresta l’afflusso di pubblico: la sicurezza è costretta a chiudere le porte della sala per permetterci di smantellare i nostri stand.

E’ previsto un party alle 22:00. Io e il mio socio Enrico, distrutti, preferiamo tornare in albergo per una doccia e poi, dopo un kebab mangiato al volo, ci mettiamo a letto presto. Potrebbe attenderci una lunga giornata, se venissimo selezionati tra i 16 finalisti!

Il venerdì si ricomincia presto. Alle 8:30 siamo di nuovo al nostro stand, un mezzo caffè per cercare di tenere gli occhi aperti mentre sistemiamo nuovi gadget e cambiamo la colonna sonora con un po’ di sano funk.

Dalle 9:00 in poi è una bolgia: ci sono in visita gli studenti delle superiori e dell’Università. Il nostro stand è letteralmente preso d’assalto da ragazzini che incuriositi dalle parole chiave “manga” e “videogiochi” si fermano a fare mille domande e a prendere un gadget.

Terza nota da sottolineare: ottima l’idea di organizzare delle visite guidate con gli studenti. Ha assicurato un’affluenza di pubblico enorme per tutta la giornata e ha messo a dura prova le capacità comunicative degli startupper.

Ma i ragazzi non si fermano solo a prendere spillette e calamite: tanti di loro sono incuriositi dagli aspetti imprenditoriali. In tanti passano per chiedere come si crea un videogioco, quali conoscenze tecniche sono necessarie, quali studi universitari si dovrebbero fare e come può, un prodotto del genere, nascere da una piccola provincia italiana.

Alle 13:00 si chiudono le porte e finisce l’esposizione. Siamo completamente distrutti e, ancora una volta, non abbiamo mangiato. Passiamo a prendere una pizza al volo e ci dirigiamo verso l’incantevole teatro Petruzzelli, all’interno del quale si svolgerà la finale del PNI.

Quarta nota da sottolineare: la scelta del teatro Petruzzelli è stata vincente.

Riccardo Luna dal palco esordisce con “in Silicon Valley se lo sognano un posto come questo per presentare le startup. E ci credo, aggiungerei io! Siamo in uno dei teatri più belli al mondo! Sarebbe un’emozione enorme poter presentare lì il proprio progetto.

Luna presenta e modera alla grande. Le sue parole sono, come sempre, incoraggianti e stimolanti sia per gli startupper in gara che per il pubblico. Gli interventi istituzionali sono brevissimi e mirati.

Quinta nota da sottolineare: spesso sono proprio questi interventi a rendere più pesanti e inutilmente lunghi eventi di questo tipo. Dare un tempo stabilito e farlo rispettare è fondamentale.

Alle 15:30 arriva la shortlist dei 16 finalisti: Mangatar c’è.

L’emozione inizia a farsi sentire; entro pochi minuti bisogna presentare. Senza preavviso.

Uno sguardo veloce al pitch giusto per sicurezza e si sale sul palco.Alzo gli occhi dallo schermo e il teatro pieno di gente fa il suo effetto. Voce rotta in gola e riesco solo a dire: “Wow, siete tanti”. Poi un bel respiro e si parte col pitch.

Alle 17:00 tutte le startup in gara hanno fatto il proprio pitch.

Sesta nota da sottolineare: il rispetto dei tempi è stato letteralmente incredibile.

Gli orari di inizio e fine di ogni intermezzo erano rispettati al minuto, in maniera quasi maniacale. Dalle 17:00 alle 18:00 la giuria si riunisce per decretare i 4 vincitori delle categorie e il vincitore assoluto. Altrove avrebbero probabilmente dato un’ora libera al pubblico per poi farlo rientrare alle 18:00. Il teatro Petruzzelli, invece, si riempie con la dolce musica dei Radiodervish che allieta il pubblico per un’ora, rendendo piacevolissima l’attesa.

Settima nota da sottolineare: la gestione dei tempi morti è fondamentale in un evento del genere. Le pause lunghe rischiano di far abbandonare la sale a gran parte del pubblico. L’idea di intrattenerli con un concerto è stato un altro di quei dettagli che fa capire il livello dell’organizzazione alle spalle.

Alle 18 in punto Riccardo Luna arriva sul palco con i nomi dei 4 vincitori.Nella categoria Life Science vince “Narrando“, altra startup proveniente da Salerno (vincitori della StartCup Campania, dove noi eravamo arrivati secondi).

La seconda categoria è la nostra:”ICT & Social Innovation”. Luna temporeggia e io ed Enrico siamo tra il pubblico con il batticuore.

Altra startup campana” è la frase che ci fa capire che si tratta di noi.

Uno sguardo e un sorriso scambiato al volo tra di noi e ci alziamo appena viene pronunciato il nome di Mangatar. Saliamo sul palco orgogliosi di rappresentare la nostra regione, la nostra provincia e la nostra Università, che piazza ben 2 vincitori su 4!

Per finire, nella categoria “Food & cleantech” vince Microturbina e in quella “Industrial” vince Phi Drive.Tutti i vincitori sono sul palco. Attendiamo il nome della startup dell’anno.

Riccardo Luna apre la busta e pronuncia per la seconda volta il nostro nome. Pugni al cielo e abbraccio liberatorio con Enrico.

Il presidente della Regione Vendola ci consegna la coppa e ci fa i complimenti. Ancora una volta i tempi vengono rispettati in maniera maniacale. Giusto il tempo per fare qualche foto e dobbiamo lasciare il palco e poi la sala.

Mentre ci allontaniamo, la chicca finale: una famiglia richiama la nostra attenzione perché il figlio di 5-6 anni vuole fare una foto con i vincitori. Diamo subito la nostra disponibilità, facciamo tenere la coppa al ragazzino e le parole della mamma quasi ci commuovono: “Appena ha visto che c’era un videogioco in gara lui ha detto che avreste vinto. Abbiamo tifato per voi tutto il tempo e vi abbiamo portato fortuna”.

Piccole soddisfazioni. Sono le 18:30 circa e siamo fuori dal teatro. La coppa in una mano e nell’altra il telefono per avvisare tutti che abbiamo vinto.

Chiamiamo un taxi e mezz’ora dopo siamo di nuovo in viaggio verso Salerno, per festeggiare con gli altri soci! Due giorni ad altissimo livello.

Ci sarebbero tanti piccoli aspetti da sottolineare che un solo post non basterebbe.

I complimenti vanno alla Regione Puglia, alla Città di Bari e all’agenzia ARTI per l’eccellente organizzazione.

Concludo con una nota negativa: il grande assente di questo evento è stata la stampa. I giornalisti in sala erano in numero davvero esiguo. Oltre a qualche tv/giornale locale, l’interesse intorno all’eventosembra essere stato veramente basso.

Ma forse, come ha detto il presidente Vendola dal palco, non c’era nessuno scandalo politico da raccontare; in fondo si trattava solo di innovazione!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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