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Marco Iannacone:Combattere la dislessia a scuola con l’uso dei tablet

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Si è concluso da poco il Forum sulla Pubblica Amministrazione dove si è parlato anche di Scuola Digitale con interventi da parte del MIUR.

Sono molteplici le iniziative intraprese negli ultimi anni con l’obiettivo di traghettare la scuola verso il mondo digitale ed altri sono previsti per gli anni a venire.

Senza alcuna presunzione di poter definire io delle priorità (non sono un professore ne’ uno specialista dell’argomento) sento il dovere di segnalare alcuni suggerimenti ed opportunità sulla base dell’esperienza lavorativa accumulata sul campo nell’ultimo anno.

Scusate, non mi sono ancora presentato: sono un moonlighter (def. su wikitionary) che da circa un anno sta lavorando alla realizzazione di un tablet a supporto dei bambini dislessici a partire dalla scuola primaria.

A dicembre 2012, abbiamo iniziato una sperimentazione in 7 scuole romane nelle quali il nostro tablet (EdiTouch) e’ stato fornito a 230 bambini con DSA affinché lo utilizzassero a casa e a scuola nelle attività di studio.

Il progetto – coordinato e supervisionato dalla ASL Roma D e dall’Università di Roma – ha visto la formazione tecnica di Insegnanti e genitori e prevede un monitoraggio per 18 mesi dell’utilizzo di EdiTouch al fine di verificarne l’efficacia e fornire indicazioni al suo miglioramento che ne consenta una evoluzione che consenta di coprire le esigenze degli studenti.

Gli strumenti digitali sono davvero abilitanti per i ragazzi dislessici ed è essenziale che – pensando ad iniziative in questo campo – si tenga conto anche delle loro esigenze; propongo qui alcune integrazioni e modifiche minime a leggi e regolamenti esistenti che avrebbero però un impatto estremamente alto in termini di benefici per studenti con bisogni educativi speciali (BES).

Tablet nelle scuole: l’iniziativa è eccellente, ma è necessario esplicitare meglio i requisti minimi che questi strumenti dovrebbero avere.

In questo caso i tablet dovrebbero essere strumenti educativi e non prodotti ludici convertiti: è importante non solo dare indicazioni per aumentarne l’efficacia, ma esprimere richieste affinché il mercato si muova nella nella direzione utile alla scuola. Alcuni esempi: esistono font appositamente studiati per facilitare la lettura che possono essere preinstallati dai produttori.

Le sintesi vocali non sono tutte uguali: specialmente per la lingua italiana è importante richiedere che i tablet siano forniti con sintesi che fornisca una corretta pronuncia.

E’ possibile fornire strumenti compensativi quali ebook reader, calcolatrici parlanti, mappe concettuali, vocabolari, ecc già preinstallati sul tablet in modo che siano subito a disposizione quando servono.

Libri digitali: spingere gli editori scolastici in questa direzione è un passo importante ma occorre fornire l’indicazione specifica su come devono essere fatti questi libri per essere davvero fruibili.

Esistono formati più versatili di altri: ad es.il formato ePub, a differenza del PDF, consente al lettore di modificare font, interlinea, dimensione (funzionalità estremamente utili per i dislessici).

Inoltre potrebbe essere l’occasione per ripensare le logiche del copyright: gli insegnanti e gli studenti sono abituati a fotocopiare e scambiare testi ed immagini, selezionare parti da diversi libri per poter elaborare una propria sintesi creativa: anche i libri digitali dovrebbero consentire questa modalità di lavoro!

IVA AL 4% e deducibilità fiscale anche per i dislessici: gli strumenti compensativi sono una necessità e come tale devono essere riconosciuti al pari degli altri strumenti abilitanti per altri gruppi di persone (es. disabili). Esiste una legge (104/92) che consente queste facilitazioni esclusivamente ai portatori di handicap. Ma il DSA non è un handicap!

Attualmente i dislessici possono avere delle facilitazioni solo in alcune regioni attraverso meccanismi / certificazioni piuttosto complesse e fino ad esaurimento dei fondi.

Facilitare l’acquisto degli strumenti compensativi aiuterebbe le famiglie meno abbienti a trovare delel soluzioni che aiutino i propri figli

Formazione su Dislessia: sarebbe utile fornire informazioni più semplici verso grandi e piccoli avvalendosi della multimedialità (non solo brochure ma anche video e DVD). Di dislessia si parla molto ma non sempre viene spiegato in maniera chiara di cosa si tratta.

Ancora oggi molte famiglie se ne accorgono tardi, quando l’autostima dei propri figli è pesantemente compromessa cosi’ come la loro possibilità di proseguire gli studi

Patrimonio Documentari RAI (Quark, Ulisse, ecc): la Rai dispone di un archivio di film e documentari di grande valore dal punto di vista culturale e didattico ma e’ scarsamente utilizzato. Dovrebbe essere messo a disposizione delle scuole per integrare i metodi di insegnamento tradizionali con strumenti multimediali. Un video può rappresentare un valido strumento per rendere più attraenti le lezioni scolastiche e per fissare meglio (attraverso l’uso delle immagini) alcuni concetti.

Didattica Digitale a Scuola: non si tratta solo di fornire delle tecnologie ma è proprio l’approccio metodologico che deve cambiare.

All’interno della nostra sperimentazione a Roma abbiamo fornito formazione tecnica ad insegnanti e genitori per creare un ambiente facilitante a casa e a scuola attraverso una rete competente (insegnanti / studenti / genitori)

Vi sono importanti esperienze nell’uso della didattica digitale nelle nostre scuole; ho avuto modo di assistere a quella della vulcanica Dianora Bardi (con Impara Digitale) e l’ho trovata straordinaria: si parla di collaborative learnig, flipped classroom, didattica per competenze, ecc.

Perchè non mettere a fattor comune tutte queste esperienze definendo una o piu’ linee metodologiche ed un kit minimo di funzionalità che questi tablet devono avere? Sono sicuro di non essere l’unico che sarebbe ben contento di dare dei suggerimenti sulla base della propria esperienza!

Ricordo che l’eventuale recepimento delle indicazioni sopra riportate non comporterebbe esborsi significativi per il nostro Paese. Si tratterebbe solo di integrazioni da apportare alle leggi esistenti.

I ragazzi dislessici non hanno problemi intellettivi pertanto, se opportunamente aiutati, possono completare con successo il percorso di studi ed inserirsi nel mondo del lavoro al pari di qualsiasi altro studente.

Se sono resi consapevoli del motivo delle difficoltà che incontrano e sono messi nelle condizioni di poterle superare, acquisiscono fiducia e autostima che gli consentono di affrontare con maggior sicurezza il percorso di studi.

Un ragazzo dislessico che si “perde” nel corso degli studi perché dimenticato è un potenziale burnout, che potrebbe rappresentare un costo sociale invece che trasformarsi in creatore di valore.

Offrire a tutti i ragazzi le medesime opportunità consente al Paese di coltivare potenzialità di crescita straordinarie.

Se gli studenti sono messi in condizione di avvalersi di tutti gli strumenti informatici utili per studiare e di capirne il valore potranno essere essi stessi di stimolo per lo sviluppo di nuove applicazioni consentendo l’attivazione di quel circolo virtuoso che consente di trovare nuovi stimoli nello studio e nella scuola riducendo lo scollamento che si è creato negli ultimi anni tra la scuola ed il resto del mondo.

Roma, 9 giugno 2013

MARCO IANNACONE

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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