Il design di Maria Teresa, insolito motoryacht, ricorda i tradizionali rimorchiatori del dopoguerra, ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze, perché il comfort, le prestazioni e gli arredi eleganti sono assolutamente di lusso. Per quest’opera di restyling, i Cantieri Navali di Sestri si sono affidati alla matita di Matteo Picchio, un architetto milanese che collabora con lo stesso cantiere ligure già da alcuni anni. Maria Teresa, infatti, è una raffinata rivisitazione dl rimorchiatore “Tenace II” (ex Capo Caccia), varato a Savona nel lontano 1962.
Il nuovo look di Maria Teresa è stato concepito senza alterare lo spirito originario dell’imbarcazione, ma anzi, combinando contemporaneità e tradizione marinaresca, per un risultato davvero originale.
La vecchia sovrastruttura è stata sostituta da un’altra più voluminosa, realizzata in lega leggera d’alluminio, non solo per aumentare gli spazi interni, ma anche per migliorare la stabilità dell’imbarcazione.
Per la coperta è stato scelto il teak, utilizzato anche per la grande panca semicircolare poppiera e per il capodibanda che corre sopra l’impavesata dello scafo.
Gli interni sono stati sviluppati su 3 ponti. Sottocoperta si trovano due cabine doppie, la zona equipaggio con i servizi generali, mentre il ponte principale comprende una cabina Vip, il salone, la cucina e il pozzetto ben riparato grazie al prolungamento verso poppa della plancia. Sul ponte di plancia si trovano invece l’accesso al grande fly, la cabina armatoriale e la timoneria completamente rivestita in massello di mogano. Inoltre, una sovrastante controplancia permette di governare l’imbarcazione mediante un telecomando cablato.
I materiali scelti per l’allestimento degli interni sono il mogano per le armadiature e le porte, mentre per le paratie e i soffitti è stato impiegato il legno laccato bianco avorio.
Tutti i componenti di arredo sono stati realizzati da Matteo Picchio, dai tavolini, ai divani, alle testiere dei letti che richiamano un gusto vagamente retrò con le tipiche imbottiture in capitonné in pelle color giallo ocra, che, di concerto con la luce, sia naturale, proveniente dal ponte, che artificiale, tramite illuminazione elettrica a led, rendono gli ambienti caldi e avvolgenti.
«La disposizione degli interni – sottolinea Matteo Picchio – ha portato a realizzare uno yacht confortevole, in cui è stato seguito uno schema compositivo molto rigoroso. In particolare, è stato dato risalto agli allineamenti tra gli elementi e le aperture creando coni visuali che consentono, a porte aperte, di “trafiggere” con lo sguardo lo yacht da poppa a prua».