Nei 10 anni trascorsi da quando i Bitcoin sono arrivati sulla scena finanziaria, le banche centrali si sono tranquillamente dilettate nel proporre la loro valuta digitale. Ora, Mastercard ha presentato uno strumento progettato per simulare il funzionamento di queste valute nel mondo reale.
Mastercard vuole lanciare una valuta digitale per le banche centrali
Il gigante dei pagamenti ha annunciato il progetto mercoledì mattina, chiamandolo “Central Bank Digital Currencies Testing Platform” – un titolo blando per essere sicuri, ma che probabilmente troverà il favore dei cauti banchieri centrali.
Per le banche centrali, compresa la Federal Reserve, una moneta puramente digitale – non legata a monete o banconote cartacee – rappresenterebbe un passo avanti rispetto all’attuale sistema di trasferimento elettronico di denaro. Una banca centrale potrebbe, ad esempio, distribuire denaro direttamente ai consumatori senza fare affidamento sulle banche commerciali come intermediario.
Una moneta digitale sostenuta dallo Stato offre anche il potenziale per una maggiore efficienza nei pagamenti e nei trasferimenti di denaro, permettendo ai commercianti di regolare le transazioni istantaneamente, ed evitare l’attuale mosaico di banche e stanze di compensazione, che può richiedere giorni. La piattaforma Mastercard – o “sandbox” nel linguaggio tecnico – permetterà alle banche centrali di emettere versioni digitali della loro valuta in un ambiente controllato, e di testare come queste valute si collegano alle reti bancarie e di pagamento esistenti, e di vedere se sono pratiche per l’acquisto di beni e servizi da parte dei consumatori.
In un’intervista a Fortune, Mastercard EVP Raj Dhamodharan ha dichiarato che l’azienda sta già lavorando con diverse banche centrali, e che sta invitando varie terze parti, dalle banche alle aziende tecnologiche, ad unirsi alla sua piattaforma di test.
L’iniziativa Mastercard arriva in un momento di crescente interesse per la moneta digitale da parte delle banche centrali. Un sondaggio del 2018 del Fondo Monetario Internazionale, citato dal Wall Street Journal, ha rilevato che i banchieri governativi stanno sperimentando la tecnologia come mezzo per abbassare i costi e per contrastare l’aumento delle criptovalute private come i Bitcoin. Un’indagine più recente della Banca dei Regolamenti Internazionali ha rilevato che l’80% delle banche centrali del mondo sono impegnate in una qualche forma di ricerca sulla valuta digitale.
L’avvento delle valute digitali supportate dallo Stato è anche gravido di significato geopolitico. La People’s Bank of China è sul punto di lanciare uno yuan digitale, che molti ritengono aiuterà la Cina a indebolire l’influenza del biglietto verde nel commercio globale. Nel frattempo, il governatore uscente della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, l’anno scorso ha ipotizzato che un gruppo di aziende potrebbe sostenere una nuova valuta digitale per sfidare il ruolo del dollaro come valuta preminente.
Per non essere da meno, un consorzio di aziende guidato da Facebook sta lavorando su una nuova forma di moneta digitale chiamata Libra, che è ancorata alle valute tradizionali, e che potrebbe offrire ai miliardi di utenti del social network un nuovo modo di fare acquisti e pagare.
Progetti come Libra e, soprattutto, lo yuan digitale comportano anche rischi significativi per la privacy, in quanto le reti su cui viaggiano le valute possono anche rintracciare chi spende e dove.
Secondo Dhamodharan, Mastercard è sensibile ai problemi di privacy e sta costruendo il suo kit di test per riflettere questo. Ha rifiutato di fornire dettagli sul software che Mastercard sta usando per implementare la sua rete di test, a parte il fatto che si tratta di una blockchain, la stessa tecnologia su cui è costruito il Bitcoin.