Il cambiamento di rotta di Meta
Negli ultimi giorni, Meta ha annunciato un cambiamento radicale nelle sue politiche di moderazione dei contenuti, suscitando reazioni contrastanti tra gli utenti e gli esperti del settore. Mark Zuckerberg, fondatore dell’azienda, ha giustificato questa mossa come un tentativo di “garantire la libertà di espressione”, ma molti osservatori vedono in essa un allineamento politico con la nuova amministrazione statunitense. La decisione di abbandonare il fact checking affidato a soggetti indipendenti e di modificare le linee guida di moderazione sembra seguire la scia di altre piattaforme, come X (ex-Twitter), che hanno adottato approcci simili.
Le implicazioni per gli utenti europei
Una delle questioni più controverse riguarda l’impatto di queste nuove politiche sugli utenti europei.
Nonostante Zuckerberg abbia dichiarato che le modifiche saranno implementate inizialmente solo negli Stati Uniti, resta da vedere come queste decisioni influenzeranno gli utenti al di fuori degli Stati Uniti. Il Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea impone alle piattaforme digitali di adottare misure per combattere la disinformazione, e la scelta di Meta di eliminare il fact checking potrebbe entrare in conflitto con queste normative. Gli esperti avvertono che una demarcazione geografica all’interno di un social network globale è una semplificazione pericolosa, poiché gli utenti europei potrebbero comunque essere esposti a contenuti non verificati provenienti da account statunitensi.
La nuova policy di moderazione dei contenuti
Un altro aspetto significativo della nuova strategia di Meta è la revisione dei criteri di moderazione dei contenuti.
La piattaforma consentirà ora di esprimere opinioni politiche e religiose in modo più aperto, anche su temi delicati come l’orientamento sessuale. Ciò significa che