Le sanzioni imposte a Meta
Meta, l’azienda madre di Facebook, ha recentemente subito una sanzione di 200 milioni di euro per aver violato il Digital Markets Act (DMA). Questa legge, entrata in vigore per garantire una concorrenza leale nel mercato digitale, ha come obiettivo principale quello di limitare il potere delle aziende che operano come gatekeeper. Il modello “Consent or Pay” introdotto da Meta a fine 2023 è stato considerato inadeguato e in violazione delle normative europee.
Il contesto del Digital Markets Act
Il Digital Markets Act si applica a quelle aziende che occupano una posizione dominante in specifici mercati, definiti gatekeeper. Tra le aziende designate dalla Commissione europea ci sono nomi noti come Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft.
Recentemente, Booking è stata aggiunta a questa lista. Le aziende designate devono rispettare regole specifiche per garantire una concorrenza equa e proteggere i consumatori.
Facebook Marketplace e le nuove opportunità
Una notizia positiva per Meta è che Facebook Marketplace non è più soggetto alle restrizioni del DMA. Dopo una valutazione della Commissione europea, è emerso che il numero di utenti business di Facebook Marketplace era inferiore a 10.000, il che significa che non soddisfa più i requisiti minimi per essere considerato un gatekeeper. Tuttavia, ciò non implica che il servizio sia completamente esente da controlli. Infatti, Meta ha già ricevuto una sanzione di quasi 800 milioni di euro per pratiche commerciali sleali legate a Facebook Marketplace.
Le reazioni di Meta e le prospettive future
Meta ha annunciato che presenterà appello contro le sanzioni ricevute, ma nel frattempo ha avviato un programma che consente ai concorrenti di pubblicare annunci su Facebook Marketplace. Questo sviluppo è stato testato con eBay e rappresenta un passo significativo verso una maggiore apertura del mercato. La Commissione europea dovrà ora valutare se queste modifiche siano sufficienti per rispettare le normative vigenti.